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"Siete pronti?" urla come sempre mia madre chiudendo la portiera della macchina che ci porterà all'aeroporto 

"Mamma ma perché urli? Noi siamo di fianco a te" dico cercando di essere dolce, ma senza tantissimi risultati, data l'ora e il mio essere scorbutica la mattina. 

Con noi c'è già Fabrizio, che abbiamo prelevato delle braccia della sua mamma, molto preoccupata per il suo bambino. Silvia invece ci raggiunge direttamente lì. 

Le scrivo un messaggio per essere sicura che sia sveglia e che sia pronta per partire. 

Si, tranquilla imbecille, sono in macchina. 

[...]

Pur avendo il volo alle tre e quarantacinque, la mamma ci ha costretti ad imbarcarci alle dodici passate, per paura di riuscire a trovare il gate giusto e cosi perdere l'aereo.

Una volta seduti su una di quelle sedie scomodissime degli aeroporti, tiro fuori dallo zaino, il panino che la mamma ha preparato ad ognuno di noi, seguita poi a ruota da tutti. 

"Tua madre è mitica in cucina, continuerò a dirlo per tutta la vita" scherza Silvia mostrandomi il suo panino con philandelphia e pomodori. 

"Sono d'accordo" le dico facendo una linguaccia.

Le due ore successive sono le più lunghe della nostra vita, siamo entrate in tutti i negozi presenti, abbiamo visitato i bagni per almeno una quindicina di volte e abbiamo preso diversi caffè sempre nello stesso bar. 

Quando finalmente la voce metallica annuncia il nostro volo, ci dirigiamo verso l'hostess, a cui mostriamo i biglietti e che subito dopo ci mostra la strada.

Dopo venti minuti, l'aereo sta per decollare, così prendo il mio libro dallo zaino e inizio a leggere per non pensare a quello che effettivamente sta succedendo attorno a me.

Alla mia destra vedo la mia amica mettersi le cuffiette per ascoltare la musica, così le rubo una ricevendo un'occhiataccia da parte sua, che però poi acconsente a condividerle con me. 

-Auricolari Collegati. 
-Playlist viaggi. 
-Tutto per una Ragione, una canzone di Benji e Fede con Annalisa.

Succede tutto per una ragione e la ragione magari sei tu...

[...]

Siamo appena atterrati. Ora la prima cosa da fare è sistemarci nella nostra casa per questi tre mesi, cercando di fare meno casini possibili. 

"Roosmery, dai, muoviti o vuoi restare qui da sola?"urla Nicolas. 

"Arrivo, scusatemi ero sovrappensiero con tutto ciò che dobbiamo fare"

Fuori dall'aeroporto, fortunatamente vorrei aggiungere, riusciamo a prendere un taxi che ci porta all'indirizzo della casa. 

"Sei veramente pronta per questo?" chiedo a Silvia una volta sistemato tutto quanto nel cofano della macchina gialla. 

"Pronta per cosa??"

"A vivere da sole, fare quello che vogliamo quando vogliamo"

"Si" dice spiazzandomi e facendo ridere il tassista.

"Nicolas e Fabrizio laveranno le loro cose perché io non ci tengo." continua rivolgendosi ai due ragazzi seduti accanto a noi. 

"Sarà fatto" dice Fabrizio.

Fabrizio ormai  lo conosco da quando aveva pochi giorni. I due ragazzi sono amici da quando sono nati. Le nostre mamme si sono conosciute in ospedale e non si sono mai più lasciate. A volte organizzano delle cene di famiglia e ci costringono a mangiare con loro, ma la loro amicizia fa invidia a tutti. 

"Siamo arrivati, l'indirizzo è questo, la casa dovrebbe essere quella sulla destra. Spero che questo soggiorno a Firenze vi soddisfi." ci dice il tassista, uscendo dalla macchina per aiutarci con le valigie. 

"Grazie mille a lei"mi sorprende Nicolas, che dalla mia borsa prede i soldi e li consegna al signore. 

Entrati nel vialetto, mi fermo ad ammirare la grandezza ma sopratutto la bellezza della casa. É una di quella tipiche villette che hanno uno stile antico, ma talmente stupende da farti innamorare subito. 

"Dai, Roosmery, apri la porta, ho un urgente bisogno di andare in bagno" ironizza Nicolas, muovendosi sul posto. 

Ci hanno lasciato solamente un paio di chiavi. Dovremo sicuramente duplicarle per poter lasciarne uno anche ai ragazzi.  

"Amica domani andiamo a Forte dei Marmi, vero? Devo assolutamente prendere un po' di sole, sono bianchissima" mi chiede Silvia iniziando a svuotare le nostre valigie. 

"Ma noi dobbiamo andare allo stadio, non potete andarci un altro giorno?" dice con voce stridula Fabrizio

"Ma la partita non è alle nove?" 

"Si, ma noi andiamo lì per incontrare i giocatori prima della partita stessa. Siamo venuti fin qui solo per questo, non potete dirci di no" interviene Nicolas. 

Per fortuna avevano detto che sarebbero stati come dei fantasmi, siamo arrivati qui da nemmeno due ore e già ci obbligano a fare come dicono loro. 

"Ma per incontrare i giocatori avete tutta l'estate, magari per questa volta vedrete solo la partita" dico con voce autoritaria, tanto da far capire la mia intenzione di non cambiare idea. 

" Quindi andiamo al mare?"mi chiede Silvia facendo la faccia dolce e abbracciandomi.

"Si, non ci rovineranno questa vacanza, te lo prometto"

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Ecco a voi il secondo capitolo, spero vi piaccia e ditemi cosa ne pensate qui nei commenti!

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Quando Meno Te Lo Aspetti - Federico ChiesaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora