Mi svegliai il giorno dopo e il mio primo pensiero andò alla mia povera macchina fotografica.
Volevo recuperarla il prima possibile, ma quel giorno dovevo andare a scuola, non sapevo cosa fare.
Una parte di me diceva di stare tranquilla, quello era un luogo abbandonato nessuno avrebbe potuto rubarla, l'altra parte diceva che comunque nessuno controllava li dentro, quindi sarebbe bastato una persona curiosa come me e il mio gioiellino da centinaia di euro sarebbe andato a farsi fottere.
Mi alzai dal letto andando a sciacquarmi il viso, mi pettinai i capelli e andai in camera di Stefano per svegliarlo.
Aprii la finestra e alzai le tapparelle.
"Buongiorno principessa! Sveglia, oggi è una bellissima giornata e hai il compito di matematica! Non sei felice?" gridai cercando di fare più rumore possibile.
"Ma stai zitta" rispose bofonchiando con la faccia premuta sul cuscino.
"Ti preparo i pancake se ti alzi" lo provocai, sapevo che non poteva resistere ai miei pancake infatti alzò la testa.
"Così mi tenti però"
Feci spallucce dirigendomi verso la cucina, presi i vari ingredienti e iniziai a cucinare.
Svegliavo Stefano sempre molto prima rispetto all'orario di scuola in modo da avere il tempo per fare colazione, una doccia e magari anche ripassare il tutto con calma, mi piaceva essere ben organizzata.
Misi l'impasto nella padella facendo attenzione a non bruciare nulla, non appena furono tutti pronti misi un po' di nutella e in altri del miele, poggiai i piatti a tavola mettendo anche del succo di frutta all'albicocca e del thè.
Stefano doveva amarmi per quelle colazioni.
"Sono pronto!" esordì scendendo dalle scale, sorrisi.
"Uhm, senti, se arrivassi a scuola un po' in ritardo pensi che sarebbe un problema?" domandai.
"Fon crefo, perché?" roteai gli occhi.
"Smettila di parlare con la bocca piena, comunque volevo andare a riprendere la macchina fotografica, quindi se mi prestassi la macchina ne sarei felice" lo guardai con i miei occhioni dolci irresistibili, lui ci pensò su un attimo.
"Va bene, prenderò l'autobus" questa volta, grazie a Dio, non parlò con la bocca piena.
"Grazie" gli lasciai un bacio sulla guancia, poi andai a vestirmi lasciandolo finire la sua colazione.
Misi un semplice paio di jeans e una felpa rosso scuro, presi lo zaino e le chiavi di Stefano.
"Io vado, così magari riesco ad arrivare in orario a scuola" dissi prima di uscire dalla porta.
"A dopo Fra" mi salutò Stefano, lo salutai a mia volta e mi diressi verso il manicomio.
Non guidavo quasi mai io, non avevo la macchina e il mio coinquilino preferiva essere lui a guidare quando dovevamo andare da qualche parte, motivo per cui non ero proprio il massimo su strada.
Infatti impiegai quasi un'ora per arrivare al posto di mezz'ora, la prima ora di scuola sarebbe sicuramente saltata.
La porta questa volta era chiusa, sbuffai, come avrei fatto ad entrare?
Girai attorno all'edificio pregando di trovare una finestra rotta.
Sul retro vidi una cosa che il giorno prima non avevamo notato: un giardino perfettamente curato.
C'erano delle rose, vari alberi con della frutta e anche un piccolo orto.
Niente di marcio, appassito, nessun rifiuto.
Esattamente come la stanza in cui era tutto allineato, anche qui lo era.
C'era qualcosa di strano in questo luogo, qualcosa di molto strano.
Il giardino era accanto ad una porta, cioè la porta non c'era, ma probabilmente un tempo c'era stata, quindi potevo entrare da li e così feci.
Facendo mente locale ricordai dove avevo appoggiato la fotocamera, mi diressi li.
Mi guardai attorno, non c'era niente.
La mia macchina fotografica non c'era.
"Fanculo!" gridai dando un calcio ad un mobile, questo gesto fece spostare alcune delle posate che erano allineate su di esso.
"Perché l'hai fatto..." sentii un sussurro alle mie spalle, mi immobilizzai di colpo.
C'era qualcuno, avevo paura e non avevo il coraggio di girarmi.
Dei passi si avvicinavano lentamente a me, appena mi superò notai che era un ragazzo, si avvicinò alle posate e le allineò nuovamente.
Era stato lui a fare tutto ciò?
"C-chi sei?" balbettai spaventata, si voltò a guardarmi.
Aveva un paio di occhiali appoggiati al naso, ma una delle due lenti era scheggiata, probabilmente non vedeva molto bene.
"No, chi sei tu, questa è casa mia" rispose, cosa significava che questa era casa sua? Era un luogo abbandonato!
"Io...uhm, ho perso la mia fotocamera qui, volevo recuperarla, ma non la trovo" magari lui poteva aiutarmi, nonostante non capissi cosa ci facesse in questo posto.
"Perché sei venuta qui ieri? Questo posto è mio"
Mi aveva vista ieri? Quindi era sempre stato qui?
"Io non lo sapevo, mi dispiace tanto..." cercai di scusarmi, in verità non sapevo minimamente cosa fare.
Mi guardò per qualche secondo, aprì un cassetto e mi diede la mia fotocamera.
Lo ringraziai a bassa voce, lui non rispose.
Sembrava infastidito e allo stesso tempo confuso dalla mia presenza.
Ad un certo punto lo vidi strizzare gli occhi, come se provasse dolore.
"Vattene Anna, non ti voglio" piagnucolò.
Anna? C'era qualcun altro?
Mi guardai attorno, non vedevo nessuno.
"Stai bene...?" non so dove trovai il coraggio di chiederglielo, ma la sua espressione faceva capire che non stava bene.
"No, non voglio, per favore..." si rannicchiò a terra nascondendo la testa fra le sue braccia e gambe.
Mi abbassai, appoggiai una mano sulla sua schiena e sussultò.
Aveva gli occhi sbarrati e le pupille dilatate.
"Anna non ti vuole" mi disse con lo sguardo fisso nel mio.
"Chi è Anna? Dov'è?" domandai non capendo.
"Anna è tutto e niente, Anna è ovunque e da nessuna parte"
Cosa vuol dire?
"Ma tu non sei Anna, chi sei tu?" continuò, sembrava essersi calmato.
"Io mi chiamo Francesca, tu come ti chiami?" cercai di essere il più possibile gentile, non volevo spaventarlo.
"Anna dice che il mio nome è Salvatore, ma io non lo so se è vero" sembrava un bambino sperduto, non avrebbe dovuto essere da solo in quel posto.
"Tu non te lo ricordi il tuo nome?" mi alzai porgendogli la mano per far alzare anche lui, la guardò incerto, poi la prese e si alzò.
"Io non ricordo niente"------
Mi fate sapere cosa ne pensate? Ho bisogno del vostro parere
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Psychopath|| Surrealpower
FanfictionFrancesca, una comune adolescente con una passione, i luoghi abbandonati. Un giorno visitandone uno con i suoi compagni lascerà distrattamente li la sua fotocamera e questo la costrinse a tornarci. Una volta tornata, però, trovò qualcosa di totalmen...