15 Prima incertezza

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Gli occhi del ragazzo si muovevano frenetici,esplorandosi intorno. In piedi, con la schiena appoggiata contro un muro mal intonacato, e il manico del trolley stretto tra le dita esili. Una sensazione di angoscia lo aveva pervaso, quando si era ritrovato in fila, per il check in, ed era stato quello il momento in cui si era reso davvero conto che tutto era finito. Aveva mostrato il biglietto incerto, come se le sue dita tremanti esprimessero il loro disappunto per quel gesto. Una reazione buffa, dettata da un momento di confusione, perché erano interi anni che desiderava abbandonare quella piovosa città, per poter far ritorno in Giappone, ma per una cosa o per l'altra, aveva sempre posticipato la data di partenza, fino a che i mesi si erano susseguiti, diventando anni. 

Quando sua mamma era morta, abitare con i nonni non era stato più lo stesso. Era come se un fantasma aleggiasse attorno a lui, per come era guardato dai conoscenti della famiglia. Ora che Yoko era morta, le persone non si trattenevano più con le gentilezze, così domandavano senza pudore ai suoi nonni, di chi Livai fosse figlio, o del perché Yoko non si fosse mai sposata. Quelle chiacchiere erano troppo per i genitori della donna,già addolorati per la perdita precoce della figlia. Per questo, quando Livai sene era andato con suo padre, gli era quasi parso di aver scorto, oltre l'espressione addolorata su quei volti rugosi, un briciolo di sollievo. Ma i due coniugi anziani, non avevano permesso che la distanza, allentasse i contatti con il loro unico nipote, e si erano sempre dimostrati amorevoli e protettivi, anche quando Livai aveva deciso, per puro capriccio, di interrompere il rito delle telefonate settimanali. 

Si erano mostrati entrambi entusiasti, quando il ragazzo gli aveva accennato il suo desiderio di tornare in Oriente, nonostante anni di muto silenzio. Eppure, per quanto generosi fossero stati con lui, una sua parte dubitava di voler ritornare nella terra natia, timoroso che dopo la morte di sua mamma, nulla sarebbe stato più come prima. Inoltre, gli doleva lasciare lì a Londra Lawrence, e provava rammarico perfino per suo padre, perché non era stato in grado nemmeno durante l'ultimo saluto, di rivelargli la verità. Il segreto che covava era diventato oramai parte di lui, e pensava che, dopo quel tempo passato a nasconderlo, lo avrebbe custodito gelosamente a sé fino alla sua morte.

 Era stato toccato dalla reazione dell'uomo, quando gli aveva chiesto, quasi implorandolo, di dare un'altra possibilità alla compagna. Il suo dolore era stato talmente visibile,da averlo disorientato. Suo padre raramente mostrava sentimenti di quel genere,specie a lui, e per la prima volta, gli aveva mostrato il suo desiderio di averlo accanto a sé. Come fosse possibile.... Era troppo difficile, cercare di far comprendere a sua volta, che cosa aveva subito e sperimentato. Non odiava quella donna che suo padre si era scelto in moglie, nonostante i modi affettati e il bisogno ossessivo di spendere soldi. Ma era così difficile...Aveva preferito sparire, da tutto e tutti, fuggire, come il più vile dei codardi. Dentro di sé,sperava che mai nulla lo avrebbe ricondotto in quella città che aveva odiato e imparato ad amare, con il tempo. Aveva scelto la fuga, dai problemi, dal dolore, dal passato, sperando che in questo modo avrebbe dimenticato.Ma...qualcosa, gli risultava così impossibile da scordare.

 Era il pensiero di un giovane uomo, che era stato per poco, il suo sollievo e la sua condanna, nel medesimo tempo. Un uomo verso cui, si era sentito irrimediabilmente attratto,inizialmente senza motivo apparente, per cui aveva fatto di tutto, solo per farsi notare. Lo aveva sbeffeggiato, denigrato e deriso, cercando man mano, di smuovere una qualche reazione in quegli occhi azzurri troppo spenti e in quel viso apatico e remissivo. E quando quest'uomo, aveva iniziato a reagire d'istinto e, ad abbandonare quell'ossessivo controllo con cui viveva ogni singolo attimo, lo aveva sollecitato ancora di più, fino a che i suoi occhi non avevano iniziato a divertirsi, a brillare di competizione e di vita. E, quello stesso uomo, aveva finito per catturarlo nella sua intricata ragnatela, toccandolo in una maniera così profonda, da lasciare su di lui un indelebile segno. In quelle poche settimane in cui erano stati amanti, Irwin lo aveva accolto e protetto in ogni momento, senza mai farlo sentire troppo stretto nella relazione, senza mai pretendere nulla da lui. Sembrava accontentarsi di quei momenti, e cercava di non rovinarli con domande inutili che avrebbero portato Livai, a chiudersi ancora di più a riccio, nel suo segreto. Si era sentito rispettato, ma come uomo, alla pari.

