Tolsi il pigiama rabbrividendo al contatto gelido dell'aria con la mia pelle calda.
Mi sentivo tremendamente sotto pressione.Mi sedetti sul letto sospirando rumorosamente, era troppo, ma ormai era troppo tardi.
Quel sorriso sul viso di Salvatore, quello mi ha fatto capire quanto lui sia mentalmente instabile, potrebbe essere fottutamente pericoloso e dorme accanto a me.
Iniziai nervosamente a toccarmi i capelli in cerca di una soluzione, mentre nel mio corpo si stava formando uno strato di pelle d'oca.Uno scricchiolio, il cigolio di una porta. Stava venendo qui.
Mi affrettai ad indossare una felpa abbastanza grande da coprirmi anche la parte inferiore, visto che non avevo pantaloni puliti li vicino, dovevo decisamente fare la lavatrice.
Il suo sguardo si appoggiò sul mio corpo, mi voltai.
"Francesca..." sussurrò a voce bassa
"Cosa c'è?" lascia che tra di noi ci fosse un po' di distanza, eppure sembrava così indifeso.
"Io non voglio farti male" piagnucolò spostando il suo peso da un piede all'altro.
"Lo so che tu non vuoi... "
Il mio tono di voce non era esattamente molto rassicurante, magari perché non ne ero sicura?
"Però hai paura, si vede nei tuoi occhi" mi indicò e si avvicinò a me, rimasi ferma a guardarlo.
Volevo scrutare ogni suo atteggiamento.
Non appena fu abbastanza vicino si buttò fra le mie braccia stringendomi.Come poteva essere un bambino indifeso e un secondo dopo avere uno sguardo che farebbe paura a chiunque?
Ricambiai l'abbraccio accarezzandogli dolcemente i capelli, lo sentii singhiozzare sulla mia spalla.
"Risolveremo tutto insieme, te lo prometto" dissi sperando di tranquillizzarlo.
"Ho tanta paura" la mia felpa era bagnata dalle sue lacrime, si stava nascondendo su di me come se io fossi una fortezza che poteva tenerlo al sicuro da tutto, anche da se stesso.
"Non devi avere paura okay? Non pensarci, adesso usciamo e ti distrai un po'" gli accarezzai il viso asciugandogli le lacrime con i pollici.
In una frazione di secondo lui avvicinò il suo viso al mio e cercò di baciarmi.
Rimasi immobile, non mi aspettavo niente del genere, non da lui, non dal Salvatore che avevo davanti in quel momento.
"H-hey.." dissi allontanandolo leggermente.
"Andiamo?" mi domandò come se non fosse successo assolutamente nulla.
"Uhm, mi metto i pantaloni e andiamo..." mi allontanai per cercare qualcosa di pulito da indossare.
"Ma perché sei tutta rossa?" aveva l'indice puntato verso il mio viso.
Ero arrostita?
"Oddio adesso lo sei di più!"
Si guardò l'indice come se fosse partita una magia dal suo dito.
"No, non sei stato tu, cioè sì.. Ecco...vado...a cercare i pantaloni" corsi fuori dalla camera per cercare di elaborare ciò che era appena successo.
Andai in bagno, mi sciacquai il viso.
"Okay Francesca, calmati, non sa quello che fa, fai finta di niente, va tutto bene" ripetei a me stessa.
"Ma perché parli da solaaaa?" allungò di molto la A finale.
Cazzo ma mi seguiva ovunque?
"Perché, ecco...ma sai che hai proprio dei bei capelli?" cambiai discorso sperando di distrarlo.
"Grazie!" sorrise entusiasta.
Gli presi la mano e uscimmo di casa, sperai che non facesse nulla di strano mentre eravamo fuori, non avrei saputo come giustificare i suoi comportamenti a...al mondo?
Prendemmo l'autobus, lo feci sedere vicino al finestrino consapevole che avrebbe passato tutto il viaggio a guardare il paesaggio, si perdeva fra i pensieri come niente.
