Capitolo 59

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"Si amore.
Mi mancherai anche tu"
Con Fred, la nostra vera, relazione.

Va a gonfie vele.

Ho saputo che fra due giorni, tornerà a Milano.
Stranamente non parla, è arrabbiato e non concepisco il motivo di tale comportamento.

Provo ad infrangere questa sua barriera rendendo visibile, la mia reale tristezza.

Celando la paura di restare di nuovo sola.
Di vedere tutto crollare un'altra volta.

Gli rubo una sigaretta dal suo pacco, ed aspiro il fumo grigio e cancerogeno.

"Lui ti ha toccata per la prima volta vero?"
Esce questo discorso, senza alcuna connessione a quello che dico io.

"Che stai dicendo?"
Farfuglio.

Avvicinandomi ancora di più a lui.

"La tua prima volta è stato con lui vero?"
Urla, mettendosi in piedi.

La figura mi mette paura, la sua testa che fa ombra sulla mia.
Il viso oscurato, i tratti rigidi e gli occhi luccicanti, pronti a esplodere per far uscire tutta la rabbia che lo sta divorando dall'interno.

È arrabbiato, perché Jace è stato il primo.

Abbasso la testa, ha fatto così tanto paura da mettermi in imbarazzo sulla scelta migliore di tutta la mia vita.

"Perfetto"
Sibila.

Io ho paura, eppure non dovrei.

Lo amo e quindi non devo essere spaventata da lui, dal mio ragazzo.
Fred mi vuole bene.

"Andiamo amore non te la prendere.
Ora sono tua"
Mi alzo, avvolgo le braccia intorno al suo collo.

Spero di non farmi sopraffare dalla paura.

"Lo so"
Sorride, quindi dovrebbe essere passato tutto.

"Ma non voglio che tu lo veda mai più.
L'idea, di lui... "
Sussulto e giro la testa, verso i resti, tutti sul pavimento di una cornice.

"Fred per favore calmati"
Lo prego, mentre vedo il mio ragazzo fare avanti e indietro.

Non riesco a decidermi.
Come posso definire tutto questo.

Follia o gelosia?

Mi precipito da lui, lo abbraccio, stringo la presa, convinta di poter fargli sentire maggiormente il mio amore.

Allento la presa quando mi stringe il mento fra le sue dita.
Unisce le nostre labbra.

Le sue labbra sono calde, gonfie e mordono le mie.

Per far capire chi comanda, anche se già era chiaro, mi stringe i fianchi.

Tocca il mio collo, le sue dita sono leggere, non premono sulla pelle, ma la sfiorano appena.

Provocandomi la pelle d'oca.

È una danza dolce, molto dolce.
Mi chiedo anche dove abbia imparato il mio ragazzo.

Al momento però non voglio preoccuparmene, desidero restare così.
Fra le sue braccia, per poi dirigerci verso il letto.

Sei la mia rovina 3.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora