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Esattamente alle quattro di notte Taehyung si recò nel sotterraneo del museo, un posto non molto visibile dall'esterno se non si sapeva che c'era. In circolazione per quella volta non c'era nemmeno la traccia di un poliziotto e il rosso non si trattene dal fare un sorriso, aprendo la porta.
All'interno, in piedi e girato di spalle si trovava proprio Rabbit JK in persona.
“Grandissimo coglione! Questa volta ti ho salvato il culo io, ma se non c'ero io come facevi? È possibile che non pensi mai alle conseguenze delle tue azioni?” quasi gridò con rabbia appena vide il minore, che si girò di scatto sorridendo in modo beffardo.
“Per questo esisti tu, amore”rispose e a quelle parole Taehyung scoppiò in lacrime, gettandosi tra le braccia del suo fidanzato. “Ho avuto paura che non ti avrei mai più rivisto se non dietro le sbarre di una cella”confessò, continuando a stringere il maglione nero di Jungkook; zuppo delle sue calde lacrime che continuavano a scendere copiosamente dagli occhi nocciola.
“Adesso sono qui con te, tranquillo”disse dolcemente continuando a coccolare tra le sue braccia il suo amato, accarezzandogli di tanto in tanto i capelli rossi.
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