Pazienza

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Rimase immobile una decina di minuti, chiuso in se stesso. Pensare non è mai facile, né sbrigativo. Tameto, più consapevole di quanto stava per fare, cercando nella sua mente quale domanda poter mai rivolgere a Dio, iniziò a provare un forte senso di impotenza. Perché mai avrebbe dovuto sforzarsi tanto, se Lui aveva detto a Tameto di conoscerlo meglio di quanto egli stesso si conoscesse?

"Di domande potrei fartene tante", ruppe il ghiaccio Tameto. "Ma se mi conosci meglio di quanto io stesso mi conosca, non avrai certamente bisogno di farmi arrovellare tanto. Non importa nemmeno che io Ti faccia una domanda".

Nessuna risposta. Ogni momento che trascorreva, pareva a Tameto un'eternità: quando ci si aspetta qualcosa, accade spesso che ogni secondo si trasformi in un'ora. Forse Lui se l'era presa. Chissà.

"Te la sei presa?", continuò frettolosamente.

Ancora silenzio. Tameto cominciò a perdere la pazienza.

"Allora? Si può sapere o no per quale motivo adesso non parli più?", aizzò con una punta di arroganza.

"Per quale motivo ti arrabbi tanto, figlio Mio? Sono forse stato scortese nei tuoi confronti?", esclamò la voce.

"No. Però non mi rispondevi."

Quanto era ingenuo Tameto. Forse pensava di avere a che fare con un qualche collega di lavoro.

"Ogni risposta ha bisogno del suo tempo, figlio Mio. Io sono un Dio paziente. Rifletti bene su ogni cosa che dici, figlio Mio, prima di dirla".

Tameto iniziava seriamente a preoccuparsi. Insomma, Lui sapeva tutto di Tameto. Non capiva per quale motivo gli rivolgesse una simile richiesta. Prima Dio gli aveva chiesto di essere sincero, avendogli dimostrato di poter chiaramente venire a conoscenza di ogni suo pensiero. Ed adesso che era stato sincero fin da subito, cosa voleva?

"Vedi, figlio Mio", disse dolcemente "avrebbe senso se Mi intervistassi da solo? La risposta è, ovviamente, no. Ciò che voglio farti capire, è che Io ho bisogno dell'aiuto dell'uomo per poter realizzare ciò che ho in mente".

"Però potresti farne anche a meno", continuò provocante Tameto.

"Hai presente l'alba, figlio Mio? Oppure il tramonto?"

Tameto emise un segno di accondiscendenza, assorto nei suoi ricordi.

"Esatto, figlio Mio, sai benissimo com'è fatta l'alba od il tramonto. Eppure, due settimane fa hai voluto vederli con la tua famiglia, durante lo scorso fine settimana in occasione di quell'uscita."

In effetti Tameto era stato, ben due settimane fa, al mare con la propria famiglia. Aveva preso l'occasione al volo, quando il capo gli aveva concesso uno straordinario fine settimana. Era andato con la famiglia al mare: non si sarebbe perso mai l'opportunità di gustarsi quantomeno il tramonto sulla spiaggia.

"Provasti un forte sentimento, stupore misto ad incanto e meraviglia. Tuttavia, avresti potuto fare a meno di osservare il sole in quel modo. Sapevi benissimo come era fatto il sole, tanto quanto il tramonto o l'alba. Capisci, figlio Mio? Si possono conoscere e sapere molte cose, ma vederle realizzate davanti a sé con l'aiuto di qualcuno, pur conoscendole, è molto più bello ed emozionante".

"D'accordo, ho capito."

Tameto cominciava a capire. Dio avrebbe avuto bisogno del suo suo aiuto, per realizzare quell'intervista. Adesso si sentiva un po' in colpa. In fin dei conti, era stato troppo avventato. E proprio da qui Tameto prese spunto.

"Sei davvero così calmo e paziente come tutti credono?

"Sì, figlio Mio, Lo sono. Non te l'ho forse dimostrato anche prima, quando tu Mi hai aggredito perché non ti rispondevo? Tuttavia, anche la pazienza ha un limite. E' questo che spesso vi dimenticate: ad ogni cosa c'è un limite."

"Potresti allora spiegarmi cosa intendi?", domandò più tranquillamente Tameto.

"Vedi, figlio Mio, voi non siete così diversi da Me come credete. Come ricordavo prima, ciascuno di voi possiede alcune Mie caratteristiche, tra le quali c'è la pazienza. Tuttavia, pensate erroneamente che tale pazienza sia senza misura. Essa è in grado di sopportare molto di più di voi tutto ciò che accade, compresi i vostri comportamenti sbagliati, in quanto è spinta da un profondo amore verso di voi. In ogni caso, poiché spesso ve ne approfittate, prima o poi si esaurisce."

"E cosa succede quando si esaurisce?"

"E come reagite, voi, quando qualcuno si approfitta della vostra pazienza?", rispose decisamente la Sua voce, facendo trasparire una tristezza di fondo e lasciando ben intendere una possibile risposta.

Tameto iniziò a credere che Dio fosse molto più simile a lui di quel che credesse. Oppure era lui ad essere simile a Dio. E' il mandarino ad assomigliare all'arancia, od è l'arancia ad assomigliare al mandarino? In ogni caso, era comunque troppo presto per dirlo.

"La pazienza è una importante qualità. Ho deciso di donarvela, in misura più o meno abbondante da persona a persona, in modo da poter affrontare le difficoltà della vita. Senza di essa, vi lascereste prendere dall'ira, dal rancore e dall'odio molto di più di quanto non facciate già adesso. Ricordi quello che ti ho detto prima? Quando emerge veramente l'interiorità di una persona?"

"Quando si trova a dover affrontare una difficoltà."

"Esatto. Pur nella Mia semplicità, non sono un Dio banale. Ed ecco che vi trovate ad affrontare numerose e svariate prove nella vita, in primo luogo per dimostrare il vostro valore. Osserva la Natura, figlio Mio. Cosa c'è di più semplice e naturale della nascita di una pianta o dello spuntar del sole? Eppure, comprendere veramente la Natura non è così facile come sembra".

Tameto era affascinato da quelle parole. Tante volte aveva pensato di conciliare la semplicità e, se non la difficoltà, quantomeno l'originalità. E la natura ne era probabilmente l'esempio più lampante.

"Lo so, figlio Mio, è difficile per voi mantenere uno stato di quiete interiore. Tanto più, essere pazienti. Ma se riusciste ad impegnarvi di più, molte cose andrebbero molto meglio di adesso. Ogni qualità nasce da una tranquillità interiore, ma la pazienza più di altre. Per questo motivo sarebbe importante che lavoraste di più con voi stessi. Ovviamente, Io sono qua, sempre pronto ad aiutarvi, se Me lo permettete. Se non riuscite ad essere pazienti, è perché spesso non siete in pace con voi stessi."

Tameto era contento di tutto ciò che ascoltava. Iniziava a sentirsi meno solo. Ed aveva pure trovato un nuovo spunto per una seconda domanda. La pace.

Intervista a DioDove le storie prendono vita. Scoprilo ora