CAPITOLO 8 - MA CHE DIAMINE... (Prt.2)

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Un anno prima...

«No basta, io mi chiamo fuori!»

«Non puoi battere in ritirata Marcel, devi portare in alto con me l'onore e la reputazione dell'Europa del Sud! Non possiamo lasciar vincere il Francese!»

«Ma io gli stendardi li ho innalzati finché ho potuto! Preferirei non morire in questa battaglia, ma essere insignito delle medaglie al valore, o di medaglie alla sangria. Non posso rimanerci secco, sono il tuo miglior condottiero, chica

"So che questa conversazione può sembrare fuori luogo e del tutto sconclusionata, ma vi assicuro che ha un suo senso!"

In quel momento mi trovavo a casa di un mio amico spagnolo, Marcel per l'appunto, che aveva organizzato una serata sangria e paella. