I - Non c'è pace per gli eroi

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  • Dedicata a Martina
                                    

Clary quasi non riusciva a credere che fosse passato più di un anno da quell'ultima, fatidica notte... la stessa notte in cui l'Angelo Raziel era stato evocato, e con lui tutte le relative conseguenze della faccenda. Dopo era stato tutto un susseguirsi di giorni, avevano festeggiato la caduta di Valentine nella Piazza dell'Angelo, erano ritornati a New York tramite un portale e, sebbene Jocelyn avesse sperato che tutto potesse ritornare alla normalità, così non era stato.

In ogni caso, rimaneva strano pensare che fosse passato così tanto tempo dalla battaglia di Brocelind, anche se Clarissa si sentiva decisamente più grande e diversa rispetto a com'era prima di incontrare i cacciatori e, perché no, differente anche dalla ragazzina impreparata che si era ritrovata a dover fronteggiare un padre psicopatico, quindi forse il tempo era passato davvero.

Dopo il ritorno nella Grande Mela, Jocelyn aveva cercato di convincere sua figlia a tenersi fuori dagli affari dei cacciatori. Peccato che non ci fosse riuscita, certo. Alla fine, comunque, aveva iniziato ad abituarsi a quella nuova svolta, complice anche il fatto che la casa di Luke con annessa la biblioteca era allagata a causa di alcune tubature rotte e avevano dovuto trasferirsi tutti e tre all'Istituto. Clary non amava particolarmente avere i suoi genitori costantemente vicino, ma perlomeno sua madre aveva iniziato a tollerare Jace. Di certo, questo era un punto nettamente positivo... certo, non che si aspettasse altro. Jace aveva un bel faccino, doveva confessarlo, una bella personalità e, quando voleva, oltre ad essere gentile sapeva anche dimostrarsi gentile e dolce. Quando voleva, certo, ma alla fine aveva sempre sperato almeno un po' che Jocelyn lo accettasse – e fortunatamente lo stava facendo.

Luke, invece, sembrava quasi non essersi posto il problema, stranamente. Forse aveva iniziato a considerare Jace in modo diverso dopo averlo conosciuto durante i mesi che avevano passato a cercare una cura per la bella avvelenata nell'ospedale e quando si era ritrovato fianco a fianco con lui, contro Valentine. Clarissa non lo sapeva, ma era felice che perlomeno da un lato non avesse incontrato rimostranze.

Un altro punto a favore di tutto era che finalmente, finalmente, aveva intrapreso un allenamento serio per diventare una Cacciatrice, una vera e non solo con delle nozioni di base per sfuggire alle situazioni più catastrofiche in cui, puntualmente, si ritrovava coinvolta.

Proprio in quel momento si ritrovava su una delle travi di legno poste poco sotto il soffitto, nella grande sala che i nephilim dell'Istituto usavano per allenarsi e tenersi in forma. Aveva anche una corda nera ed elastica che l'avrebbe salvata dal rompersi la testa in due come un melone nel caso in cui i salti che stava provando non fossero andati proprio a buon fine, ma una striscia lunga e sottile di tessuto nero, ancorata a una cintura dall'aria antiquata, non era esattamente il sostegno più rassicurante al mondo. Certo, meglio questo che correre su per una scala inseguita da vampiri inferociti, sì, ma ugualmente non era una delle sue situazioni ideali. Non che potesse lamentarsi, comunque, era lei che aveva preteso di addestrarsi per bene, quindi meglio tenere la bocca chiusa e fare buon viso a cattivo gioco.

Alla fine, comunque, dopo i mesi estenuanti spesi ad esercitarsi su quei dannati salti, non aveva poi così tanto da temere. Insomma, sapeva come lanciarsi e come atterrare, e molte volte lo faceva anche bene ma... com'era? Ah sì... be', gli incidenti succedono. Un esempio sono sicuramente gli aerei super sicuri che precipitano o spariscono nel nulla, le navi che affondano - Titanic non ha insegnato nulla a nessuno?! - e i bambini che si spezzano l'osso del collo semplicemente cadendo dall'altalena.

Quindi okay alla fiducia nelle proprie capacità, ma comunque non si sentiva del tutto sicura.

C'era anche da dire che per la maggior parte dei primi tempi, quando Clary non faceva altro che cadere anche da un semplice albero di Central Park, si era più volte chiesta perché diamine dal sangue di Ithuriel lei avesse ricevuto la capacità di creare nuove rune e Jace grazia, forza e velocità. Che cavolo, un po' di equilibrio o anche nascere senza goffaggine non le avrebbe certo fatto male!

Shadowhunters - City of MarbleDove le storie prendono vita. Scoprilo ora