CAPITOLO 20 - DUST DEVIL

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Sentivo caldo! Sentivo davvero terribilmente caldo, ma allo stesso tempo mi sentivo bene: il petto non mi doleva più come il giorno precedente, anzi, avevo quella classica sensazione di svuotamento e leggerezza che si percepisce dopo aver smesso di piangere, come se finalmente tutto il peso emotivo, covato a lungo dentro me stessa, fosse uscito dal mio corpo tramite le lacrime.

Tuttavia non comprendevo ancora quella familiare sensazione di caldo opprimente. Era come se la mia mente, per quanto ancora non del tutto vigile ed attiva, mi inviasse segnali per lasciarmi continuare a dormire, avvisandomi che quel tepore lo conoscevo fin troppo bene e che non me ne dovevo preoccupare. Ma se da una parte c'era la mia coscienza mnemonica a dirmi una cosa, dall'altra il mio subconscio sembrava dissentire dal parere del suo collega, così alla fine, stanca di quei dubbi, con enorme fatica alzai le palpebre, e la risposta alla tempesta tropicale abbattutasi quella mattina sulle spiagge del mio corpo la trovai proprio davanti ai miei occhi.

Luke mi teneva stretta a sé ancora immerso nel mondo dei sogni, con la sua classica espressione corrucciata che assumeva quando dormiva. In passato lo avevo preso spesso in giro per quella cosa, dicendogli che sembrava stesse avendo una qualche discussione nel mondo onirico e che probabilmente anche lì era talmente un rompiscatole da averle fatte girare perfino a Morfeo.

I ricordi della sera precedente erano vividi in me, quindi quella situazione non mi sorprese poi così tanto. Dopo quel primo bacio ne erano seguiti degli altri, interrotti solo dal mio pianto sommesso che sembrava quasi non avere mai una fine, ma in fondo un dolore simile te lo porti addosso come una cicatrice anche quando la ferita si sarà del tutto rimarginata.

Lui era rimasto al mio fianco, non mi aveva lasciata sola neppure per un attimo: stringendomi a sé, accarezzandomi, e baciandomi quando capiva che necessitavo di ritrovare un po' di quiete.

Non avevamo mai parlato, non una sola parola era uscita dalle nostre labbra, forse troppo presi entrambi a trasmetterci con quel semplice contatto più parole di quante ne saremmo riusciti a dire a voce:

"Ho bisogno di te!"

"Sono qui per te!"

Io poi francamente ero troppo intenta a tirar fuori le ultime lacrime che mi erano state concesse di versare per preoccuparmi dell'esplosione di emozioni, sensazioni e soprattutto implicazioni, che avevo provato quando il mio mondo fatto di fotogrammi si era ricongiunto con il suo di parole.

Alla fine, entrambi stremati, fissandoci nel totale silenzio delle prime luci dell'alba, ci eravamo addormentati avvinti in un abbraccio che rendeva impossibile distinguere dove iniziasse l'uno e dove finisse l'altro.

Non eravamo andati oltre al baciarci, ma talvolta credo che si è talmente tanto abituati al sesso, dal dimenticarsi l'importanza ed il significato emotivo che può trasmettere un semplice bacio, ed io quella notte lo avevo riscoperto. Avevo riscoperto che il semplice incontro tra due labbra poteva darti sfumature diverse, ma per questo non meno importanti, di due corpi che si fondono. Avevo ricordato come il mischiarsi di due sapori apparentemente lontani potessero creare un gusto inebriante, ma soprattutto che quel semplice atto poteva regalare un nuovo ritmo al proprio cuore, che mai si sarebbe voluto smettere di ascoltare.

Fissavo il suo viso in contemplazione: quella sua massa di ricci non ne voleva proprio sapere di stare al loro posto, specialmente quando dormiva. La mia mano si alzò in automatico, come calamitata da ricordi lontani, e con un consueto gesto, gli spostai alcuni riccioli ribelli che gli avevano coperto parte della fronte. Ma proprio in quell'istante i suoi occhi si spalancarono e la sua mano afferrò il mio polso in uno scatto repentino che mi fece sussultare.

"Dannati riflessi animali! Prima o poi mi ci faceva rimanere secca!"

Mi guardò per un lungo momento interdetto, come se non si capacitasse della mia presenza al suo fianco, e quel dubbio che albergava nello sguardo che mi stava rivolgendo, si tramutarono in parole a malapena sussurrate: «Sei davvero qui?»

RICOMINCIAMO DA NOI (VOL.2 - COMPLETATA)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora