Confessione

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Non era la prima volta che uccidevo un essere umano, ma gli antecedenti dentro l'istituto per malati, non li avevo visti morire. Li avevo solo uccisi. Josh l'avevo ucciso e accompagnato nella sua morte, l'avevo benedetto e avevo pregato il Signore di accorglielo con se affinchè fosse purificato. Era la cosa giusta da fare. Era qualcosa che avrebbero dovuto far tutti sulla terra.
Bruciando l'edificio avevo perso il posto dove abitare, ma non era tanto questo a sconvolgermi. Avevo vissuto per due anni per strada senza alcun problema, di certo non era questo a spaventarmi. Avevo dovuto bruciarlo. Dovevo bruciare il corpo del ragazzo, affinchè l'anima si staccasse dal corpo. Bruciare il corpo non è mai qualcosa di orrendo, ma solo un dono che si fa al corpo e all'anima, proprio come fanno gli indiani. O almeno.. credo che siano loro.
Eppure sentivo dentro di me qualcosa. Sentivo qualcosa di strano, un peso allo stomaco.
"Quando senti un peso...", era solita dirmi mia madre "..va a confessarti. Ti sentirai subito meglio".
Ma a quali persone potevo dire il mio peccato? A quante, specialmente?
Nessuno avrebbe mai capito le mie motivazione, se avessi detto che avevo ucciso già tante persone. Avrebbero chiamato i poliziotti e io sarei andata in cella senza poter riuscire a finire il mio lavoro.
Un lavoro cominciato va sempre finito. Sempre! E io devo finirlo, per volontà di Dio., mi dissi.
Qualche giorno dopo aver ucciso Josh, andai in chiesa.
Era una sera di Autunno. Il vento trasportava quell'odore dolciastro della castagne arrostite che si vendevano nei paeselli. Le foglie continuavano a cadere, a morire sul terreno asciutto. Quando entrai in chiesa l'odore d'incenso mi attraversò le narici sino ad arrivare dentro. Era la stessa sensazione che avevo quando sentivo la paura altrui. Uguale. Quasi palpabile dentro me.
Mi coprii il volto con una stoffa di tela nera e mi avvicinai alla croce. La studiai per qualche istante. Il Cristo messo in croce, con una corona di spine sul capo sanguinante, e lo sguardo moribondo. Nessun terrore. Lui sapeva bene che sarebbe morto per mano degli uomini. Feci un misero inchino baciandomi la mano sinistra dopo aver fatto il segno della croce. Alzandomi, mi avvicinai nelle "casette" - come ero solita chiamarle io - per la confessione. Poggiai le mie gambe li inginocchiandomi. Li dentro c'era già un prete che, da quanto vidi fra il telaio, stava leggendo qualcosa. Sperai che fosse la Bibbia o qualcosa di formale.
"Salve Padre", salutai, congiungendo le mani.
"Salve Figliola", ricambiò il saluto chiunque ciò che aveva in mano per dedicarsi a me. Da quanto tempo qualcuno non mi dedicata un pò di attenzione? Beh, da quando in un certo senso ero.. morta.
Recitai a memoria l'Atto di Dolore finchè non fu lui stesso a fermarmi.
"Dimmi, figliola.. quali sono i tuoi peccati?" Il suo sguardo non era rivolto a me, ma lo era il suo orecchio.
Esitai un sol attimo nel rispondere, e poi la risposta mi uscì a fior di labbra "Ho ucciso"
Sentii nel prete un fremito, sentii il suo stupore e terrero che portarono il suo sguardo verso di me. Avevo il volto chinato verso il basso e le mani ancora congiunge con un rosario fra queste. Un sorriso comparve sul mio volto, con un misto di soddisfazione, ma preferii nasconderlo. Dovevo essere seria, e non mi avrebbe mai ascoltato.
"Ho ucciso, Padre. Ho ucciso più volte, ma non per volontà mia. Io emetto il volere del Signore Gesù Cristo. Ho il dovere di eliminare la macchia nera del mondo. Ho il dovere di eliminare la sofferenza nel mondo affinchè non resti nient'altro che la felicità.. che la visione di una bella vita dinanzi a noi. Ho il dovere di eliminare il peccato dal mondo, perchè non tutti i gesti sono perdonabili, Padre. Lei stesso credo che lo sappiate meglio di me"
Non parlava. Sentivo un suo gemito ogni qual volta che mi esprimevo. Anch'esso aveva terrore di ciò che stavo dicendo, dei miei gesti.. Aveva timore di me. Io, Nessuno.
"Padre.. Padre c'è ancora?", domanda alzando il volto verso la finestrella bucherellata.
"S-si.. Si, sono ancora qui, Figliola" prese fiato. Lo prese e lo risputò. "Figliola.. Il nostro Signore non vuole questo. Il nostro Signore non vorrebbe mai che tu facessi del male alle persone. Il Nostro Grande Signore vorrebbe che tu ti togliessi questo fagello dalle mani, che andassi a casa con tua madre e tuo padre, che vivessi come una persona normale"
"E' stato lui a dirmelo" sussurrai. Ricordai dell'uccellino. Quello era stato un chiaro messaggio di aiuto da parte del Signore. Voleva vedere se ero adatta ad aver affidato questo compito. "E non uccido. Io aiuto.. Le persone soffrono, che motivo hanno di star ancor vivi quando nel cielo c'è Dio che può accorglierli? Li sopra non ci sono malattie. Li sopra non c'è sofferenza. Li sopra non ci sono peccati. E' questo che vuole il Signore, salvare il mondo.."
"Figliola io..."
Lo bloccai "Mi benedica".
Si bloccò anch'esso a questo sussurro. Era un ordine, lo sapevo bene. Ma avevo bisogno della sua benedizione per poter continuare. Avevo bisogno della benedizione di Cristo per continuare in questa impresa.
"Co.. cosa?" era esterefatto, lo sentivo anche io dalla voce.
"Benedicetemi" ripetei, con volto alzato. "Ho bisogno della benedizione per continuare"
"Ma tu non devi! Non devi continuare ad uccidere...", sussurrava, non voleva che qualcuno lo sentisse. Ed invece io avrei urlato tutto al mondo. Di cosa avrei dovuto aver pudore? Di far la volontà di Cristo? Molti mi avrebbero guardato male.. Ma questo solo perchè sono molti i credenti.. ma quasi nessuno ci crede così tanto da mettere in pratica ciò che Lui ti dice. E quindi fan finta di essere sordi, di non sentire le Sue volontà.
"Non devo?" sorrisi appena "Non devo?! Mi sta dicendo di ignorare la voce del Signore? Come può dire una cosa del genere?" alzai un tantino il tono della voce.
Era diventato pallido, e specialmente era spaventato dalla mia reazione. Mi credeva un assassina, una pazza assissina che avrebbe potuto ucciderlo senza pensarci mezza volta. Ma io non avrei mai ucciso una pecora del Signore.
"Figliola.. Per favore..."
"Ora. Beneditemi" insistetti.
Il prete sbuffò voltando lo sguardo verso la parte opposta. Alzò poi il braccio dentro voltandolo verso di me. "Ti Benedico nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo. Spero che il Signore possa starti vicino nel bene .. nel male." si fermò un attimo sospirando. Sembrava qualcosa di realmente faticoso per lui, qualcosa che sicuramente non aveva mai sognato di farlo. "Sei purificata da ogni peccato, nuovamente battezzata."
Mi feci il segno della croce e mi alzai "La ringrazio Padre, non mi dimenticherò del suo gesto"
Feci un piccolo inchino al capezzale di Cristo ringraziando anche lui ed uscii dalla chiesa a piccoli passi.

Il Diario di una PsicopaticaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora