Capitolo due.

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Me ne sarei dovuta andare, stavo parlando con uno sconosciuto che viveva in un manicomio, avrebbe potuto farmi del male, magari uccidermi o forse aveva già ucciso qualcuno nello stesso modo, ma dentro di me qualcosa mi impediva di lasciarlo li, da solo.

"Qual è il tuo ultimo ricordo?" continuai ad insistere sull'argomento.
Salvatore mugolò mentre ci pensava.

"Bzzzztttttt" rispose.

"Bzt..? cosa significa?" lo guardai accigliata, la verità è che non riuscivo a capire la maggior parte delle cose che mi stava dicendo.

"Non lo so, è l'ultima cosa che ricordo" fece spallucce, poi iniziò a camminare ignorandomi completamente.
Rimasi ferma non sapendo cosa fare, pensai che fosse la volta buona per andarmene e dimenticare tutta questa storia.

Ad un certo punto si fermò, si voltò verso di me, il suo sguardo era completamente diverso rispetto a prima, adesso le sue pupille erano normali.

"Perché non mi stai seguendo?" mi chiese, quindi voleva essere seguito? Voleva chiudermi in una stanza e uccidermi?

"Io...forse è meglio che vada via, insomma questo posto è tuo..." farfugliai su, stava iniziando a farmi paura, volevo andarmene da li e non tornarci.

Il ragazzo abbassò lo sguardo quasi come se fosse triste.

"Anna aveva ragione..." sussurrò mentre muoveva nervosamente i piedi.

Avrei voluto sapere cosa diceva questa Anna, ma era meglio smettere di dargli corda, altrimenti non ne sarei più uscita.

"Te ne vuoi andare come tutti..." la sua voce tremava, mi stavo sentendo in colpa.

"Io non voglio andare via, è che devo andare a scuola, non posso rimanere qui" mi avvicinai a lui, dopotutto non mi sembrava armato, e poi era magrissimo, cosa avrebbe potuto farmi?
Niente, vero?

"Tu vuoi farmi male" disse poi.

Io volevo fare male a lui?

"In realtà io pensavo che tu volessi fare male a me" ribattei, lui alzò la testa stupito dalla mia frase.

"Io non faccio male a nessuno!" alzò leggermente la voce, io non dissi nulla.

"La mia mamma ha detto che non devo fare male a nessuno, perché a noi ne hanno fatto tanto" continuò lui.

Perché mi stava dicendo tutte queste cose?
Iniziai a capire che andarmene sarebbe stato difficile.

"La tua mamma è qui con te?" magari lei era più sana di lui e poteva aiutarmi ad andarmene.

"L'hanno uccisa, me l'ha detto Anna, dice che l'hanno uccisa quando io ero piccolino perché lei voleva proteggermi, loro volevano me, non lei" mentre parlava guardava in giro, come se facesse fatica a reggere il contatto visivo con qualcuno.

I suoi occhi si posarono su un attaccapanni, era caduto.
Si avvicinò ad esso e lo rimise in piedi facendolo stare perfettamente dentro alla riga delle mattonelle, sorrise soddisfatto dopo averlo fatto.

"Ti piace mettere le cose in ordine?"

"Molto"

Cercando di non farmi vedere da lui presi il mio cellulare, l'ora segnava le 9:50, era passato così tanto tempo?!
Non sarei mai riuscita ad arrivare in tempo per il compito di Matematica, sarei riuscita a fare solo un'ora partendo adesso.

"Salvatore, io devo andare..."questa volta non mi sarei lasciata fermare dal suo visino dolce.

"Va bene..."
Ah, quindi non mi tratteneva più?

"Però torni?" mi chiese poi puntando i suoi occhi enormi sui miei.

Avrei potuto dirgli di sì e poi non tornare più, di certo non mi sarebbe venuto a cercare.

"Se vuoi che torni sì"

Lo vidi annuire energicamente con un leggere sorriso in volto.
Perché mi dispiaceva lasciarlo li?

"Ci vediamo, ciao" lo salutai, ricambiò il saluto lasciandomi andare via.

Tirai un sospiro di sollievo una volta salita in auto, cosa cazzo era successo.

Accesi l'auto e partii, diretta verso casa.
Andare a scuola per fare un'ora era inutile.

Esattamente come per l'andata impiegai un'ora, una volta arrivata mi buttai sul letto e presi la macchinetta fotografica per vedere le foto che avevo fatto.

Iniziai a scorrere, ma le foto del manicomio non c'erano, l'unica cosa presente era un video.

Inizialmente non si vedeva nulla, era una semplice ripresa della stanza, nessun movimento ne niente, l'avrò fatto partire per sbaglio quando l'avevo appoggiata sul tavolo.
Nel momento in cui stavo per eliminarlo però la visuale cambiò.

Forse quello era il momento in cui Salvatore l'aveva presa, improvvisamente gli cadde dalle mani, lui si accasciò a terra iniziando a piangere.
Perché stava piangendo? Cos'era successo?

"Basta, vattene, vai via, mi fai male, ti prego, basta" erano le parole che uscivano dalle sue labbra mentre si teneva la testa fra le mani.
Continuava a ripeterlo.

"Non voglio più restare solo, perché nessuno viene a salvarmi" disse infine fra i singhiozzi.

Dopo questo il video si interruppe.

Salvatore si era fidato di me, forse pensava che io l'avrei aiutato e invece l'avevo lasciato la in balia di se stesso.
Salvatore stava male, tremendamente male e non poteva farci niente.
Salvatore aveva bisogno di aiuto ed era da solo.

Non potevo lasciarlo la, non potevo lasciarlo così.

Io l'avrei salvato, a qualsiasi costo, ma come potevo fare?
I suoi problemi sembravano peggiorare quando era solo, magari sarebbe bastato evitare questo.

Iniziai a torturarmi il labbro pensando a come fare ad evitarlo.
Mi stesi sul letto allargando le braccia, essendo a due piazze ci stavo tranquillamente in qualsiasi modo, visto che nessuno dormiva li con me.

Fu proprio quel letto a farmi venire il colpo di genio.

Se avessi portato Salvatore qui non sarebbe più stato solo, avrebbe vissuto una vita normale, in una casa normale.

Posai la macchina fotografica, ripresi le chiavi della macchina intenzionata a tornare in quel manicomio.
Sarei andata a prenderlo e l'avrei portato qui, in qualche modo lo avrei convinto.

Per quanto riguarda a Stefano, beh, prima o poi se ne sarebbe fatto una ragione, no?

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Psychopath|| SurrealpowerWhere stories live. Discover now