Chapter 19

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Music:
Echo ~Jason Walker

SHDY

«Vuoi?» mi chiede Ilias indicando il bicchiere di the freddo.
«Si grazie»
Sorrido un po' pensierosa storcendo la bocca e poi rialzo lo sguardo su di lui,notando che mi stava già guardando.
«Vedo che il trucco non ha fatto il suo dovere» dice corrugando le sopracciglia.
Confusa,cerco di capire e poi porto subito una mano sul collo afferrando ciò che intende.
«Ah... Ehm.. Già» ridacchio nervosa mentre sul viso suo si crea un lieve ghigno pronto a scomparire subito.
«Quindi ti sei fidanzata.»
Oddio.
«Meglio cambiare discorso» torturo le dita sperando che non faccia altre domande.
Annuisce guardandomi serio.
«Credo sia il momento di dirti alcune cose,Shady» afferma scostandosi i riccioli dalla fronte.
Bevo l'ultimo sorso del mio the prestandogli completa attenzione.
«Vieni,saliamo di sopra»

Lo seguo senza fiatare,anche se di domande ne avrei da fare.
Per esempio,dov'è la mamma? E quello stronzo?
Ma resto in silenzio a farmi seghe mentali.

È strano percorrere questi corridoi un tempo pieni di cianfrusaglie e giochi sparsi qua e là in disordine,le pareti spoglie,prima tappezzate di nostre foto e adesso invece rimangono solo questi muri schifosamente bianchi.
Sembra che non sia la mia vecchia casetta,più una bomboniera in esposizione.
Certe cose però non cambiano mai...
Ilias apre la porta scorrevole della sua stanza,ancora tappezzata di poster,di "minacce" scritte sui muri,dei suoi dipinti e le sue amate fotografie.
È esattamente come la ricordavo,forse più disordinata.
I letto ad una piazza e mezzo è ancora messo sotto la finestra sul tetto, l'armadio è ricoperto di stickers e il suo telescopio è nel balcone che troneggia con fierezza coi segni degli anni passati.
Sembra di ritornare indietro nel tempo,guardando malinconica gli schizzi posti disordinatamente sulla scrivania.
«Esattamente come la ricordavo» sussurro dando voce ai miei pensieri.

«Siediti dove ti pare» sorride un po' teso «scusa per il casino,ma qui non faccio entrare nemmeno la domestica per pulire» si gratta la testa.
«No problem,la mia stanza è messa peggio» dico mangiucchiando le unghie già consumate.
Strofina le mani sui jeans nervoso e poi mi guarda.
Cavolo, è come sentirsi intrappolati in questo momento.
I suoi occhi verdi mi fissano spenti e svogliato si siede di fronte a me: io nel suo letto,lui nella sedia.
«Non arrabbiarti quando starai a sentire ciò che sto per dirti» comincia «e non fare cose avventate,ti conosco troppo bene e so come reagiresti,prometti che non farai nulla?» sposto lo sguardo da lui alle sue mani che si torturano
«Si» sospiro,sapendo già che quello che sentirò non mi piacerà affatto.
«La mamma è ricoverata» sbarro gli occhi «ha avuto una lite con... Caleb» stringo forti i pugni sentendo un groppo in gola.
«Che cazzo ha fatto quel coglione?!» sbotto con le lacrime che scorrono sul viso.
Rivedo tutti quei brutti ricordi affondando le unghie sul materasso.
Lui non dice niente,morde il labbro trattenendosi dallo spaccare tutto.
I suoi muscoli contratti e gli occhi lucidi dicono tutto.
«L'ha fatto di nuovo? Ilias,quello stronzo l'ha toccata?!» lui annuisce mettendosi le mani tra i capelli.
«Ho fatto di tutto per proteggerla,Shady. Te lo giuro. Ma lei non vuole denunciarlo... I-io l'ho mandato via e spero proprio che non ritorni più qui. L'ha quasi ammazzata,cazzo e io non mi sono trattenuto dal fare altrettanto con lui...» la sua voce rotta mi stringe il cuore e nervosa tiro le punte dei miei capelli.
«Perchè non lo vuole denunciare? Perché!» urlo tirando il telefono per terra.
«Perchè lo ama,Shady!» sbotta alzandosi.
«Non si può amare un mostro così,Ilias.... Se lei non vuole denunciarlo,lo farò io» lo osservo meglio scostandogli i ricci dagli occhi
«T'ha toccato?» un senso di rabbia e preoccupazione è quello che sento quando vedo che non risponde «Ilias» lo richiamo dolcemente.
Si toglie la maglietta e io inorridisco.
È pieno di ferite e lividi su tutto il torace e con una mano porta totalmente i riccioli scuri all'indietro,mostrando un taglio con sei punti.
«Io lo ammazzo. Lo giuro.» mi risiedo prendendomi la testa tra le mani.

Mio fratello si siede accanto a me appoggiando esitante una mano sulla mia schiena.
C'è solo silenzio e i miei singhiozzi che riecheggiano nella stanza.

«Voglio vederla» dico dopo un po' «mi ci puoi portare?»

****

Saliamo sull'ascensore dell'ospedale in religioso mutismo finché io non rompo questo silenzio assordante.
«Non hanno fatto domande sulle sue condizioni? Insomma,basta fare due più due ma...» domando con lo sguardo perso.
«Si,ma la mamma ha preferito dire che ha ricordi un po' confusi e quindi per il momento hanno lasciato perdere l'interrogatorio» spiega guardandomi fisso.

«Ci sei mancata. Lei non faceva altro che ripetere il tuo nome» porta una mia ciocca dietro il mio orecchio «scusami per non essermi fatto sentire e per non averti detto cosa succedeva a casa,ma tu hai la tua carriera e la mamma non voleva metterti i bastoni fra le ruote» sorride triste «non sai quante volte sono stato tentato a chiamarti e dirti tutto e non ce la facevo a fingere con te,per questo ho preferito non sentirti per niente»

Lo abbraccio stando attenta alle sue ferite,mentre alcune lacrime solcano per l'ennesima volta il mio viso.
«Non preoccuparti,è acqua passata» gli dico stringendolo a me «adesso mi importa solo avere la mia famiglia accanto e fargliela pagare a quello stronzo» gli bacio la guancia.
«Non mentitemi più,vi prego» dico infine.
«Te l'ho prometto,Shady»

«Siamo arrivati» afferma avanzando lungo il corridoio.
«Eccola la!» dice indicando la porta alla nostra destra dopo alcuni minuti.

Fisso per un momento il numero 340 scritto a caratteri cubitali.
Ho paura ad entrare,ma Ilias poggia una mano sulla base della mia schiena sorridendomi.
Ed è in questi momenti che sono contenta di avere un fratello come lui.
Lui che ha lottato contro il cancro a soli sei anni.
Lui che è più grande della sua età.
Lui che nonostante tutte le schegge e qui a confortarmi,quando invece dovrei farlo io.

«Grazie» gli sussurro sotto il suo sguardo confuso.

Abbasso la maniglia socchiudendo gli occhi per un momento.
E appena alzo lo sguardo il mio cuore si ferma.
Sta lì sdraiata: inerme su quel letto bianco,che nemmeno dovrebbe appartenergli.
I capelli castani sparpagliati sul cuscino,le labbra secche e gli occhiaie scure.
Fisso la flebo attaccata al suo braccio e la benda sulla sua testa.
A passi lenti mi avvicino e la vedo sbarrare i suoi fanali verdi appena si accorge della mia presenza.
«S-shady»
Ho gli occhi che bruciano e un formicolio alle mani:come quando hai quell'insana voglia di spaccare tutto ma non lo fai.
Accarezzo piano il suo viso privo di trucco mentre calde lacrime mi rigano il volto.
Il livido sotto l'occhio,il labbro spaccato,le braccia graffiate: è piena di ferite e lividi scuri.
«Ha la costola rotta e ha preso una grave botta in testa» mi informa Ilias prendendo le mani di nostra madre tra le sue.
«Mamma» sussurro tra i singhiozzi fiondandomi piano su di lei.
Mi accarezza i capelli bagnandoli con le sue di lacrime.
«Piccola mia,mi sei mancata tantissimo»

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Eccomi! Anche se in ritardo stratosferico...
Commenti per il capitolo??

•Tu Guardami Negli Occhi• Shady Fatin Cherkaoui #amici16Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora