Capitolo 1. Prima lezione

300 28 18
                                    

"Le chiedo scusa per il ritardo, direttore. Ma ho avuto un...problema alquanto imprevisto." Irwin abbassò il capo demoralizzato, sentendo le guance infiammarsi, a causa di quella situazione imbarazzante. Primo giorno, prima figuraccia. E tutto per colpa di quel ragazzino! Sceso dalla metropolitana, lo aveva individuato, mentre saliva le scale per l'uscita, e gli era corso dietro di tutta fretta, stringendo la ventiquattr'ore al petto, e facendosi strada a spallate tra la miriade di persone riunite in attesa della prossima metro. Inizialmente, la sua idea era stata quella di fermarlo e ammonirlo per il comportamento che gli aveva riservato poco prima (ancora rivedeva il suo volto affilato che lo fissava, gli occhi felini socchiusi e brillanti, e la piccola lingua rosa guizzante tra le labbra pallide. "A dopo, Irwin."), ma si era improvvisamente reso conto che probabilmente, quel ragazzino non avrebbe fatto altro che sbeffeggiarlo ancora di più. Il fatto che Irwin ricoprisse il ruolo di suo insegnante, non sembrava averlo minimamente toccato, come se fosse abituato a trattare gli altri con freddezza, indipendentemente dalla loro posizione. Una volta giunto a questa consapevolezza, concluse che lo avrebbe seguito a distanza, così da farsi indicare la direzione per giungere all'istituto, dato che a causa del ritardo, il suo telefono era rimasto troppo tempo connesso a google maps e si era scaricato in un batter d'occhio. Per tutto il tragitto, aveva sperato che il ragazzo non si fosse voltato indietro, vedendolo, e fortunatamente questa sua richiesta era stata esaudita. Per quanto Irwin avesse trovato fastidioso, quel loro primo incontro, doveva ammettere che quel ragazzo possedeva un'aura particolare, un misto di oscurità e attrazione. 

Era rimasto a studiarlo guardingo, a gettare fugaci occhiate dalle sue esili spalle sempre dritte, ai suoi capelli scuri svolazzanti a causa del vento, alle mani infilate nella tasca dei pantaloni della divisa scolastica, con lo zainetto ondeggiante e molle sul gomito. I suoi movimenti sembravano presuntuosi ma aristocratici, forse addirittura un po' snob, per come cercava di evitare il contatto con le altre persone, per il tipo di camminata veloce, ma comunque non frenetica. Sembrava fregarsene degli sguardi altrui che gli venivano rivolti, sia incuriositi che affascinati. I suoi lineamenti lievemente orientali, erano vagamente attraenti, ma i suoi occhi sprezzanti, forse non erano proprio il massimo della seduzione. E con quel caratteraccio, chissà se aveva almeno degli amici. Fu proprio mentre era immerso nei suoi pensieri, che il ragazzo svoltò improvvisamente con uno scatto a destra, immettendosi in una stradina secondaria. 

Irwin era rimasto perplesso per quell'improvviso cambio di direzione. Si era fermato imbambolato, con gli occhi fissi nel punto in cui il ragazzo era sparito, finché non aveva deciso di riscuotersi da quello stato di trance per lanciare un'occhiata al suo orologio da polso. Aveva un ritardo di quasi un quarto d'ora, ma forse, se si fosse affrettato percorrendo la via principale e chiedendo in giro a qualche passante, sarebbe riuscito per lo meno a non aumentarlo. Forse avrebbe perfino potuto far passare tutto per un imprevisto. Poi però, il suo sguardo aveva indugiato nuovamente, nel punto dove il ragazzo aveva svoltato, e prima ancora di rendersene contro, si era ritrovato a scansare alcuni dei passanti lì vicino, per immettersi nella stradina secondaria. 

In fondo, se la direzione del ragazzo era la sua stessa, doveva pur conoscere qualche scorciatoia. Aveva camminato per almeno un altro quarto d'ora, quasi strisciando lateralmente, in quella stradina umida e maleodorante, finché poi non aveva scoperto con orrore di essere ritornato all'inizio del corso principale! Ormai il ritardo si era prolungato di parecchio, ed Irwin aveva ricominciato a percorrere la strada, questa volta correndo e fermandosi a volte, solo per chiedere qualche informazione. Finché, con ben un'ora di ritardo, era giunto ansante, sudato e letteralmente infuriato, fuori dall'istituto in cui avrebbe dovuto insegnare. Sperando...di non essere licenziato. 


Irwin si sollevò lentamente, cercando di evitare lo sguardo dell'ometto che gli stava di fronte (un vecchietto dall'aria simpatica, pelato sulla cima ma con ricci ciuffi candidi ai lati del capo, con un orrido gusto nel vestire e uno spesso paio di occhiali rotondo, che gli arcuava verso il basso il naso), che gli si era presentato come il vicepreside dell'istituto, e che era rimasto ad aspettare gentilmente che lui finisse di prendere fiato, e di scusarsi, per poi riprendere di nuovo fiato, prima di accarezzarsi pigramente i baffi biancastri. "C'è da dire che non è il massimo arrivare in ritardo proprio il primo giorno...Ma lei mi sembra un bravo giovanotto, quindi le credo e mettiamoci una pietra sopra" enunciò, raddrizzando la schiena, forse per cercare di adottare un tono più autoritario con Irwin, che lo osservò imbarazzato dall'alto del suo metro e novanta. "La ringrazio di cuore, Signore. Giuro che non capiterà mai più un episodio del genere."
"Oh-oh" Il vecchietto ridacchiò con allegria, dandogli qualche colpetto deciso sulle mani. "Non chiamarmi << signore>>, mi sa di così formale! Chiamami pure Richard, o se preferisci Leward, che è il mio cognome. E tu sei...?"
"Irwin Smith, Signor Leward." Rispose prontamente lui seguendo il vicepreside, che con passi piccoli e veloci percorreva il lungo corridoio delle varie aule.
"Un nome autorevole, mi piace ragazzo! Purtroppo, a causa del ritardo, dovremo rimandare a un'altra volta il giro dell'istituto, ma non credo sia un problema, no?" Lo osservò solo un secondo, per poi riprendere la sua camminata spedita, ricominciando a parlare senza dargli il tempo di rispondere. "Informerò il preside del tuo arrivo, così non perdiamo altro tempo, e il programma della precedente insegnante dovrebbe essere sulla cattedra assieme al registro, se lo volesse guardare"
"La ringrazio." 

Akai ito (La leggenda del filo rosso)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora