"When the stars go out
You can rest your love
On me."Avete presente la paura della fine? La paura che tutto si spezzi in un attimo? Ecco, era quello che stavo provando proprio in quell' istante. Eravamo di nuovo insieme, e quello bastava; ma non ci trovavamo nelle favole e niente dura all'infinito. Niente é per sempre.
Fermare il tempo, bastava solo quello. Fermare quell'istante, fermare quei momenti. Fermare tutto.
-Con? Pronto?- disse lui con un filo di voce. Aspettando una risposta, continuò a passarsi le mani sui capelli nervosamente.
-Con?- ripeté, poi gli feci segno di mettere in vivavoce.
-Brad!- disse Connor dall'altro capo del telefono.
-Dimmi- risposte Bradley in tono stranamente calmo.
-Buone notizie!- una pausa alquanto inquietante -la prossima tappa é stata annullata, ce ne andremo domani pomeriggio-
Lui fece un gran sorriso, e gli si illuminarono gli occhi.
-Davvero?-
-Certo...- disse Connor con euforia, ma evidentemente stava male dentro. Sapeva benissimo che non poteva trascorrere l'intera giornata con Clarissa, purtroppo. -Con gli altri abbiamo deciso di organizzare una cena tutti insieme, ci stai?-
-Certo, dove?- mi guardò e mi sorrise, di nuovo.
-Ancora non lo sappiamo, te lo farò sapere. Ora vado, a stasera!- concluse Connor in tono troppo felice, poi riattaccò. Era dannatamente evidente che la sua felicità non era un sentimento sincero. Come si poteva essere felici dopo tutto quello che era successo?
Io in meno di un secondo abbracciai forte Bradley, e lui ricambiò.
-Tempo! Ancora Tempo!- gridai, e lui mi baciò. Eravamo felici, per una volta.
Mi prese per i fianchi, e mi posò delicatamente sul letto, poi iniziò a spogliarmi di nuovo.
-La cosa in sospeso...- ridacchiò.
-Esatto- dissi io decisa, quella volta non avevo paura, mi fidavo cecamente di lui e non avevo paura che mi facesse del male o cos'altro.
Fece scivolare la mano nelle mie slip, e con un colpo secco le sfilò, poi feci la stessa cosa con i suoi vestiti. Dal suo zaino tirò fuori in fretta e furia un preservativo, e se lo mise.
-Ti prego, fai presto- dissi io, avevo solo una voglia pazza di lui.
Cinsi con le gambe il suo bacino, e lentamente si insidiò in me. Quella volta avevo voglia di più, così lo incitai ad andare più forte, e lui obbedì. Gridai forte, ma lui mi azzittì ed io lo guardai sorridente. Quando arrivai al culmine del piacere uscì una volta per tutte da me, ma continuai a baciarlo, avevo semplicemente voglia di dirgli quanto lo amavo, solo quello. Glielo stavo dimostrando, e lui stava facendo lo stesso.
Alla fine di tutto mi sorrise, poi mi abbracciò di nuovo e mi rivolse quello sguardo sincero che solo lui sapeva fare.-Ti amo- gli sussurrai piano.
-Ti amo- gridò invece lui. Aveva una gran voglia di farlo sapere a tutti.
La mattinata trascorse tranquilla, avevamo parlato per tutto il tempo senza fermarci un secondo. Avevamo una maledetta voglia di confidarci, di parlare...
-Cosa pensi che dirà tua madre?- mi chiese mentre giocava con i miei capelli.
-Non lo so, Brad- mi rattristii -ho paura che non capisca, ho paura che ti faccia andare via. E io non voglio-
-Non lo voglio neanche io...- mi disse quasi sussurrando.
-E se ti caccia?-
-Non pensarci-
-E se lo fa?-
-Non pensarci, fidati. E se invece mi fa rimanere?-
-Lo spero...- conclusi.
Non feci in tempo ad aprire bocca di nuovo che sentii la porta di casa aprirsi.
-Oddio, ma é già mezzogiorno- gridai, poi mi rivestii per la seconda volta in fretta e furia e mi precipitai da mamma.
-Jo- disse mamma in tono troppo risoluto. Dopo poco tempo apparse sulla soglia della porta di casa papà.
-P...papà, che ci fai qui?- dissi, di solito rientrava per cena.
-Non credi che dovremmo parlare?- mi chiese, avvicinandosi sempre di più a me -anche perché non ho capito molto bene cosa sia successo-
Mamma gli diede una botta con il gomito. -Sai bene come stanno le cose- gli sussurrò, ma non troppo piano da non farmelo sentire.
Era vero, lui non sapeva nulla della gita, sapeva solo che eravamo andate con dei ragazzi per divertirci, ma evidentemente non sapeva la verità. Non poteva saperlo.
-Tua madre mi ha accennato qualcosa... quindi... potresti far venire qui, il tuo... cioè questo ragazzo?- era evidente che mio padre era più imbarazzato di me.
Mi avviai lentamente per la mia camera, cercando di mantenere la calma senza riuscirci. Come potevo riuscire? Con una singola parola sbagliata avrei rovinato tutto, un'altra volta.
-Brad, i miei genitori stanno per prendere una decisione che potrebbe cambiare tutto- sospirai -forse-
-Cosa intendi?-
-Non lo so nemmeno io, non facciamo passi falsi- lo guardai, poi lo baciai per dargli conforto.
Ci dirigemmo verso il salotto, poi Bradley si sedette accanto a me, faccia a faccia ai miei genitori.
-Ciao, Bradley Simpson- disse papà, squadrandolo da capo a piedi.
-Salve- rispose Bradley, con la sua tranquillità quasi inquietante.
Ci fu un momento di silenzio, poi mamma ruppe il ghiaccio e sputò il rospo una volta per tutte, senza tanti giri di parole
-Jo, abbiamo deciso di darti fiducia. Non deluderci.-
STAI LEGGENDO
He was the one // Bradley Simpson (The Vamps)
Fanfiction•SECONDO LIBRO: IN CORSO• Mi aveva chiesto di non dimenticarlo, mi aveva detto di non innamorarmi di nuovo, di tenerlo sempre con me; di aspettare, perchè sarebbe tornato. Lui mi amava. Ma mi amava davvero dopo quello che avevo visto? Cosa ero diven...