Chapter 1- Don't do this

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"I helped you battle your demons,
I get they left a mark
though you ain't got the feeling,
you're stuck with the scars."

14 febbraio 2020.
Dopo poco imboccai la strada di casa, con ancora il sapore di fumo nella bocca. Era passato un fottuto mese da quella gita, e lui era ancora il mio pensiero fisso. In ogni momento pensavo a quello che eravamo stati, a tutte le parole dolci, ai baci, agli abbracci e a come mi avesse rovinato la vita.
"Hai conosciuto un ragazzo e te ne sei innamorata dopo 7 giorni, ed ora che ti ha tradito ti sei distrutta da sola, sei ridicola!"  oppure "Bradley non ti merita, avete fatto bene a lasciarvi" ecco le domande che mi arrivavano anonimamente ogni giorno su Ask, oppure c'era anche chi aveva la faccia tosta di dirmelo in faccia. Ed io come potevo sentirmi? Prima cosa non eravamo stati insieme, e seconda cosa lui neanche si era reso conto di ciò che aveva fatto, perché continuava a scrivermi di continuo. "Ti prego rispondimi", "dimmi cosa ti ho fatto" o cose del genere. E poi mi chiedo: ma brutto coglione, non sai cosa hai fatto? Stavi solamente flirtando con una ragazza il giorno dopo di avermi portato a letto e di avermi detto di amarmi davvero, ecco cosa hai fatto.

Non avevo parole, davvero. Sul serio non sapeva cosa aveva fatto?

Io di sicuro non gli avrei risposto, mai e poi mai. Mi aveva rovinato l'intera esistenza, il bellissimo rapporto che avevo con i miei genitori era diventato una merda e in più passavo le giornate a fumare e bere con le altre; neanche loro se la passano tanto bene, devo dire la verità. Ma almeno loro erano i videochiamata con i loro ragazzi ogni giorno, si scrivevano e parlavano tutta la giornata, cosa potevano avere di meglio?
E poi ci sono io, la stupida Joanna ingenua che si è rovinata la vita per un coglione, ne ero sicura che non poteva andare bene qualcosa nella mia vita. Ma che potevo fare? Parlare con Bradley, perdonarlo, e credere ad altre fandonie? Credo proprio di no.
Avevo raccontato tutto a mamma, le avevo detto che ero stata un imbecille ed avevo chiuso con lui, e lei come se non bastasse si era incazzata ancora di più, perfetto.

Svoltai lentamente per il viottolo di casa, ed un gatto nero mi passò davanti.

-Merda!- gridai, ora ogni singola cosa mi irritava, anche una semplice e piccola stupidaggine. Ero ridotta proprio male, vero?

Con calma passai davanti ai miei vicini. Non sapevano proprio farsi gli affari propri, eh? Sapevano che da quando ero tornata da una normalissima gita ero diventata strana, persa tra alcool e perfino droga; ma non tutti conoscevano la verità, anzi, nessuno la conosceva, nemmeno i miei genitori, in realtà.
Arrivata alla porta di casa girai la chiave nella serratura ed entrai. Speravo di non vedere ne mia madre ne mio padre, davvero, meno li vedevo e meglio mi sentivo. Posai lo zaino in camera e nascosi la bustina, poi presi le sigarette ed andai sul balcone, non mi importava che i vicini pensassero male, tanto tutti sapevano che fumavo. Mi misi seduta per terra, e accesi una sigaretta.
In quel momento, tra il vento che mi sferzava il viso freddo ed il silenzio delle due del pomeriggio, c'ero solo io, e i miei pensieri. Purtroppo.
Come ogni giorno mi saliva in mente il ricordo di lui, di tutto quello che eravamo stati. In quel momento mi faceva davvero schifo. Strano, vero? Amare una persona che ti fa schifo. Beh si può.
Visto che era un freddo cane, mi chiusi nella grande felpa nera e posai i gomiti sulle ginocchia. Ormai il nero era parte di me.
Presi il telefono e mi feci una foto con in bocca una sigaretta. Non mi interessava sembrare figa agli occhi degli altri, avevo solo voglia di mostrare come mi aveva ridotto quel coglione. Pubblicai la foto su un'instastory, poi chiusi il telefono. Ah, ora il bastardo mi ha anche fatto diventare anche famosa, sapete? Ora faccio migliaia di like e visualizzazioni, verrò ricordata come "la ragazza di Bradley da una botta e via con un nome ed un cognome" non una delle tante anonime. Bene.

Dopo poco mi arrivò un messaggio, era lui. Mi aveva scritto su whatsapp, l'unico posto in cui non lo avevo bloccato. Volevo ancora sentire cosa aveva da dire, fino a dove si sarebbe spinto.

"Non farlo, Jo. Non puoi rovinarti così. Possiamo chiarire." era lui. Lessi e non risposi, come avevo fatto sempre.
E poi le lacrime tornarono, come ogni giorno, del resto. Piansi per tutto quello che mi stava accadendo, di quel momento che stavo passando e davvero, non vedevo l'ora che finisse. Ero bloccata tra un "dimenticalo" ed un "vedi cosa ha da dire e chiarisci", ma evidentemente il cervello aveva scelto la prima opzione, e stava cercando di metterla in atto.

"Non so davvero cosa abbia fatto, io ti amo Jo. Ti aspetterò fino a quando deciderai di rispondermi. È una promessa"

Tutte quelle promesse... Tornerò, non dimenticarmi. Ero passata da un crederci fino all'impazzire ad un "non lo farà mai". E non sapevo davvero cosa fare. Avrei lasciato tutto in sospeso finchè la mia lucidità non sarebbe tornata. Forse non sarebbe tornata mai. Poi il telefono suonò di nuovo. Instagram.

@imcalledconnor vorrebbe inviarti un messaggio: Ciao, Joanna. Ti andrebbe di parlare un po'?

He was the one // Bradley Simpson (The Vamps) Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora