L'autunno nella scuola di "Amici" è proprio come i primi mesi di un anno scolastico: ti sembra di avere tanto tempo davanti. Per quanto tenessi a mente le nostre prime scadenze, mi sentivo protetto coi miei compagni dentro quella scuola "blindata", la nostra gabbia dorata che ci proteggeva dal mondo esterno: davamo per scontato che ormai eravamo dentro il nostro sogno e nessuno ce l'avrebbe portato via...per nulla al mondo. Solo le piogge torrenziali romane mi ricordavano che l'estate era finita da un pezzo e che un duro inverno era alle porte. Una stagione di studio "matto e disperatissimo". <<Dentro la scuola di "Amici" il percorso di ogni ragazzo viene curato nei minimi particolari. E di certo i professori non si risparmiano>>. Cosi il supporter Marcello Sacchetta apriva una nuova puntata su Real Time preannunciando la prima lezione del Tenebroso. Con il Prof. Zerbi. <<Visto che ormai è qualche giorno che sei qui, dimmi due cose che hai già imparato>>. <<Prima di tutto ho imparato a non mentire a me stesso: stando con gli altri devo accettare in modo chiaro i miei limiti, confrontandomi e sapendo dire "io in questo momento valgo più di te", oppure "io valgo meno". Un'altra cosa che ho provato a fare è respirare, finalmente, senza arrivare strozzato fino a fine strofa>>. <<Quindi vuol dire che canterai meglio di come ti ho sentito l'ultima volta? Se hai detto tutto questo e poi canti allo stesso modo, per me sei già fuori dalla classe>> è stata la reazione cattivella del prof. Il Tenebroso ha cercato i convincerlo con la sua cover di Seven Years di Lukas Graham, e Rudy era ben disposto verso questa scelta: <<Bravo, è un pezzo giusto per mettere in mostra quello che hai detto>>. Nel bel mezzo dell'esecuzione il prof l'ha interrotto: <<Perchè all'inizio della canzone cantava un altro e poi hai iniziato a cantare tu? Le prime due righe del testo le hai fatte con una voce che faceva il verso a Bob Dylan, tutta un po' birignao, e poi sei partito. Ricorda: un cantautore vince solo se la gente percepisce verità in quello che racconta. Tu non puoi parlare in un modo e cantare in un altro. Vasco quando parla è uguale a quando parla. Cerca sempre di essere vero. Non fare una voce impostata.>> <<Però non sono molto d'accordo sulla corrispondenza tra parlato e cantato. Ci sono certi artisti che cantano in modo diverso da come parlano.>> <<Io non dico che devi essere uguale agli altri. Non devi essere finto. Il mio è un consiglio in generale. Tu mi hai colpito ai casting perché eri intenso. Ho detto che eri bravo, ho visto in te la grande dote di un respiro internazionale. Non ti costruire muri intorno, non ne hai bisogno.>>
Ad andargli decisamente contro era un altro insegnante, Alex Braga, che gli aveva lanciato una provocazione a lezione. <<Ci regali la tua migliore interpretazione di questo grande classico della musica moderna e contemporanea che è Tanti auguri a te?>> <<Sei serio? Devo cantare Tanti auguri?>> <<Dico mai cazzate?>> <<Non lo so, può essere.>> Le frecciate erano reciproche, eppure il Tenebroso ha accettato di cantarla. La reazione del Prof.? Implacabile. <<Tu riesci a rendere triste anche Tanti auguri a te. Io credo che fondamentalmente tu abbia un problema nel rapportarti alla musica.>> Il Tenebroso si è difeso negando, ma ormai il Prof. Braga lo aveva invitato a un lungo duello.<<La musica non è tristezza, serve per curare questo tipo di cose. Quando uno è triste e ascolta una canzone non lo fa per intristirsi di più, ma per riequilibrare uno stato.>> <<O per enfatizzarlo.>> <<No, questa è autocommiserazione e non ti porta da nessuna parte. Secondo te è giusto?>><<Chi canta deve esprimere la propria arte>> ha risposto seccamente il Tenebroso. <<Non esiste il giusto. Io sto facendo quello che mi fa star bene.>> <<Non peccare di presunzione: io ti vedo fare i brani tutti uguali, il che non è stile. È limite.>> Il loro era diventato un vero e proprio botta e risposta. <<Non puoi pretendere che abbia "lo stile" a ventitré anni. Quanti ce ne sono di Rolling Stones e di Beatles? Un passo alla volta credo di poter superare questo mio limite, trasformandolo magari in un punto di forza.>> <<Ma devi credere che questo è un limite! Sai qual è la mia impressione? Tu ti senti stiloso, ma in realtà sei vittima di te stesso.>> E qui, niente da aggiungere, nemmeno io avrei saputo essere più cattivo... il prof. ci stava andando giù veramente pesante. Infatti... <<Mi sembra pesante come affermazione.>> <<Finché non cambierai atteggiamento, non riuscirai a modificare l'output del tuo lavoro. Continuerai a cantare Tanti auguri a te in un modo che non serve a nessuno.>> <<Ma i miei brani non sono delle lamette tagliavene "emo" anni Ottanta, glam rock del cazzo... sono pezzi anche belli. Creo un vuoto in un mio momento down e poi apro la porta e dico: "Wow, c'è il sole e posso fare una corsa".>>
