Giorno 3

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Prima di iniziareFatemi sapere se avete qualche 'desiderio' se volete che i personaggi facciano qualche cosa di particolare o cose simili. Voglio rendervi partecipi.

Alec's pov

Mi svegliai in un letto stranamente morbido. Prima ancora di aprire gli occhi immaginai già di essermi addormentato nella stanza di Magnus.
Mi avrebbe sicuramente punito per questo. In preda al panico mi sedetti di scatto calciando le coperte ma guardandomi intorno capii di non essere nella sua camera bensì in una molto più piccola e tutta rosa confetto e bianca. Alcune cornici appese al muro erano vuote così come i porta penne sulla scrivania.
Ogni oggetto li dentro non compiva la propria funzione , strano? Si, davvero strano. Uscii lentamente assicurandomi di non incrociarlo in giro. Scesi le scale con il mio classico passo felpato che ringraziai di avere.
Non era al piano di sopra e non era in sala qundi... Avanzai verso la cucina aspettandomi di trovarlo li pronto a farmi chissà quale cosa e invece trovai solo una tazza di latte caldo sul ripiano della cucina. Mi avvicinai per berla prima che si facesse vivo ma accanto trovai un biglietto.

Sono uscito.
In bagno ci sono dei vestiti.
Mags.

Lo buttai e lavai la tazza per poi salire in bagno. Aprii la porta rigorosamente in mogano ed entrai. Sul bordo della vasca erano ripiegati dei jeans neri e una maglietta blu.
Come i miei occhi. Pensai.
No, non se lo era ricordato lui.
La aveva presa per puro caso dall'armadio. Probabilmente era tra quella da buttare.

Mi spogliai e mi guardai per la prima volta dopo 3 giorni allo specchio posto sopra il lavello.
Avevo un livido sul braccio. Delle macchie violacee intorno al collo.
Dei segni rossi, come di graffi su tutta la schiena e sul petto ma, quello che mi spaventò, fu vedere due enormi ematomi sui fianchi, nei punti in cui Magnus mi aveva stretto la sera prima.
Immediatamente le immagini di ciò che era successo mi tornarono in mente e mi sentii sporco e dolorante.

Avevo deluso tutti.
Me stesso.
I miei amici.
La mia famiglia.

Ero diventato proprietà privata di un sadico pazzo.

Approfittai della sua assenza per farmi una doccia calda e cercare di lavare via lo sporco dal mio corpo e dalla mia anima. Lo shampoo che avevo usato per lavare i miei capelli neri ora scorreva sul mio corpo debole facendo bruciare ogni graffio.
Più che una doccia rilassante fu uno strumento di tortura avanzato ma almeno ero pulito e con abiti decenti.
La mia coda era tutta bagnata e per evitare di lasciare pozze per la casa la arrotolai nei pantaloni. Dava fastidio ma avrei evitato sicuramente qualche sberla o peggio.

Girovagai per la casa cercando di orientarmi.
Era inutile tentare di scappare. Nella società in cui vivevo noi Neko eravamo visti come oggetti da prendere ed usare. Nessuno mi avrebbe aiutato. Nessuno mi avrebbe amato.

Magnus' pov

Dopo il lavoro avevo deciso di portare la mia ragazza al parco perché come al solito aveva cominciato a dirmi che secondo lei io la usavo e basta.
Che stupida.
Era ovvio che fosse così ma con un gesto romantico se ne dimenticava.
Mentre Camille continuava a parlare e parlare e parlare io pensavo solo ad Alec. La sera prima, dopo ad averlo usato andai a farmi una doccia fredda. Quando uscii lo trovai addormentato sul letto nella stessa posizione in cui lo avevo lasciato. Mi avvicinai. Aveva la schiena e i fianchi arrossati, i capelli arruffati e un espressione di terrore dipinta in faccia. Lo pulii delicatamente per non svegliarlo e lo portai nella stanza che era della mia sorellina.
Varcare la soglia di quella camera fu terribile. Misi sotto le coperte il neko e senza rifletterci gli baciai la fronte per poi uscire.
Non avevo idea di cosa mi prese in quel momento. Probabilmente era il ricordo della ragazzina, magari era il trovarmi di nuovo in quella parte della casa ,ma Alec mi sembrava solo un povero bambino spaventato e bisognoso di affetto.

La mattina quindi gli preparai la colazione, dei vestiti ed un biglietto e poi uscii.
Avevo bisogno di schiarirmi le idea così dopo aver mollato Camille e le sue paranoie sul vialetto di casa sua andai a fare un giro in centro.
Continuavo a pensare a lui.
Era vero, averlo violentato mi era piaciuto molto, fin troppo. Il suo corpo che si dimenava, la sua voce spezzata e dolorante erano tutte cose molto eccitanti ma dopo quel momento mi era crollata tutta la situazione addosso lasciandomi un peso sullo stomaco.
Passai davanti ad una pasticceria e osservando quegli invitanti dolcetti decisi di entrare e prenderne qualcuno per dopo.
"Ciao,posso aiutarti?" A parlare fu un ragazzo sui 19 anni con il classico tono allegro di chi cerca di venderti tutto il possibile.
"Si... Vorrei i dolci più dolci che avete. Quelli con più crema!" Ero sorprendentemente felice. Diedi la colpa alla voglia di zucchero, anche se era impossibile. Odiavo lo zucchero.

Tornai a casa.
"Alexander!"
Mi bastò chiamarlo una volta per vedere le sue orecchie spuntare da dietro la porta della cucina.
"Vieni qui." Tentai di risultare atono e impassibile ma mi tradii da solo facendomi spuntare un sorrisetto guardandolo inciampare sui suoi stessi passi.
Quando fu davanti a me notai il tremolio delle sue mani e mi sentii tremendamente in colpa come mai mi era successo prima.
Usavo Camille da anni ma mai mi ero sentito in colpa per essermela fatta e averla lasciata sola subito dopo.
Ma più guardavo quegli occhi blu sempre pieni di lacrime, più volevo tornare in dietro e cambiare le cose.
"Ti ho portato dei dolci." Gli passai il sacchettino con dentro i pasticcini.
"Sono quelli con più crema che ho trovato." Lui diffidente ci mise un po' prima di afferrare la busta.
"Coraggio, mangiali!" Lo guardai correre in cucina per farlo ma prima di tirare fuori qualcosa si fermo guardandomi e deglutendo. "Scusa io...non so che mi è p-preso" Riprese il sacchetto per poi sedersi sul pavimento, leggevo l'umiliazione che provava sul suo viso.
"No, puoi... Puoi stare sul tavolo se vuoi"

Mi bastò quella frase.
Vedere il suo sorriso subito dopo.
Pulirlo dalla crema che aveva sul naso.
Alla fine di quella giornata era cambiato qualcosa... Ma me ne sarei accorto dopo, e forse troppo tardi.

Here we are!

Eccoci alla fine di un altro capitolo.
Questa volta ho voluto farlo molto fluff perché povero Alec si meritava una tregua.
Non temete non sarà l'ultimo dolce ma non fateci l'abitudine.
Mmm l'ultima frase mi insospettisce a voi?
E poi quella Camille... Va .

Eventuali errori verranno corretti in seguito.

-mags

Until you'll Love meDove le storie prendono vita. Scoprilo ora