Dodici

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Quando Louis chiamò il nome dei suoi amici, Harry si ritrovò di nuovo a disagio, e le sue spalle sprofondarono, come la sua sicurezza.

"Questo è il mio amico, Harry!" Louis annunciò ad un paio di ragazzi e ragazze, sorridendo a tutti, "Harry questo è Niall, Ed, Josh, Stan, e Danielle. Ma la chiamiamo Dani," alzò le spalle, e puntò a ogni singola persona mentre diceva il loro nome. Harry non disse nulla, annuì soltanto, contraendo le sue labbra insieme.

Modo per essere strambo, scherzo della natura

Louis guidò Harry ad un posto vuoto vicino a Ed, e lo fece sedere. "Prendo il mio pranzo," disse, prima di lasciare Harry da solo con un gruppo di sconosciuti.

"Sei nuovo qui?" chiese il biondo dall'altra parte del tavolo, e Harry congelò alla domanda. Annuì, e incrociò le sue mani nel suo grembo, stringendole insieme in mezzo alle sue cosce. "Figo. Dove andavi a scuola prima?" chiese, ruminando un sandwich che Harry voleva così malamente, per riempire il suo stomaco vuoto.

"Uh H-Holmes Chapel C-Compreh-hensive Sc-School," disse al ragazzo vivace, parlando piano.

Gli occhi di Niall si allargarono un pochino, "Davvero? Ho sentito che era veramente una buona scuola dove andare! Anche cara!" esclamò, facendo Harry trasalire, cosa che il ragazzo irlandese non notò, "Come mai hai lasciato quella scuola?"

Harry deglutì, e mentì palesemente, qualcosa che faceva da anni, "A-a mia madre n-non p-piaceva," borbottò abbastanza forte per farsi sentire da Niall. Ma girò la testa, confuso al perché non le potrebbe piacere. Aveva un amico là e diceva che l'amava. Ma fortunatamente per Harry lasciò perdere, e continuò a mangiare.

Louis tornò dopo poco, e Harry ne fu grato, perché anche se era stato presentato, non sapeva chi fossero le persone che lo circondavano.

Ed sussurrò qualcosa all'orecchio di Louis, senza essere notato da Harry o gli altri tranne Niall. "Sai se Harry sta, insomma.... bene?" gli borbottò. Louis aggrottò le sopracciglia, sapendo che no, Harry non stava bene. Ma non glielo voleva dire.

"Sta bene, si," rispose con un'alzata di spalle, prendendo il suo cibo, il quale, secondo la sua opinione, sembrava disgustoso.

Ed annuì in pensiero, "Okay. È solo che sembra tipo... tipo non so. Nauseato?" disse a Louis insicuro. E anche se Louis sapeva che il suo amico stava solo provando ad essere cortese verso il suo nuovo amico non gli piaceva che avesse quella sorta di abitudine di saltare a conclusioni affrettate.

"Non è nauseato, Ed," scattò un pochino, parlando lentamente a denti digrignati.

"L-Louis?" Harry chiese, mordendosi il labbro mentre guardava con speranza il ragazzo più grande, "D-devo a-andare," disse stranamente, e benché Louis sapeva che Harry non doveva veramente andarsene, annuì, indirizzandogli un sorriso. E Harry sapeva che Louis si stava segretamente chiedendo se stesse bene. Quindi gli annuì, dicendogli silenziosamente che stava bene, e uscì velocemente dalla mensa.

Ma di nuovo, non stava bene. Non poteva affrontare l'odore di tutto quel cibo di più di cento studenti galleggiare intorno a sè.
E, dovuto al fatto che non stava mangiando da più di una settimana, l'odore innescava qualcosa dentro di sè. E sentiva male allo stomaco.

Harry arrivò al bagno in tempo, e si chiuse dentro una cabina prima di svuotare fuori i contenuti del suo stomaco, il quale non era tanto per cui iniziare.  E soffocò, piegandosi davanti al cesso con respiri instabili. La sua testa si sentì confusa, e il suo stomaco si agitò, ringhiando. Voleva così tanto andare da Louis, l'unico ragazzo di cui si fidava, e dirgli che si sentiva male e malaticcio. Ma poteva a malapena camminare fuori dal bagno e verso il corridoio figuriamoci alla mensa attraverso il corridoio e alla fine della stanza gigante, dove si trovava il tavolo di Louis.

Voleva prendere il cibo. Voleva mangiare. Voleva qualcosa nel suo stomaco diversamente dalla settimana scorsa o più dove non aveva mangiato più di una piccola porzione di una barretta per colazione. Ma non poteva muoversi. Sentiva debolezza nelle sue ginocchia, e non sapeva perché. Dette per scontato che fosse per la fame improvvisa e l'odore del cibo che non aveva avuto entrando nei suoi sensi e farlo sentire debole e nauseato. Ma non poteva prendere il cibo anche perché le voci lo bandivano. Loro gli dissero severamente no, e lo minacciarono anche se era il suo corpo e non il loro. Eppure, ascoltarle era più forte di lui, perché per la maggior parte, le voci avevano ragione, pensava.

Harry gemette, stravaccandosi contro il muro, premendo la sua fronte contro il muro freddo. Le sue mani pressavano forse contro esso per tenersi in piedi. Aveva quel fischio nelle orecchie. Quello che ti viene quando è troppo silenzioso, o quando sei travolto. Nel suo caso entrambi, a parte il rumore di passi arrivare dal corridoio, i quali non aveva sentito per il suddetto fischio.

Dietro di lui, Sam premette un dito sulle sue labbra, facendo zittire i due ragazzi accanto a lui. Prima che Harry potesse accorgersene, Sam avanzò lentamente, prendendo le sue braccia e appiccicando il suo piede di fronte a quello di Harry, spintonandolo in avanti così che inciampò e cadde. Anche se non lo notò, e avrebbe dovuto curarsene di meno a quel punto, perché sapeva che non poteva farci niente. Quindi rimase steso a terra, di lato, le sue ginocchia tirate al petto. "Perfavore," borbottò, più silenzioso di un topolino.

"Oops, scusa, piccolo frocio," Sam lo derise, muovendo la sua testa e facendo il broncio.

"Si, non aveva intenzione di farti lo sgambetto," ringhiò uno degli altri due ragazzi prima di calciare il panzone di Harry. Questo lo fece gemere rumorosamente, strigendosi forte lo stomaco.

Harry prese altri colpi allo stomaco, sul dietro delle sue cosce e sugli stinchi prima di guardarli disperatamente mentre scappavano. Il pranzo era finito abbastanza da poco, e Harry non voleva essere visto in quel modo. Quindi dopo cinque minuti disteso a terra inutilmente si alzò, graffiando il muro mentre si trascinava dentro al bagno dove lasciò che le sue lacrime si liberassero. E la sua mente si allontanò, ascoltando disperatamente le voci che apparivano di nuovo, dicendogli cosa doveva fare quella sera.

ci leggiamo presto! e in bocca al lupo per l'inizio della scuola.

io inizio il 12, voi?

scars ❃ larry || italian translationDove le storie prendono vita. Scoprilo ora