Quindici

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Nota autrice: Harry ha un disturbo schizoaffettivo in questa storia. Non l'ho mai specificato, e mai detto schizzofrenia ma è attualmente il disturbo schizoaffettivo!!!

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Harry era disteso nel letto dell'ospedale, coscente, ma scomodo. Le voci gli stavano dicendo cose. Dicendo di fare delle cose. Erano tutte cose che rifiutava ma non poteva fare altro che immaginare cosa sarebbe potuto succedere se le facesse.

Fatti del male

Proprio qui in ospedale

Butta via le tue pillole

Butta via tutte le tue nuove pillole che ti danno e non ascoltare nessuno

Provano solo compassione per te, lo sai che tu odi quando la gente rimane solo per compatirti

Tipo Louis. Lui è solo qui per compatirti, digliene quattro e non parlargli, stagli lontano.

Non parlare con nessuno, mai più

Puoi ucciderti, dovresti.

"No!" Harry urlò, le sue mani a coprirgli le orecchie, bloccando tutti i suoni fuori. Ciò fece girare sia sua madre e la dottoressa, facendole correre entrambe verso di lui.

Anne prese le mani di Harry, stringendole forte e accarezzando le nocche, "Harry, amore, stai bene. Le voci non possono farti male se le ignori. Ignorale e basta," lei parlò delicatamente, e gli occhi di Harry si chiusero di scatto.

"M-mi hanno detto di farmi male! E-e di buttare via le pillole!" esclamò, le lacrime scorrere liberamente lungo le sue guance, "Mi hanno detto di n-non parlare a n-nessuno di voi! E di stare lontano da L-Louis!" singhiozzò, lasciando cadere la testa sul suo ventre. "M-Ma non p-posso," frignò, "M-mi h-hanno detto di uccidermi," sussurrò in mezzo ai suoi singhiozzi, ed era così occupato a collassare che non aveva realizzato che sua madre fosse in lacrime e incapace, non sapendo cosa fare. La dottoressa li aveva lasciati soli per prendere qualche sonnifero per lui. Lei sapeva tutto del suo disordine mentale, e sapeva che il disturbo schizzoaffettivo di Harry non poteva fargli male fisicamente a meno che non fosse solo. Ma Anne era lì quindi la dottoressa era sicura di lasciarli soli.

"Harry, calmati. Non possono farti male. Non farai niente di ciò," sua madre parlò gentilmente, accarezzandogli la schiena.

Gli occhi di Harry si aprirono lentamente e sospirò, "Quando è stata l'ultima volta che hai mangiato, Harry? Un vero e proprio pasto?"

"N-non lo so," mormorò, "l'ultima volta che abbiamo visto papà," balbettò, mantenendo gli occhi fissati alla fine del letto.

Anne gemette silenziosamente, stringendo più forte la mano di suo figlio, "Harry, è stato quasi più di un mese fa," gli disse. Ma non rispose, perché sapeva che lei avesse ragione e lui stava solo cercando di convincersi che non fosse passato così tanto tempo. "Harry, amore, se continui a non mangiare ancora a lungo, ciò potrebbe causare un vero danno a te stesso," disse, "la dottoressa mi ha detto che sei Anoressico. So che non vorresti stare qui per settimane per risolverlo."

Harry annuì d'accordo. Ma non poteva scacciare la parola fuori dalla sua testa. Anoressico. Era Anoressico. E lo odiava. Non voleva essere visto in quel modo.
E aveva provato a far cadere l'argomento. Ma la parola continuava a ripetersi come una canzone che non poteva togliersi dalla testa. Per quanto ci provasse, la melodia delle sillabe che si univano insieme correva attraverso la sua mente in un loop senza fine, ogni volta sempre sorprendemente orribile come l'ultima, come un incubo, come un film horror, e non pensò di poter mai dimenticare il suono sentito.

scars ❃ larry || italian translationDove le storie prendono vita. Scoprilo ora