Mia madre era l’unica persona che avevo al questo mondo. L’unica persona a cui volevo bene e che mi voleva bene, sebbene i miei problemi, sebbene avessi un compito difficile che Cristo mi aveva affidato.
E adesso non c’era più.
Chi avrei guardato adesso?
Che avrei osservato di nascosto?
Chi avrei amato?
Dentro la casa di mia madre, dentro la casa che una volta era stata mia, seduta su una poltrone non facevo altro che piangere. Uccidere mia madre era stata la prova più difficile che avrei potuto fare.
Non avevo mai sofferto così tanto in vita mia.
Mi sentivo il cuore tagliato in due, l’anima pensante e il corpo un ammasso di carne. Mi doleva tutto, specialmente la mente. Avrei voluto strapparmi gli occhi con i quali avevo visto mia madre morire. Avrei voluto tagliarmi le mani con le quali avevo messo fine alla vita di mia madre. Avrei voluto… avrei voluto morire. Avrei voluto tagliarmi il corpo, millimetro per millimetro… e sentire la stessa sofferenza che aveva sentito mia madre prima di morire. Lo volevo, lo volevo con tutta me stessa.
Mi accorsi che per terra c’era ancora l’album fotografico. Lo osservai per qualche istante prima di chinarmi e camminare a gattoni verso esso. Lo aprii nel mezzo e osservai una foto. C’eravamo io e la mamma, lei che mi abbracciava di dietro ed io dinanzi con un sorriso enorme. Gli occhi mi si riempirono di lacrime, ma non gemetti. Lasciai che esse scivolassero sulla foto, bagnandola. E non mi fermai. Voltai ancora pagina. Rappresentava me nel mezzo, mia madre a sinistra con le labbra sulla mia guancia e mio padre dal opposto a baciarmi la fronte.
“Papà…” toccai la foto sfiorandola con la mancina. Le mie lacrime continuavano a scendere, ad inzuppare la foto. “… mamma”
Un’altra foto rappresentava mia madre e mio nonno con me sulle gambe. Tutti in un grande sorriso.. Un grande sorriso felice.
Con un moto di rabbia presi l’album e cominciai a strapparlo, pagina dopo pagina, fino a prenderlo di peso e gettarlo via, contro il muro.
“Perché mi hai fatto questo!!?? Io stavo cercando di aiutarti, che motivo c’era di uccidere l’unica persona a cui volevo bene??!!” guardai il soffitto urlando, sebbene io stessi parlando con qualcun altro. Io cercavo di parlare con Lui che non rispondeva mai. “E’ questo il mio destino? Uccidere le persone giusto? Beh, non c’è problema.. per te farei qualsiasi cosa ma.. perché Lei! Perché.. perché mia.. madre…” scoppiai di nuovo a piangere. Le mie gambe non reggevano. Crollai con le ginocchia per terra e i polsi contro il pavimento.
La fine della sofferenza di mia madre aveva portato la mia sofferenza.
Mi sdrai sul pavimento continuando a piangere.
Piangevo con una bambina.
Piangevo come mia madre.
Piangevo come Josh prima di morire.
“scusami.. Scusami…” sussurrai rivolto a più persone. Mi scusai verso il Signore per quel che avevo detto. Mi scusai verso quei vecchi che avevo ucciso. Mi scusai verso mia madre alla quale avevo dato sofferenza. Mi scusai verso Josh… al quale avevo dato più sofferenza di altri, prima di regalargli la morte eterna e la serenità.
Mi scusai fino ad addormentarmi sul pavimento gelido della sala da pranzo.
STAI LEGGENDO
Il Diario di una Psicopatica
Horror"Il mio dono è la morte.. e sono qui per donarla anche a te" E' questo quello che crede la Psicopatica. Uccidere è quello che adora fare, e lo fa con grande sentimento... come se fosse davvero il suo modo di vivere. Vivere, uccidendo gli altri.