Capitolo 29

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Apro il quaderno e svolgo gli esercizi.

Ogni tanto lo guardo mentre sta col telefono in mano.
Mi ignora oppure sta veramente guardando qualcosa di interessante.

"Amore mi dai una mano per favore?"
Fingo di avere difficoltà con questo esercizio, per attirare la sua attenzione.

Svogliatamente alza il busto, è distratto e non sta pensando minimamente a me.

"Devi fare così, c'è pure scritto nel libro"
Risponde con stanchezza.

"Ok, che ti prende?"
Chiedo spiegazioni, lasciando il libro sulla scrivania per sedermi accanto a lui.

"Non voglio tornare a Milano.
Voglio stare qui con te"
Il suo tono diventa ancora più triste e malinconico.

Unisce le nostre labbra in un bacio tenero.

A mio dispiacere devo fermarmi.
"Dammi qualche minuto e stiamo insieme"
Annuisce e vari secondi dopo, toglie le sue mani dai miei fianchi.

Ho deciso che il compito non finito lo copierò da Trevor, non è molto.

Iniziamo con un bacio, più lento e poi sempre più focoso.
Avevamo bisogno l'uno dall'altro, poi avevamo casa libera quindi due più due.

Forse ho sbagliato, dovevo far passare molto più tempo, ma sentivo di volerlo fare.
Volevo un ultimo momento tutto nostro prima di lasciarci, volevo far in modo di ricominciare.

Restiamo abbracciati per un po' , la sua mano percorre delicatamente la mia schiena.
Nel mentre la mia mano è sul suo petto.

"Cosa vuoi fare principessa?"
Domanda baciandomi la testa.

"Stare con te"
Mi limito a rispondere.

LUCA'S POV.

"È colpa tua se torno a casa, non ti imponi.
Fai l'uomo una volta tanto!"
Abbiamo iniziato a parlare del fatto che siamo tristi.

Io voglio che resta ed anche lei.

Così di colpo ha pensato di sbroccare ed ha iniziato a darmi la colpa.
"Ti calmi adesso?"
Sto provando a non arrabbiarmi.

Lei non è così.
"No Luca, se tu smettessi di fare il gentiluomo noi non ci troveremo in questa situazione"
Per mia fortuna siamo in una zona isolata del parco.

Dopo si sarebbe tirata i capelli per lo spettacolo che sta dando.

"Faccio quello che è giusto"
Anche perché io non mi definisco un gentiluomo.

Riesco ad afferrare i suoi polsi, e poi abbracciarla.
"Non voglio tornare a casa"
Piagnucola sul mio petto.

Inizio a sentire la mia maglietta bagnata.
Prendo il suo mento, per alzare il suo viso.

Sta piangendo.

"Ascoltami andrà tutto bene, dobbiamo rimanere gli stessi.
Ti telefonerò tutti i giorni, parleremo tramite messaggi, le video chat e poi ci vedremo per Pasqua"
Tento di rasserenarla la bacio infinite volte la guancia e poi le labbra.

Sei la mia rovina 3.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora