Ventinove

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Louis era seduto nella sua stanza d'albergo, occupata da Niall, Ed e la tv che metteva degli show che erano a lui sconosciuti. Niall continuò, farneticando di come giurasse che gli dei grechi li "stessero guardando".

"Quello é-" il ragazzo venne interrotto, vedendo il nome della sua amica nello schermo del cellulare. Rispose, tenendo il telefono all'orecchio. "Hey Dani," parlò, alzandosi dal letto.

"Hey, uhm, sono all'ospedale adesso-"

"Stai bene?"

"No, si sto bene, non siamo qui per me. Non impazzire, ma siamo qui per Harry. L'ho trovato quando stavo tornando a casa da scuola. Aveva un labbro rotto e uhm non poteva alzarsi da solo e ha detto che non riusciva a respirare," gli disse, e Louis si sentì come se lui non riuscisse a respirare. Continuava a mormorare "oddio" di continuo, perché non riusciva ad afferrare il pensiero che il suo angelo fosse di nuovo all'ospedale. Specialmente mentre lui era lontano ore e incapace di andarlo a trovare.

"Sta bene, vero?" Louis chiede, mordendo il suo labbro quando non rispose subito. "Vero?" chiese di nuovo.

"N-non lo so! Il dottore sta facendo qualcosa, ma non posso entrare," rispose, "non morirà," lo assicurò.

Louis deglutì, appoggiando i gomiti nella scrivania, "Hai chiamato sua madre. Se non l'hai fatto, chiama, hanno il suo numero negli archivi," sospirò, passandosi una mano nella frangia scompigliata, "e tienimi aggiornato? perfavore?"

"Si, senz'altro," disse, e riattaccarono.

❁❁❁❁

Louis era diventato un disastro nelle seguenti tre ore, andava costantemente a destra e manca preoccupandosi, chiedendo ai suoi due amici se credevano che lui stesse bene, al quale loro o alzavano le spalle o dicevano si solo per fargli calmare i bollenti spiriti. Ricevette finalmente una chiamata, il nome di Harry balzò sullo schermo.

"Harry! Amore, stai bene?" esclamò.

Rispose una voce di una donna, "Eh Louis, sono io, Anne," ridacchiò.

Louis aggrottò le sopracciglia, "Scusa, Harry sta bene?"

"Si, si è svegliato qualche minuto fa, ma il dottore lo sta controllando e cose così. N-non so come l'hanno macrassato così, ma
ha dei lividi nelle gambe e stomaco, un labbro rotto e una costola spezzata. Siccome è stato già picchiato così tante volte penso che le ossa della costola fossero sensibili? Non so, ma era già stata colpita quindi qualunque cosa abbia fatto, l'ha spezzata un pochino. Il dottore mi ha spiegato che quello probabilmente era il motivo per cui non riusciva a respirare, perché la costola stava premendo contro il polmone, suppongo," disse a Louis, che chiuse gli occhi in sollievo, sapendo che il suo fidanzato stesse bene.
"Vuoi parlargli?" chiese.

"Si! Si, perfavore!" rispose immediatamente, e aspettò un secondo, sentendo dei fruscii e delle voci tenue prima che sentisse qualcuno nell'altra linea.

"Ciao Louis," Harry respirò, e l'altro ragazzo sospirò di sollievo.

"Ciao, angelo," rispose, "momento inopportuno per andarsene in Grecia, eh?" scherzò, e Harry ridacchiò, non tanto a causa della fitta di dolore al petto.
"Che è successo, amore?" chiese, sedendosi sul letto, dove Ed e Niall stavano segretamente ascoltando la conversazione.

"Io uh, ho una costola spezzata e-"

"No, Harry, piccolo, come è successo?" chiese timorosamente, sperando che il suo ragazzo non lo tenesse per sé, "puoi dirmelo, perfavore."

Il ragazzo più piccolo sospirò, "H-Ha detto che non p-posso," la sua voce si spezzò.

"Zayn," Louis grugnì, "quel ba-"

"Mi dispiace," Harry sussurrò, e Louis andò in corridoio, sapendo che Harry non avrebbe pianto davanti ad altri e che avrebbe dovuto essere da solo.

"Non è colpa tua," gli disse Louis.

"M-ma ho detto che ci avrei provato di più per te," tirò su col naso, la sua voce vicina ad un bisbiglio.

"Già, ma non hai detto che avresti provato a non farti provocare male da altri, hai detto solo che avresti provato a non farti male da solo-"

"Ma l'ho fatto!" il ragazzo più piccolo pianse. "E-ero con L-liam e ho riaperto un-una di loro! singhiozzò, scuotendo la testa. E Louis seppe che con 'loro' intendesse i suoi tagli. Tuttavia a Harry non piaceva dire tagli. Secondo lui lo faceva sembrare ancora più debole e patetico di quanto pensasse già di essere.

"Non piangere, mio angelo," Louis sussurrò al telefono, appoggiando la fronte contro il muro, "mi fa piangere anche a me. E poi, quello è stato meglio di farne un nuovo segno si?" chiese e chiuse i suoi occhi. "Tieni duro finché non torno, okay?" Louis scongiurò, una sola lacrima a scendergli sulla guancia, cadde sulla sua maglia. "Tornerò prima che tu lo sappia e passerò così tanto del mio tempo con te che mi pregherai per farmi andare via," disse, e asciugò il suo occhio.

"Okay," sussurrò, e, dopo essersi salutati, riattaccarono.

scars ❃ larry || italian translationDove le storie prendono vita. Scoprilo ora