"Dai Francesca muoviti! Dovevamo partire dieci minuti fa!"
Questa, era la voce del mio diversamente adorabile coinquilino, Stefano, e devo ammettere che, questa volta aveva ragione, eravamo in ritardo, ma non così tanto da gridare come un pazzo svegliando tutto il condominio.
"Arrivo Stefano, tranquillo sono pronta!" gridai a mia volta, davvero incoerente da parte mia.
Quel giorno ci saremmo dovuti trovare con Sascha e Sabrina, due nostri amici, per visitare un manicomio abbandonato che si trovava poco fuori dalla nostra città.
Lo facevamo spesso, amavamo visitare quei posti, era bello entrare, guardarsi attorno e percepire nella propria pelle le vicende delle persone che avevano vissuto, o che magari erano morte, in quel luogo.
Molti l'avrebbero trovato terrificante, per noi era eccitante.
Scesi velocemente le scale mentre mettevo la mia macchina fotografica nella borsa che reggevo distrattamente alla spalla.
"Alla buon ora signorina" si lamentò nuovamente, gli feci una linguaccia in risposta e, assieme a lui, mi diressi in auto per andare a prendere gli altri due membri del gruppo.
Una volta salita presi subito il controllo della radio mettendo una delle mie canzoni preferite a tutto volume.
"Hai seriamente rotto il cazzo con questa canzone" lo ignorai ed iniziai a canticchiarne le parole, ovviamente si arrese e non disse nient'altro.
Stefano si fermò davanti all'abitazione dei due che uscirono tenendosi per mano.
L'ho detto che stanno insieme? Beh, stanno insieme.
"Ciao ragazzi" ci salutò Sabrina seguita dal suo fidanzato.
"Hai portato la macchina fotografica Fra?" mi chiese ammiccando, era la prima volta che la portavo durante una delle nostre esplorazioni, prima di oggi non avevamo mai documentato nulla.
"La nostra arma è qui, pronta all'uso!" esclamai prendendola in mano.
"Basta fare casino ragazzi, partiamo che siamo già in ritardo" nonostante Stefano avesse rovinato le nostre, assolutamente non fastidiose, urla di gioia eravamo d'accordo con lui quindi iniziammo a chiudere la bocca e lui partì con la sua solita calma.
Il viaggio sarebbe stato di circa mezz'ora ed io mi stavo preparando psicologicamente a ciò che avremmo trovato una volta arrivati, non sono nemmeno sicura che siano legali queste cose, ma a chi importa?
"Siete consapevoli che questo sarà il nostro ultimo viaggio perché poi dobbiamo iniziare a studiare per la maturità vero?"
Effettivamente, il divertimento stava per finire.
Con quella semplice frase Sabrina era riuscita a sciogliere l'entusiasmo di tutti, ah se non ci fossi io.
"Coraggio ragazzi! Non pensateci adesso, abbiamo un manicomio da esplorare, domani avremo un libro da studiare, alla fine si diventa pazzi in entrambi i modi no?"
Tutti mi guardarono accigliati, forse non avevano capito la battuta?
Era brutta?
Secondo me non hanno il senso dell'ironia.
"Beh ha ragione, poi guardate il lato positivo, voi non vivete con lei, non dovete sopportarla tutti i giorni" rispose Stefano ricevendo un pugno sulla spalla da parte mia.
"Ahia! Vedete com'è?!" continuò.
"Ma tu la provochi Ste" mi difese Sascha, ahh, se solo non fosse fidanzato.
"Sisi, mentre voi ve la prendete con me siamo arrivati, dai scendiamo" uscimmo tutti insieme, l'edificio era davvero messo male.
L'erba era cresciuta senza sosta, c'erano vari alberi che coprivano la visuale.
Facendoci spazio fra essi entrammo dalla porta che era, stranamente, socchiusa.
Riuscivamo a scorgere i vari elementi grazie alla luce naturale che entrava dalle finestre, molte di essere erano rotte e avevano lasciato cadere vetri a terra.
