7. Primo giorno di scuola: uscita.

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POV A.O.I.

- Chi è nato d'estate?- dice una stridula voce.
Voce che definirei massacrante per le mie orecchie da quanto è stridula.

Di chi è la voce?
La voce è di una ragazza della mia classe: bionda, anche se ha un odore strano, non naturale, la carnagione è scura, ma anche questa non ha un odore naturale e gli occhi sono marroni, credo, non lo vista bene in faccia.

- Anch'io sono nata d'estate.- continua sedendosi sulle gambe di A.K.A..

Poi sento un gemito da Evelyn, credo di fastidio.

- Non è carino sedersi senza chiedere il permesso.- intervengo, mentre la ragazza prende un crecher, senza chiedere il permesso, e inizia a mangiarlo, infastidendomi ancora di più, quindi continuò a parlare: - E non è nemmeno educato prendere qualcosa senza chiedere.-

- E tu saresti?- risponde infastidita per poi voltarsi di nuovo verso il ragazzo accanto a me e ignorandomi .

- Sono Alike. E tu sei?- rispondo.

- Il posto difronte alla cattedra è proprio brutto. Perché non vieni accanto a me e molli la nuova arrivata?- dice ad A.K.A..

- No. Declino di nuovo l'invito, e poi non vogli lasciare sola A.O.I..- risponde.

- A.O.I.? E che razza di nome ridicolo è?-
Okay, ora mi sta facendo arrabbiare. Devo stare calma.

- Non è ridicolo.- mi difendono Eve ed A.K.A..

- È il mio soprannome. Mentre tu non ti sei ancora presentata, non è molto educato.- dico.

> Driiin!

La campanella suonò, e credo che ora rincominceranno le lezioni.

- Forza Alf spostiamo la tua roba.- squittisce di nuovo.
Devo stare calma.

- NO! Ho detto che resto accanto ad A.O.I..- Risponde A.K.A. e conoscendolo si sta innervosendo.

Lei si volta verso di me, si alza dalle sue gambe, poi si avvicina e con voce basa mi dice: - Non finirà qui. Lui sarà mio e se tu, putana, non vuoi problemi farai meglio a levarsi di mezzo.-
Devo stare calma.

- Tu non mi conosci, io non ti conosco e come io non dico certe cose di te, tu non puoi dirle di me. Io non voglio problemi, ne intralciare qualche tuo contorto piano.- mi difendo, a voce e non a mani, come mi ha insegnato mio padre, afferrandola per la maglia.

- Lasciami schifosa.-
Devo stare calma!

- Non puoi chiamarmi così. E con la voce stridula come la tua non dovresti permetterti di parlare nelle orecchie della gente, è una tortura.- stringo la presa.

- Nome schifoso per una persona schifosa.-
Devo stare calma e non perdere il controllo!

- SMETTILA! Non ti conviene farmi arrabbiare.- dico prima di mollare la presa.
Devo stare calme, non perdere il controllo e cercare di placare la voglia di sbranarla.
Poi con un ringhio, che non sono riuscita a trattenere, dalla mia natura, le dico: - CHIARO?-

Lei e gli altri vanno al suo posto, e non si è ancora presentata decentemente. Alphonse prende il libro e il quaderno, in tanto io mi calmo recuperando pure io il mio quaderno. Mentre entra la prof. In classe.

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Sono passate altre due ore, due ore di matematica. Ne sono felice è una materia che mi riesce e quindi mi piace.

Red Moon - Saga Alpha Omega -Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora