Capitolo quindici.

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Amess_ 🍀:
“Su quante cose mi hai mentito, Salvatore?” da circa mezzora stavo cercando di tirargli fuori tutta la verità, ma non era facile: era chiuso in se stesso.
“Perché non mi hai cacciato? Farai incazzare Stefano” cambiò discorso, di nuovo, iniziavo a perdere le speranze.
“Senti, non mi interessa cosa tu abbia fatto, non mi interessa se a Stefano piaccio ed è geloso, voglio sapere tutta la verità, stop”
Salvatore sospirò, si sentiva in colpa e quella sensazione lo stava logorando dentro.
Probabilmente avrebbe voluto sotterrarsi, o sotterrare Stefano per aver fatto crollare la sua perfetta immagine da psicopatico.
“Quando sono scappato l’ho fatto perché avevo paura, ero piccolo e pensavo che quelli che avevano fatto male a mia madre sarebbero venuti a cercarmi, pensavo volessero prendermi, così me ne sono andato.
Dopo qualche giorno passato fuori è peggiorato tutto, stavo sempre peggio, pensavo che sarei morto così decisi di- abbassò la voce- morire dove era morta lei”

Mi sedetti accanto a lui, prima ero davanti, e gli accarezzai la schiena incitandolo a continuare.
“Una volta arrivato li scoprii che non c’era più niente, nessun medico, nessun paziente. Zero.
Però era decisamente meglio dormire in un letto distrutto piuttosto che su una strada quindi rimasi.
Di giorno uscivo a fare delle passeggiate, rubavo frutta e verdura dagli orti dei vicini e così piano piano riuscii a fare il mio orto.
Nessuno mi venne a cercare.
Nessuno voleva cercarmi, eppure io mi sono sempre sentito protetto in quel luogo, io sono sicuro che mia madre sia un angelo e che lei sia con me, non mi spiego come io sia sopravvissuto tutti questi anni”

Mi prese la mano, come se stesse cercando il coraggio per continuare.

“Crescendo mi accorsi di non essere normale, è come se in me ci fossero due persone diverse, a volte sono…me, e altre mi sento perso, non so cosa fare, come comportarmi e ho paura, ed è la parte di me che prevale il più delle volte.
Quella dove non sono realmente io.”

Una specie di personalità multipla?

“Perché hai fatto finta di essere psicopatico?” gli domandai interrompendo il suo monologo.

“Perché pensavo che ti avrei fatto pena e che mi avresti aiutato, eri interessante e…bella, volevo conoscerti, ma non sapevo come fare.
Non pensavo che mi avresti portato a casa tua e che avessi un…beh, Stefano”

La sua ‘non definizione’ di Stefano mi fece sorridere, mi stesi sul letto dove eravamo seduti.

“E perché dovrei cacciarti?”
Mi guardava confuso rimanendo seduto.

“Beh, ti ho mentito, ti ho fatto litigare con Stefano, ti ho quasi rubato i soldi per scappare”

“Ma poi hai pulito tutta casa, sai da quanto non la pulivo tutta?” battei la mano sulla sua parte del letto incitandolo a stendersi, lui lo fece, anche se un po’ titubante.

“Da quanto?” domandò curioso.
“Da sempre” risi leggermente, effettivamente pulivo solo una stanza alla volta ogni tanto.

“Che schifo..” sussurrò.

“Hey! Sei schizzinoso?” ovviamente sapevo già la risposta.
“Sì!” risi ancora di più.

Salvatore non capiva il motivo delle mie risate, la verità è che ero semplicemente felice che lui fosse normale.
Lui pensava di avermi delusa con quella notizia, invece era la cosa migliore che potesse dirmi.

Mi misi sul fianco guardandolo meglio, era ancora teso.
Gli accarezzai il viso, lui sussultò sorpreso dal mio gesto.

“Va tuto bene, resterai qui, Stefano se ne farà una ragione, non può comandare la mia vita, questa casa è tanto mia quanto sua” si voltò verso di me, aveva gli occhi tristi.

“Non voglio essere un peso per te” lasciai la mia mano sul suo viso accarezzandolo con il pollice.

“Non c’è nessun peso se siamo in due a portarlo”
Sorrise leggermente, forse lo stavo convincendo.
Mi avvicinai lentamente a lui, sperando di non metterlo a disagio, e appoggiai la mia testa sul suo petto.
Ascoltavo i battiti del suo cuore che stavano piano piano aumentando, misi anche le mani sul suo petto stringendo leggermente il tessuto della felpa.

“Qual è il vero Salvatore?” sussurrai rimanendo in quella posizione.

“Non lo vuoi conoscere davvero” rispose con lo stesso tono mettendo le sue braccia attorno al mio corpo.

“Voglio” usai un tono sicuro e alzai leggermente lo sguardo, si stava mordendo il labbro.

“Hai presente la Bella e la Bestia? Il vero Salvatore è la Bestia.
Non sono cattivo, sono solo particolare, è complicato…”

“Cosa significa?” mi rimisi a sedere.

“Non so cosa sia l’amore, l’unica cosa che conosco è l’attrazione fisica, non riesco a provare nessun tipo di sentimento simile al volersi bene e fa schifo, hai presente quei film che abbiamo guardato? Quei libri che mi hai letto? Ecco, li odiavo perché parlavano di farfalle nello stomaco, di voglia di proteggere, di pensieri fissi e io non so cosa siano queste cose! Io sono..una bestia”

Provai a mettermi nei suoi panni, insomma, molte persone dicono di non provare sentimenti, ma sappiamo tutti quanto sia falso.
I sentimenti si provano, non manifestarli è un’altra questione.
E se lui, al contrario, avesse i sentimenti ma non riuscisse a sentirli?
Immaginai come dovesse essere non capire cosa si prova per la maggiorparte del tempo.

Appoggiai la mano sul suo cuore.

“La senti la mia mano?” Salvatore annuì.

“Lo senti il tuo cuore che batte più veloce?” ci pensò su.

“A me sembra normale” tolsi la mano.
Adesso eravamo seduti uno di fianco all’altro, in silenzio.

“Ti vuoi bene?” era la mia ultima domanda, non volevo sapere altro.

“Io mi odio” rispose.

Mi alzai dal letto e camminai sotto la porta, lui mi guardava probabilmente convinto di aver fatto qualcosa di sbagliato.

“Pensi di essere un disastro e invece sei perfetto Salvatore”
Non so esattamente perché, ma decisi di lasciarlo da solo.
Forse io avevo bisogno di rimanere sola, forse dovevo ritrovare qualcosa che lui aveva perso.

Era possibile? Provare così tante emozioni da farle sentire anche a chi non le aveva?

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⏰ Last updated: Jan 04, 2018 ⏰

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Psychopath|| SurrealpowerWhere stories live. Discover now