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Canzone del capitolo: polaroid-Riccardo Marcuzzo

Fu ancora lo stesso medesimo suono che mi tormentava da anni, a svegliarmi.
Pensai di fare una colazione leggera a base di frutta e succo d'ace, di uscire per ritirare i libri che mamma aveva ordinato e magari di visitare un po' la città.

"Mamma, io esco a ritirare i libri, torno per mezzogiorno" mi indirizzai già verso la porta.
"D'accordo, ma non ti serviranno indicazioni per andare in giro? Non conosciamo la città"
"Oh tranquilla, ho già guardato su google maps" accennai un sorriso e uscii.

Le giornate erano ancora molto calde e afose, facevo fatica a tenere gli occhi aperti con il sole che picchiava in cielo.
Fortunatamente scoprii che accanto alla nostra nuova casa vi era un negozio di occhiali, così approfittando del fatto che avevo qualche soldo in più in tasca ne presi un paio abbastanza protettivi.

La ragazza incaricata di consegnare i libri arrivati, non aveva la solita espressione simpatica come la donna seduta vicino a lei. Mi ricordava Jody.
"Salve" mi avvicinai al bancone "sono qui per ritirare dei libri. A nome Evans"
"Aspetti, vado a chiamare mio fratello"
la ragazza si alzò dalla sedia girevole "Trevor! Prendi il sacchetto con i libri a nome Evans e portali qui! Io devo andare in bagno!"

"Tieni" un alto ragazzo dai capelli arruffati con non curanza e dalle braccia tatuate e muscolose mi porse un sacchettino.
"Grazie mille, la pago qui?" tirai fuori il portafogli aspettando la sua risposta.
"No guarda, pagami pure in bagno" sulla sua faccia si dipinse un sorrisetto arrogante che odiai da subito.

Dopo essere uscita dalla libreria tirai un lungo sospiro di sollievo.
Ma che aveva da essere così scontroso? Se si era svegliato con la luna storta mica potevo farci qualcosa!
Cercai di distrarmi dalla rabbia andando a fare un giro in centro.

A mezzogiorno, forse con qualche minuto di ritardo, tornai a casa.
Beh, forse con poco più di qualche minuto.
"Jade! Avevano detto a mezzogiorno! Sai che ore sono?" disse mia mamma indicando l'orologio al polso.
"Ehm... l'una.." abbassai lo sguardo "scusa, mi sono distratta..."
"Per questa volta fa niente, ma io e tuo padre ci siamo spaventati. Abbiamo anche provato a chiamarti, ma non rispondevi."
Controllai il cellulare. Sulla schermata mi apparve la bellezza di ben dieci chiamate perse. Dimenticai di attivare la suoneria.

Finito di pranzare, a malincuore, presi carta e penna e scrissi qualche riga per il tema che avrei dovuto presentare fra 3 giorni.
Nelle indicazioni che mi furono state mandate, non c'era scritto che traccia avrei dovuto usare, così scrissi della mia vecchia città, di quanto fosse bello uscire con i miei amici.

2 ore più tardi, mi rifugiai in camera mia a provare i nuovi vestiti.
Indossai una gonnellina azzurra, abbinata ad un top bianco. Era semplicemente divino.
Dopo essermi scrutata per bene allo specchio presi una felpa a fiori, con uno sfondo bianco.
Si, il primo giorno di scuola mi sarei presentata così.

Per cena, la mamma cucinò un piatto particolare che aveva visto in TV e che da subito aveva voluto provare.
"Oggi Trina, ti sei impegnata" disse mio padre dandole un bacio sulla guancia.
"Sicuramente più di te di solito Frank"
Scoppiai a ridere "papà, la mamma ha ragione, fai pena in cucina"
"Non è vero! È solo che non sapete apprezzare ciò che propongo" mio padre arrossì in volto.
"Se quello che ci proponi è la cucina in fiamme!" mamma scoppiò in una risata eterna.

Andai a dormire tardi, come sempre d'altro canto.
Non avevo voglia di messaggiare a Kessy però.
In compenso guardai qualche video di Talisa Tossel e Karina Garcia e stalkerai qualcuno su Instagram, insomma la mia vita normale di tutti i giorni.

MY DRUG IS YOUDove le storie prendono vita. Scoprilo ora