Fede

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Con Lui tutto sembrava procedere bene. Qualche giorno fa Tameto era tornato a casa dopo una lunga giornata di lavoro passata in redazione. Aveva dovuto occuparsi anche dei compiti di un suo collega, perché quest'ultimo era dovuto andar via prima del previsto. Tameto avanzava lentamente verso casa. La stanchezze era sempre più opprimente: avrebbe solo desiderato sdraiarsi sul letto, saltando anche la cena. Fu quando toccò il cuscino con la testa, che sentì quel suono. Dapprima indefinito, divenne sempre più nitido, fino a quando si rivelò essere una voce chiara e distinta. Era la voce di Lui. Spaventato e sconquassato, Tameto fu inevitabilmente pervaso dalla paura. Fu in quel momento che Lui chiese a Tameto se poteva concederGli un po' del suo tempo.

"Quella sera ero proprio stanco. Anche se ancora non ho capito dove mi trovo, perché mi cercasti proprio quella sera? Fra tutti i momenti in cui avrei potuto essere più..."

Tameto fu interrotto da un quasi impercettibile sospiro della Sua voce.

"Ho aspettato tanto, figlio Mio, crediMi. Eppure, non sono mai riuscito a trovare un momento in cui tu fossi davvero solo con te stesso, sereno, tranquillo. Così, ho deciso di venire quella sera."

Effettivamente non era un periodo facile per Tameto. Ultimamente era diventato più irascibile. Si sforzò di ricordare quando fosse cominciato quel periodo, però non vi riuscì. Da quanto Tameto non prendeva un po' di tempo per sé, per fare mente locale?

"Quanto spesso desidererei anche solo restare in silenzio, a godere della vostra compagnia! Non solo Mi dimenticate, ma Mi disprezzate in ogni istante. Ed oltretutto vi lamentate perché non riuscite mai a trovarMi! Le uniche occasioni in cui posso sperare di catturare la vostra attenzione, sono i bisogni e le sofferenze che vi accadono nella vita, figlio Mio. E' in quel momento che alcuni di voi si avvicinano a Me, nella speranza che Io possa aiutarli. Tuttavia, risolto il problema, Mi abbandonano nuovamente. Dovreste avere più fede ".

A colpire Tameto non fu tanto il significato di quelle parole, piuttosto l'espressività con cui erano pronunciate. Possibile che le parole appena pronunciate fossero veramente di quel Dio onnipotente, che castiga e punisce gli uomini da generazioni?

"Cosa intendi quando parli di fede?"

"Fiducia, figlio Mio. Fiducia. Pura e semplice fiducia. Avere fiducia in qualcuno non significa accordargliela quando è necessario. Significa fidarsi di lei in ogni momento, pur non comprendendo cosa ella stia facendo per te. Potrei mai abbandonarti a te stesso?"

Tameto si sarebbe aspettato una risposta più esauriente. Si sentì in dovere di biasimare le Sue parole. Avrebbe voluto aspettare, in virtù del fatto che più di una volta Dio si era mostrato capace di dare risposte molto più che complete. Non ci riuscì.

"Io davvero non ti capisco. Prima, parlando della libertà, mi hai ribadito di essere onnipotente. Puoi fare ogni cosa, ogni cosa! Se vuoi attirare la nostra attenzione, rivelati. Apparici. MostraTi. Insomma, facci vedere chi sei!"

"Figlio Mio, puoi forse chiedere ad una persona di chiudere gli occhi e di fidarsi di te per attraversare un sentiero, se la persona stessa conosce già il percorso? A quale scopo chiederesti alla persona interessata di fidarsi di te?"

"Una risposta precisa riesci a darmela, una buona volta, sì o no?" esclamò Tameto, stufo dell'ennesima metafora.

"Figlio Mio, ciò che voglio farti capire è che molte risposte già le conoscete. Tristemente, vi rifiutate molto spesso di pensare e di accettare una realtà per come essa stessa è. Vedete solo ciò che volete vedere. Dovreste accordarMi più fiducia, non solamente quando ne avete bisogno. Quando guardi tua moglie come fosse la donna più bella di tutte, Io sono nei suoi occhi. Quando osservi i tuoi figli, è Me che stai vedendo. Se solo tu avessi alzato la testa verso le stelle, chiudendo gli occhi ed aprendo il cuore, Mi avresti visto già molto tempo fa".

"Ma... come faccio a riconoscerTi?"

Silenzio. Nessuna risposta.

Tameto iniziò a preoccuparsi. Adesso pretendeva una risposta.

"Rispondimi, ti prego!"

Ancora silenzio. Poi una sola frase ruppe il silenzio.

"Tu lo sai, figlio Mio: lo sai. Con la Fede".

Intervista a DioDove le storie prendono vita. Scoprilo ora