"'Cause I'm a fool
I let you down, I let you down
I made waves, my mistakes."Tra qualche drink in più e qualche chiacchierata, la serata finì. Era tutto così bello e non smettevo di ripeterlo ne nella mia mente, ne a Bradley. Mi ritornò in mente il periodo della gita, il periodo in cui la nostra vita era stata stravolta, e continuava ad esserlo. Pensai anche a tutti i problemi che c'erano stati e a quanto avessi lottato per arrivare dove ero in quel momento. Così, ripensai ai pianti e alle crisi di panico, al fatto che Clarissa non c'era più, al fatto che Bradley era la persona a cui tenevo di più ma anche la persona che avrebbe potuto farmi più male, e così via. Ripensai anche al dolore che avevo provato vedendolo con quella ragazza che poi si era rivelata la sua sorellastra, alle lacrime versate in quel parchetto, un po' a tutto; tornai ad essere tesissima.
-Jo, tutto ok?- Brad interruppe i miei pensieri mentre guidava verso casa.
-Si, perché?-
-Ti eri fissata, fissavi il vuoto- sorrise.
-Ho parecchi pensieri, in realtà-
-Del tipo?- il suo sguardo si fece più serio.
-Ne parliamo dopo- dissi a voce bassa.
Mi posò la mano sul braccio -Seriamente, tutto ok?-
-Si, tranquillo. Piuttosto guarda la strada, vorrei che la macchina di papà arrivi sana in garage-
Scoppiò a ridere -Hai dubbi?-
Dopo poco tempo arrivammo a casa, mamma e papà già dormivano, così posai le chiavi sul tavolo e andai in camera.
-Fai piano- sussurrai a Bradley -non vorrei che domattina si sveglino di cattivo umore-
-Ehi, rilassati- disse mentre si sbottonava la camicia -Sei troppo tesa- si avvicinò a me ed iniziò a baciarmi il collo -hai bisogno di relax-. In poco tempo ci ritrovammo nel letto, attorcigliati l'uno sull'altra.
-Brad- dissi mentre mi scostavo leggermente -non mi va-
-Mi spieghi cosa c'è che non va?- si stese accanto a me.
-Lo sai...-
-Se l'avessi saputo, non te l'avrei chiesto- disse mentre giocava con i miei capelli.
-E invece in fondo lo sappiamo benissimo entrambi-
-Spiegati-
-Ora siamo insieme e sono felicissima, lo sai-
-Però?- mi interruppe all'istante, aveva uno sguardo spaventato -non funziona qualcosa?-
-Ma no, Brad-
-E allora cosa? Non capisco-
-Cosa succederà domani? Cosa succederà nel futuro?- mi feci ancora più triste -da domani pomeriggio sarà tutto come prima-
-Questo è vero- anche lui si rattristì.
-E sprofonderò nella tristezza, lo sai. Perché mi mancherai da morire e non possiamo farci niente-
-Posso sempre tornare-
-No, Brad, parli senza riflettere. Sei un cantante, hai una band, hai da fare un mare di tour, lo sai in fondo. State ricominciando a fare successo, l'abbiamo visto tutte- le lacrime cominciarono a rigarmi il viso -E io?-
-Jo, lo so, lo so benissimo. Ma perchè non godersi il presente?-
-Non abbiamo tempo-
-Lo stiamo avendo ora-
-Lo capisci o no che senza di te sto male?- lo guardai dritto negli occhi -non so più che fare-
-Le promesse...- disse a tono bassissimo.
-Cosa?-
-Le promesse, Joanna- si girò dall'altra parte, evidentemente per nascondere le lacrime -non scordarle, perché io non lo sto facendo-
-Nemmeno io-
-E invece sembra di si. Perché lo sai che voglio trovare una soluzione-
-Serve tempo-
-Ma non lo abbiamo-
-Vedi? La pensiamo allo stesso modo, in fondo- risposi mentre posavo il capo sulla sua schiena -Sai quanto tengo a te e alla tua felicità, e non voglio che soffriamo entrambi di nuovo-
-Mi sono stufato di dire cose che già sai, Joanna. Ti ho già detto tutto, e te lo sto dimostrando- si girò per far coincidere le nostre bocche, tenendomi stretta -e ti prego, credimi quando ti dico che voglio mantenere le mie promesse. Non me ne frega niente del tempo che ci vorrà-
-Spero poco-
-Ti dico che non mi importa. Ci sentiremo ogni giorno per telefono, te lo prometto... Poi quando avrò tempo verrò- mi baciò -te lo prometto- ripetè.
-Ti amo- dissi mentre gli accarezzavo i capelli.
-Sai già qual è la mia risposta-
-Giusto-
-Però non voglio vederti col broncio-
-Ce l'ho sempre- ridacchiai.
Entrambi ci nascondemmo sotto le coperte, con le stelle visibili sopra di noi attraverso il lucernaio. Rimasi a fissarle per un po', pensando che non avrei voluto essere in nessun altro posto in quel momento.
-Stavo pensando a una cosa- mi disse dopo poco.
-Dimmi-
-Io prima non vivevo-
-Ma che stai dicendo?-
-Sono serio- si mise a ridere.
-"Vivevo"? In che senso?-
-Non mi sono spiegato bene- sospirò -vivevo, ma non nel modo in cui vivo ora-
-Continuo a non capire-
-Jo, tu mi hai dato vita-
-Quei drink ti hanno dato alla testa o cosa?-
-Sono serio-
-Secondo me ti è salito tutto ora, perché prima sembravi serio mentre parlavi-
-Mi hai dato vita. Mi hai dato voglia di vivere. Mi hai dato la voglia di uscire per vederti, in quel pub, in quel parco. Non capisci? Prima ero come in una bolla, non ascoltavo, parlavo poco, non volevo fare niente. Chi l'avrebbe detto che sarei arrivato in italia per vedere te? Chi l'avrebbe detto, eh? Mi hai dato voglia di vivere la vita al massimo, di continuare la mia passione, il canto; di fare cose per una ragazza che non avrei mai fatto in vita mia, ma per te si. E non sai quanto mi ha fatto male non sentirti quel periodo, per quell'incomprensione, per quella cazzata. Avevo paura di aver rovinato tutto, di non rivederti più. Ma ora che siamo qui non desidero altro-
-Brad...- ero in preda ad un imminente crisi di pianto -nessuno mi aveva mai detto queste cose-
Sorrise -vorrei che rimanessi l'unico-
-Sarà così- lo baciai.
Continuammo a guardare le stelle per un po', poi pensai che si fosse addormentato sopra il mio petto.
-Sei ancora sveglio?- chiesi piano.
Nessuna risposta.
Mi spostai leggermente per mettermi comoda, poi chiusi gli occhi.
-Potremmo scappare, lo sai?-
-Sei pazzo- risposi.
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He was the one // Bradley Simpson (The Vamps)
Fanfic•SECONDO LIBRO: IN CORSO• Mi aveva chiesto di non dimenticarlo, mi aveva detto di non innamorarmi di nuovo, di tenerlo sempre con me; di aspettare, perchè sarebbe tornato. Lui mi amava. Ma mi amava davvero dopo quello che avevo visto? Cosa ero diven...