Presi la macchina fotografica pronta a fare varie foto.
C'erano varie scritte sui muri, molte delle quali mettevano i brividi, ma penso che la maggiorparte fossero state fate da visitatori come noi, erano frasi troppo tumblr.
Camminammo per un po' fino ad arrivare alle camere dei pazienti, i letti erano messi male, in alcuni non c'era il materasso e in altri quest'ultimo era distrutto, come se qualcuno ci avesse affondato le unghie o avesse cercato di tenersi ad esso.
In un'altra stanza c'era una specie di tavolo di ferro in cui si vedevano delle macchie di sangue e delle siringe, alcune rotte a terra.
Feci una foto a queste ultime stanze.
"Chissà quanta sofferenza c'è stata qui dentro" sospirai passando una mano sulle mura.
Pensare a quello che avevano passato le persone qui dentro mi faceva stare male, probabilmente loro non avevano fatto nulla per meritarlo.
"Magari c'è ancora della sofferenza" disse Sascha, non capivo a cosa si riferisse.
"Intendo, tipo i fantasmi no? Forse qualcuno è rimasto bloccato qui" si spiegò meglio, aveva ragione.
"Se potessi li tirerei fuori tutti io" risposi convinta.
"Lo sappiamo eroina, da continuiamo" Stefano chiuse il discorso intento a continuare il suo giro.
Noi lo seguimmo, dopotutto quel posto all'interno era ordinato, o almeno più di tutti quelli che avevamo visto.
Improvvisamente entrammo in una stanza, spalancai la bocca a ciò che vidi.
Tutto ciò che era presente lì dentro era perfettamente allineato, gli oggetti sembravano seguire uno schema, nulla era messo a caso.
"Come cazzo è possibile?!" alzai la voce, forse un po' troppo visto che gli altri mimarono uno 'ssshhh'
"Scusate" sussurrai.
Feci una foto, poi appoggiai la macchina fotografica per ammirare meglio tutto.
C'erano delle foto, sfocate, nella quale si distinguevano malamente i soggetti.
Varie posate, un letto perfettamente intatto e dei disegni sulle pareti.
Non sembrava di essere in un manicomio, quella stanza sembrava essere una dimensione a sé.
"Che ne dite, ci avviamo verso casa? Direi che abbiamo visto abbastanza" propose Sabrina.
"Sono d'accordo, dopo questo io ho visto tutto" dissi alzando le mani in segno di resa e uscendo.
Sarà stato qualcuno come noi che voleva impressionare la gente, pensai, ma sotto sotto non ci credevo nemmeno io.
Tornammo a casa, ordinai una pizza visto che la voglia di cucinare mancava e cenai insieme a Stefano.
"Uh, Fra, mi fai vedere le foto?" mi chiese con la bocca piena.
"Non si parla con la bocca piena maleducato! Vado a prendere la macchinetta aspettami" mi alzai andando in camera a tirarla fuori dalla borsa, ma quando la aprii notai che la fotocamera non c'era.
"Stefano se è uno scherzo non è divertente! Dove l'hai messa?" gridai per farmi sentire.
"Di cosa parli?" mi raggiunse per evitare di svegliare tutti, gli mostrai la borsa vuota.
"Io non l'ho toccata Fra"
L'avevo dimenticata al manicomio?Ops i did it again
Una nuova storia, si.
Di nuovo.
Beh, spero vi piaccia, fatemi sapere mi raccomando :)Instagram: __Weltschmerz__
Telegram: Amess_BBYoutube: Amess_
YOU ARE READING
Psychopath|| Surrealpower
FanfictionFrancesca, una comune adolescente con una passione, i luoghi abbandonati. Un giorno visitandone uno con i suoi compagni lascerà distrattamente li la sua fotocamera e questo la costrinse a tornarci. Una volta tornata, però, trovò qualcosa di totalmen...