2 Prima lezione

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"Ciao, Irwin Smith." 

Pronunciò il suo nome con un sussurro lascivo e divertito, accompagnando il tono con l'assottigliarsi degli occhi, rendendo quell'unica frase, colma di carica erotica. Perfino Irwin, rimase sbigottito da quella reazione, al punto che la rabbia provata fino a quel momento si affievolì. La ragazza bionda di fronte a Livai, sbatté civettuola le ciglia finte. "Vi conoscete?" domandò.


Il sorriso sinistro del ragazzo si arcuò nuovamente, e quando le loro iridi si incatenarono nuovamente, Irwin sentì un fastidioso calore addensarsi a livello dei suoi lombi. "Diciamo di si. Non è così, Irwin? Hai fatto ritardo, vedo...Devi aver preso una strada sbagliata, per caso?" Con quale falsa ingenuità pronunciò quelle parole! Così come la rabbia era svanita, grazie ad un suo semplice sussurro sensuale, così gli ritornò, quando vide il suo volto manipolatore inclinarsi di lato e imbronciandosi appena, fingendosi seriamente dispiaciuto. Ormai il loro scambio di battute così informale, aveva attirato l'attenzione di tutti quanti, ma questa volta Irwin non aveva intenzione di farsi fregare da quella lingua tagliente. Fuori dalle mura scolastiche, lui poteva essere un energumeno biondo qualunque, ma lì era il suo terreno, e lo avrebbe fatto comprendere a quell'impertinente ragazzino. Gli diede le spalle e si incamminò verso la cattedra. Afferrò il registro adagiato sopra la sua ventiquattro ore, alla ricerca. Si voltò, con un sorriso sornione sul viso, quando ebbe individuato il suo nome e numero di matricola. " La ringrazio per la sua sincera preoccupazione, signorino..."i suoi occhi indugiarono sul cognome scritto in corsivo. "Scott." Perché quel cognome gli era così familiare? "Ma, non mi pare appropriato il modo con cui lei mi si sta rivolgendo. Le chiedo scusa, ma in qualità di suo insegnante, sono tenuto a farglielo notare. Ed ora, dato che mi sembra la persona adatta per questo compito, potrebbe spiegarmi il programma svolto fino ad ora con la precedente insegnante?" 


Fu con una certa nota di soddisfazione, che vide la perplessità dipingersi su quel viso. Il suo tempo di reazione fu esageratamente lungo, questa volta, ma quando Livai Scott cosa gli era stato detto, arrossì visibilmente. Il coro di risate che ne seguì, fu come musica per le orecchie di irwin, che comprese di essere il vincitore di quella piccola disputa, almeno per quella volta. "Andatevene a fanculo." borbottò arcigno Livai e parve per un attimo tentato a risolvere tutto mettendosi di nuovo ad ascoltare musica e dormire, tuttavia quando i suoi occhi adirati incrociarono quelli di Irwin, si tolse entrambe le cuffiette e spense l'apparecchio, come se finalmente stesse temendo una reazione da parte del suo insegnante. Per poco Irwin non sentì il petto gonfiarsi, come un pavone. Non lo degnò di un'occhiata ulteriore, ma inforcò gli occhiali e , alimentato da nuova forza, chiese se una delle signorine era così gentile da spiegargli il programma svolto. Domanda che venne accolta con grande fervore dal sesso femminile, e un chiacchiericcio di voci si sovrappose, nel tentativo di prevalere sulle altre. Mentre prestava attenzione a una ragazza dai capelli rosso fuoco, dall'aria deliberatamente provocante, intravide con la coda dell'occhio il compagno di banco di Scott sporgersi nella sua direzione, cingendogli le spalle con un braccio. Aveva un sorriso simpatico e un viso furbetto, ma anche con quelle condizioni, Irwin si ricordò di come il moro evitasse volontariamente il contatto fisico con gli altri. Ed infatti, vide le sue spalle minute irrigidirsi...Per poi rilassarsi improvvisamente. Scrutò perplesso i due ragazzi mentre parlottavano fra loro, analizzò come la loro vicinanza fisica non fosse un problema per Scott, e di come invece i loro volti fossero talmente vicini, mentre confabulavano, da mischiare le ciocche diverse dei loro capelli. 

Quella scena lo incuriosì a tal punto, da dimenticarsi totalmente della povera studentessa che stava ancora elencando tutti i periodi storici affrontati, e si riscosse solo quando gli occhi scuri dell'amico di Livai non lo puntarono, avidamente. "Professore?" La sua voce era squillante, quasi femminea e azzeccata con i tratti efebico del suo viso color caramello. Tuttavia, in quella tonalità docile, quella singola parola venne pronunciata con un certo astio, tant'è che nel nominarlo, il suo braccio si avvinghiò ulteriormente intorno alle spalle del moro. Era un contatto così possessivo, così intimo, che a Irwin venne subito istintivo distogliere lo sguardo dalle loro figure per riportarlo sulla ragazza, in attesa del suo responso. Le sorrise, sperando di non aver aspettato troppo a risponderle. "Grazie di cuore, miss. Evans. Siete stata davvero gentile ed efficace. Non mancherò di segnalarlo nelle note del registro."

Akai ito (La leggenda del filo rosso)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora