Capitolo 22

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Entra uno dei nostri sette professori.

È un ragazzo, può avere una trentina d'anni.
Ma non so che materia insegni.

Noi ci alziamo in piedi e con un suo gesto della mano, ritorniamo seduti.
"Lui è il professore di filosofia, è uno stupido, nel senso che tutti lo prendono in giro e lui sembra non accorgersene.
Io invece penso che faccia finta, insomma non può essere così demente"
Trevor si avvicina al mio orecchio.

Già al primo giorno, nella prima ora mi ritrovo a ridacchiare.
Il professore non si accorge di nulla, anche perché guarda una marea di fogli.

"Burton?"
Chiama il mio cognome, mi tiro subito in piedi e tutti mi guardano.
Mentre mi tiro su, sbatto il ginocchio contro il banco.

Sussurro un gemito di dolore, e tutti ridono.
Trevor, tocca subito la zona arrossata, per fortuna nascosto dal banco.

"Ragazzi!"
Urla il prof per richiamarli.
Si zittiscono.

"Tu sei la ragazza nuova, bene.
Parlaci un po' di te, quello che ti senti"
Si accomoda nella sedia, io inizio ad avere il fiato accelerato.

Guardo il mio compagno di banco, con quel tenero sorriso, riesco a parlare.

"Io sono Grace.
Ho diciassette anni, vivo con mio fratello.
Prima frequentavo un liceo classico, vengo da Milano"
Non so che dire.

Il prof mi fa una domanda.
"Sei orfana?"
Domanda curioso.

"Em, no.
I miei sono entrambi medici, hanno congressi ed operazioni a riempire le loro giornate.
Così uno dei miei fratelli, l'unico che vive in Italia, ha proposto di farmi vivere con lui"
Spiego velocemente, mentendo ogni volta sull'argomento.

"Grazie"
Dice infine il professore.

Ritorno a sedermi, tiro un sospiro di sollievo e ripenso alla mia prima figura di m.
Ed ho appena iniziato l'anno.

"Ah, io sono il professore Rossi.
Riccardo Rossi, insegno filosofia.
Spero che uno dei tuoi compagni ti dia una mano, in caso di problemi"
Interviene il mio compagno di banco.

"Professore, ci sto pensando io.
Siamo amici di famiglia"
Tutti i compagni maschi, fanno un fischio insieme.

"Ah dementi state zitti"
Li richiama Trevor.
Che imbarazzo.

Ma perché i maschi pensano subito a quello?

Qualche minuto dopo aver finito l'appello inizia subito col programma.

Per fortuna siamo allo stesso punto.

Subito dopo tocca alla prof di storia, ma in lingua straniera.
Mi chiede le stesse identiche cose del professore Rossi.

Ripeto le stesse identiche cose la prof di inglese.
Che mette i brividi per quanto sia seria e particolare, vuole la perfezione.

Il prof di educazione fisica e di spagnolo, quella più solare e simpatica di tutti.

"Allora?
Che ne pensi di questa classe?"
Domanda Trevor vicino alla sua moto.

"E soprattutto cosa ne pensi di me?"
Un braccio avvolge le mie spalle.
Accanto mi ritrovo Salvo, un mio compagno.

"Salvo smamma"
Dice Trevor levando quel braccio.

Il ragazzo mi sorride, ha pure quell'aria da ragazzo che ha davvero bisogno di essere preso a ceffoni.

Perché si sta montando la testa.

"Salvo, sono felicemente fidanzata"
Lo liquido, con un sorriso nervoso e falso.

"A me non importa"
Capisco, vuole solo qualcuno che lo "aiuti" al momento.

Alzo gli occhi al cielo, salgo sulla moto e torno a casa.

"Ti chiedo scusa per quel cretino"
Parla Trevor, davanti casa mia.

"Non è colpa tua.
Lo hai detto tu, è cretino"
Sorridiamo a questa mia affermazione.

Ci salutiamo con un bacio sulla guancia.
Mi sono dimenticata le chiavi a casa.

Inizio a suonare il campanello, busso anche.
Poggio l'orecchio alla porta, non sento niente.

Dentro non c'è nessuno.

Jace.
Preoccupata guardo e vedo che la sua macchina non c'è.

No.
Stupido non mi puoi lasciare qui.

Potevamo chiarire tutto, quello che provo per lui non è cambiato, ma non sene deve andare.

Volevo mantenere le distanze, come vendetta.
Dargli fastidio il tempo di divertirmi un poco.
Ma poi sarebbe ritornato tutto alla normalità.

Invece lui se né andato, anche Milly.

Mi hanno lasciata qui.

Ci sono cascata, di nuovo.

Spero vi piaccia!

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