Continuava a stringermi la mano, come se temesse di perdermi.
"Siamo quasi arrivati" sussurrai al suo orecchio.
Scendemmo dall'autobus, la prima tappa era l'oculista.
"Adesso ti controlleranno gli occhi, tu stai tranquillo va bene?" lo informai.
"Se stai con me sì"
Sorrisi a quella frase, ma il mio sorriso si spense quando mi resi conto che probabilmente non sapeva nemmeno cosa mi aveva detto.
Gli rimasi accanto per tutta la visita, l'oculista controllò anche la sua vecchia montatura per assicurarsi che fossero ancora adatti.
"Allora, immagino che siano piuttosto urgenti, farò in modo di averli pronti il prima possibile, passa a vedere tra un paio di giorni" l'uomo ci sorrise cordialmente, porse la mano ad entrambi e Salvatore esitò.
"Coraggio!" lo incoraggiai a bassa voce.
Gli strinse leggermente la mano, poi riprese immediatamente la mia.
Uscimmo dal negozio, lo sentii sospirare.
"Non mi piacciono quelle persone!" rispose esasperato.
"Na dai Salvatore, ti aiutano"
"Anche tu mi aiuti, ma tu sei bella!" continuò facendomi ridere.
"Lui era brutto allora?"
"Si! E la sua assistente aveva un naso enorme" gesticolò con le mani per farmi vedere la lunghezza del naso.
Scoppiai a ridere, e rise anche lui.
La prima volta che lo sentivo ridere."Mi piace il suono della tua risata" esclamai guardandolo mentre passeggiavamo.
"A me piacciono i gelati"
ah.
"Fa un po' freddo per il gelato, prendiamo una cioccolata calda?" proposi fermandomi davanti ad un bar.
"Va bene"
Sembrava così normale.
Entrammo, gli dissi di sedersi e, anche se un po' contrariato, fece come gli avevo detto.
Ordinai due cioccolate calde e mi sedetti accanto a lui aspettando che le nostre bevande arrivassero.
"Stefano non ti vuole più?" appoggiò i gomiti sul tavolo, la testa alle sue mani e mi guardò intensamente negli occhi."Uhm, è un po' complicato quello che sta succedendo tra me e Stefano" non mi sembrava il caso di parlarne con lui che, tra l'altro, era la causa di tutto.
"Guarda che io sono intelligente!" si lamentò facendomi sorridere.
"Intelligentissimo, lo so, ma vedi il fatto è che non ci capisco molto nemmeno io quindi non ti saprei spiegare nulla...capisci?" lo vidi aggrottare un sopracciglio.Rimase in silenzio per qualche secondo come se stesse esaminando con cura i miei pensieri.
Il barista ci portò le nostre tazze fumanti di cioccolata, lo ringraziai.
"Sei innamorata di Stefano?" finalmente ruppe il silenzio che aveva creato.
"Ma no Sal, cioè è, o era, il mio migliore amico" risposi bevendo, e rischiando di ustionarmi.
Lui giocherellava con la panna."Non si possono amare gli amici quindi?" prese una cucchiaiata di panna e se la mise in bocca, almeno lui non si era ustionato come me.
"Si può, ma non è detto che finisca bene" decisi di prendere il suo esempio e alla cioccolata calda unii un po' di panna fresca.
"A te sta finendo male" continuò sempre sulla sua strada.
"Non parliamone più, per favore" gli chiesi infine, Salvatore mi guardò comprensivo e si limitò ad annuire.
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Psychopath|| Surrealpower
FanfictionFrancesca, una comune adolescente con una passione, i luoghi abbandonati. Un giorno visitandone uno con i suoi compagni lascerà distrattamente li la sua fotocamera e questo la costrinse a tornarci. Una volta tornata, però, trovò qualcosa di totalmen...