 Per questo motivo, aveva iniziato a sentire sempre di più il bisogno impellente di raggiungere Irwin nella sua dimora, nell'andare a scuola solo per assistere alle sue lezioni. Aveva preso l'abitudine di rubargli magliette per la notte e portarsele a casa, lasciandogli in cambio il suo unico braccialetto, il ricordo più caro che aveva di sua mamma. Quel braccialetto così amato, era come una promessa che gli faceva, una sorta di messaggio che gli diceva: <<tornerò>>. Non gli importava specificarlo a Irwin,era la prima volta che lasciava quel messaggio in codice a qualcuno, che sentiva il bisogno di tornare in un luogo, che lo faceva sentire protetto. La casa e la presenza di Irwin erano confortevoli, ammalianti. Ne sentiva la mancanza già dopo poche ore di assenza, ed era sempre più spinto dal desiderio di farvi ritorno. Si era perfino convinto, che prima o poi sarebbe riuscito a parlargli del suo passato, e di cosa era stato costretto a subire. Irwin, che aveva accettato tutti i suoi comportamenti e stranezze, con pura accettazione,si era guadagnato la sua totale fiducia. A parte Lawrence, non aveva mai rivelato niente a nessuno, eppure quell'uomo, suscitava in lui un sentimento che non era stato in grado di reprimere e calmare. Sentiva che, non sarebbe stato in grado di celargli la verità per ancora molto tempo, e si era quasi convinto, nel rivelargliela quel giorno stesso. Finché...

La donna che aveva stretta, tra le braccia, sembrava fatta apposta per lui.Minuta, graziosa, elegante...normale. Le loro labbra unite, gli avevano provocato un istantaneo desiderio di piangere. Ma aveva trattenuto le emozioni, ed era rimasto inerte ad attendere che quel contatto tra i due terminasse, mentre nel suo stomaco si agitavano una serie di fitte dolorose. Irwin lo aveva subito adocchiato, come il colpevole che era, mentre la donna si era voltata qualche attimo dopo, permettendogli così di vederle il volto. Non la aveva mai vista nei pressi della scuola, allora di chi poteva trattarsi? Anche se avrebbe voluto sapere la risposta, aveva preferito fuggire, lontano, quando si era resoconto che le lacrime erano troppo forti, per trattenerle ancora. Proprio lui,che aveva cercato in ogni modo di fuggire da qualsiasi contatto relazionale che non fosse carnale, che aveva deciso di divertirsi con il suo professore soltanto per suscitargli una reazione, che aveva preso donne e uomini come fossero oggetti privi di vita. I guanti che portava, non erano stati sufficienti a nasconderlo da lui, e quando si era reso conto di cosa aveva iniziato a provare nei suoi confronti, era stato troppo tardi. 

Una nuova cicatrice affondava in quella vecchia, ancora sanguinante, ricordandogli quanto ingiusti e crudeli fossero il mondo, e le persone che lo popolavano. Non si sarebbe mai più lasciato andare, nuovamente, a qualcuno. Le sue emozioni e i sentimenti, lo avrebbero prosciugato della sua fragile psiche, riducendolo ad un involucro vuoto e stropicciato. No, non avrebbe mai più commesso lo stesso errore. Ed era anche per quel motivo, che preferiva lasciarsi Irwin Smith alle spalle, sperando che, con il tempo, il suo volto sarebbe stato offuscato dalla memoria, diventando un viso ignoto e indefinito, rendendo tali anche i momenti che avevano condiviso, e le sensazioni che lo avevano travolto. Sì, Irwin Smith sarebbe stato dimenticato. Un giorno, lontano.

Ma allora, per quale motivo stava piangendo?     

Akai ito (La leggenda del filo rosso)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora