Chapter fifteen

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La settimana passò molto velocemente, quindi siamo già a venerdì e adoro.
Le ripetizioni con cameron stanno andando alla grande e qualche bacio rubato c'è sempre. Oggi facciamo ancora ripetizioni quindi tra qualche minuto sarà qui e ovviamente i miei non ci sono.
"Barbie sono io!" Urlò cameron fuori la porta.
"Ehi!" Gli sorrisi.
"Vorrei baciarti ma poi vorrei fare qualcos'altro quindi è meglio se mi calmo e studiamo." Disse guardandomi le labbra e poi gli occhi.
"Che bravo ragazzo, ti va se oggi non facciamo ripetizioni? Una volta saltare non succede nulla." Gli feci un sorriso.
"Questa barbie trasgressiva mi incuriosisce." Si morse un labbro.
"Ehi cosa pensi! Andiamo in giro dai." Presi una giacchetta con il cellulare e le chiavi e uscimmo. Ma intanto mandai un messaggio a mia madre per dirle che sarei stata via per un po' di ore.

Cameron mi prese la mano e per tutta la camminata non mi lasciò, mi piace il suo lato protettivo.
"Ti va se ritorniamo nel posto in cui siamo stati l'altra volta?" Propose, intendeva quello in cui si poteva intravedere tutta la città.
"Va bene." Staccai la sua mano sulla mia e cammina davanti a lui muovendo i capelli, che per colpa del tempo stavano per diventare crespi.
"Ehi aspettami, dammi la mano, non si sa mai che possano rapirti.." disse afferrandomi.
"Ma smettila." Feci una risata.
"Ti bacerei tutti i sorrisi che fai." Mi guardò.

Dopo una decina di minuti arrivammo con la macchina. Io e cameron ci sedemmo sull'erba come la prima volta.
"Siamo amici. Giusto?" Chiesi guardandolo.
"Amici? Io e te?" Rise.
"Mi spieghi come faccio ad esserti amico se ogni volta che ti vedo muoio dalla voglia di baciarti?" Mi guardò negli occhi.
Gli baciai le labbra per pochi secondi, era un bacio a stampo.
"Mi stai provocando?" Mi guardò stranito.
"Forse, ma vorrei parlare ancora un po'." Gli sorrisi.
"E dopo?" Mi domandò.
"E dopo ritorneremo in macchina."
"E dopo?" Ripetè.
"Potrei baciarti." Mi avvicinai.
"Così." Lo baciai lentamente e con passione, la mia lingua e la sua erano insieme e potevo sentire che aveva fatto un piccolo sorriso.
"Sei dannatamente brava a baciare." Mi complimentò appena ci staccammo.
"Avrò preso da qualcuno." Ironizzai.
"Posso chiederti una cosa?" Domandò cam, annuii.
"Cos'hai pensato la prima volta che mi hai visto?" Mi guardò.
"Che sei uno stronzo ma figo, sapevo già che mi avresti incasinato la vita e che dovevo starti alla larga." Risposi.
"E tu?" Continuai.
"Che sei bellissima e che volevo tanto baciarti." Guardò altrove.
"Ci sei riuscito." Sussurrai.
"Posso farti un'altra domanda?" Chiesi.
"Fai pure." Rispose.
"Perché ti definiscono il cattivo della situazione? Perché non si parla bene di te? Cos'hai fatto?" Si girò.
"Chiedilo agli altri." Rispose.
"Non ti va di parlarmi dei tuoi problemi?" Lo incitai.
"Non mi capiresti." Prese un sassolino e lo lanciò.
"E se fosse il contrario? Ho visto che hai un fratello, hai mai provato a parlare con lui?" Domandai pensando al quadro che ho visto a casa sua.
"Prima facevo così." Fissò il cielo.
"E perchè non continui?" Mi sistemai una ciocca di capelli.
"Perché lui non c'è più! Sono stufo di parlarne, a te non frega un cazzo!" Urlò guardandomi, mi sono sentita indifesa.
"Io cameron... mi dispiace." Sussurrai.
"Non è vero!" Si innervosì.
"Ti sto solo cercando di aiutare diamine! Perché caspita ti comporti cosi?!" Mi agitai.
"Scusami, non è colpa tua." Aveva gli occhi lucidi.
"Come se n'è andato?" Domandai avendo paura della risposta.
"Incidente. Da quel giorno sono cambiato totalmente, volevo trattare male tutti, usavo le ragazze per fare sesso ed è per questo che parlano male di me." Sussurrò l'ultima frase, gli scese una lacrima ma la tolse subito.
"Scusami, non piango di solito." Guardò in basso.
"Cameron, ehi, sono io, con me non devi fingere." Misi la mia mano sulla sua spalla.
"Lo so." Mi sorrise.
"Alzati su." Dissi in piedi. Mi ascoltò.
"Vieni qui." Lo abbracciai.
"Non ti avevo mai abbracciata.." sussurrò al mio orecchio.
"Sono uno stupido." Si staccò.
"Non dire così." Lo rassicurai. Lo guardai negli occhi e iniziai a baciarlo dolcemente e lui ricambiò, mi prese in braccio e mi portò in macchina.
"Cosa stai facendo?" Risi. Mi fece sedere.
"Andiamo a casa mia. Non c'è nessuno." Iniziò a guidare.

Entrai a casa sua.
Mi prese e mi fece sbattere contro al muro, mi baciò appassionatamente ma allo stesso tempo dolce, scese giù con la mano e mi palpò il di dietro, mi prese in braccio e continuò. Le nostre lingue si rincontrarono ed entrambi abbiamo sorriso.
"Barbie..." sussurrò.
"Sono pronta." Gli feci fare.
Mi portò in camera e si mise a cavalcioni su di me si tolse la maglietta velocemente e riprese a baciarmi. Mi tolse la mia maglietta, mi tirò a se e mi slacciò il reggiseno, era giunta l'ora.
"Sei incredibile." Si mise dolcemente sopra di me.
"Zitto e baciami." Mi sorrise e fece il meglio che potesse fare ma prima prese le precauzioni.
Eravamo senza niente addosso e non ero più in imbarazzo. Cameron scese fino al collo per poi baciarmi il seno, feci un gemito e continuò, mi vennero i brividi e la pelle d'oca sentire i suoi baci lasciarmi dei segni umidi sulla pancia.
"Cameron.." sussurrai affannosamente. Arrivò alle mie labbra e potevo sentire i suoi movimenti sopra di me, sentivo il suo respiro sulla mia pelle, il suo amore su di me, stava succedendo.

Non ero più vergine. La mia testa era appoggiata al suo petto e potevo sentire i battiti del suo cuore mentre lui avvolse il suo braccio attorno a me.
"Ti ho fatto male?" Mi chiese accarezzandomi.
"All'inizio si, dopo no. Sei stato davvero dolce." Gli accarezzai i suo pettorali.
"Sei così innocua, non permetterò a nessuno di toccarti." Mi baciò la fronte.

"Cameron, devo andare a casa." Cercai di lasciarlo.
"Va bene aspetta." Si mise la maglietta e il resto e feci lo stesso io.
"Cameron... mi puoi allacciare il reggiseno?" Lo indicai.
"Hai un bel fisico barbie." Disse allacciandomelo.
"Non sai tu." Mi infilai il pantalone e la maglietta.

Mi fai innamorare. | Cameron Dallas.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora