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Dopo aver bruciato tutto in forno, non avevamo nessun'altra alternativa che ordinare delle pizza dalla pizzeria più vicina. 

"Non vedo l'ora che finisca questa giornata" urlo dalla disperazione buttandomi sul divano. 

"Dai amica, fallo per me. É solo una cena, nulla di più. Cerca di fare la persona civile, educata e carina che sei, non fare uscire la parte più scorbutica del tuo carattere. Ceniamo in serenità poi i ragazzi vanno via e poi potrai andare a dormire"

Cosa non si fare per le amiche!

"Tu come stai invece? Hai intenzione di svenire anche questa volta?"

"Scema, non mi prendere in giro, quel giorno era una cosa seria, non ero mai stata così tanto in ansia, ma secondo me non era solo dovuto al fatto che di lì a poco avrei rivisto Fede. Ma oggi sto molto meglio, sono rilassata" confessa lei sedendosi accanto a me.

I due ragazzi alla fine hanno ceduto e ci hanno promesso che dopo aver salutato i due calciatori se la fileranno cercando un posto dove mangiare fuori.

Sono quasi le nove e dei due Federico nemmeno l'ombra.

"Avranno avuto da fare agli allenamenti, sappiamo che sono sempre impegnati" cerco di convincere Silvia, che però quando sente suonare il campanello cambia espressione.

"Roosmery, apri tu, io vado su per fare l'entrata ad effetto" mi ordina salendo le scale a due a due.  

Mi avvicino alla maniglia per aprire ma il rumore del campanello risuona ancora una volta nella stanza. 

L'idea di lasciarli fuori per il resto della sera mi balena nella testa, ma poi so già che Silvia mi ucciderebbe. 

"Buonasera signorina" esordisce lui con ancora il dito sul pulsante del citofono. Dovevo immaginare che si trattasse di lui. 

"Prego, non state sulla porta" dico chiudendola alle mie spalle. 

"Oh grazie mille, molto carina la casa" Bernardeschi sta morendo di ansia, si guarda in torno e si attorciglia le mani l'una all'altra. 

"É vero! State qui, vado a chiamare Silvia" 

"Dov'è??" chiede Bernardeschi ridendo 

"Penso in camera sua, era andata per parlare con sua madre" mento, non voglio che sappiano il vero motivo per cui è salita, sicuramente la metterei in imbarazzo. 

Sulle scale, però, incontro i due ragazzi. Mi ero completamente dimenticata di loro. 

"Noi usciamo" mi dice Nicolas, salutandomi con la manina. 

"Anche tu vai via?" mi rivolgo a Fabrizio. 

Il mio sguardo però cade su Chiesa che mi guarda dispiaciuto. 

"State insieme?" domanda Bernardeschi una volta sentito il rumore della porta chiudersi. 

"No, è come un fratello per me" decido di dire la verità. Non mi va di continuare a mentire. 

Lui sorride e io ricambio. 

"Ragazzi a tavola" urla Silvia dalla cucina.

"Sedetevi come vi pare" 

All'improvviso suona insistentemente il mio cellulare. Mamma. 

Se rispondo, mi terrà al telefono per almeno due ore, quindi rifiuto la chiamata e continuo ad ascoltare la conversazione tra Silvia e Federico. 

"Dai Roosmery, rispondi, magari è qualcosa di importante. Ti stanno tartassando di chiamate" mi consiglia lui, toccandomi il ginocchio con la sua gamba. 

Faccio come dice e quando ricompare il nome della mamma sullo schermo, premo il pulsante verde. 

"Dimmi mamma" 

"Tesoro, devo darti un notizia, purtroppo Amelia non ce l'ha fatta, abbiamo provato di tutto, siamo stati in ospedale per due giorni consecutivi. Abbiamo deciso di dirvelo solo adesso perchè non ci sembrava il caso di rovinarvi la vacanza per qualcosa che magari poteva essere risolto" 

Amelia!

Non ce l'ha fatta!

Sento un vuoto enorme allo stomaco, non riesce restare ancora qui con tutti questi occhi  che mi guardano.

"Scusatemi, ho bisogno di prendere un po' di aria" dico scoppiando a piangere.

Pov's Federico C.

"Stupido, ti muovi a seguirla" mi incita Federico seduto accanto a me. 

Dal suo sguardo si vedeva benissimo che era distrutta, dev'essere successo qualcosa di davvero grave. 

Uscito dalla porta, la vedo correre, probabilmente senza una metà ben precisa. Così decido di seguirla, prima o poi si dovrà fermare. 

In questo momento sono l'ultima persona che vorrebbe vedere. Lo so, ma magari riesco a consolarla in qualche maniera. 

"Roosmery?" urlo per farmi sentire quando la vedo fermarmi a pochi metri da me. 

La piccola si gira e sulla sua faccia si rincorrono un sacco di lacrime.

"Vattene, non voglio parlare con nessuno" dice continuando a piangere.

La conosco da pochissimo tempo ma mi è entrata nel cuore. Vederla piangere così mi spezza. 

"Va bene, allora stiamo zitti" ironizzo affiancandola. 

A quelle parole lei sorride. Sta sorridendo a me, per qualcosa che le ho detto io.  

"Scusami se se sono uscita così all'improvviso, mi mancava l'aria" dice asciugandosi almeno in parte le lacrime.

"Nessun problema, ci siamo preoccupati tutti. Ti abbiamo visto correre via"

"E tu mi hai seguito! Poi sarei io la stalker?" scherza tirandomi un pugno leggero sulla spalla. 

"Stai meglio ora?" chiedo guardandola negli occhi.

"Si"

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Siamo arrivati al nono capitolo e il piccolo animaletto della dolce Roosmery è andato via! 

E voi? Avete degli animali domestici? 

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Quando Meno Te Lo Aspetti - Federico ChiesaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora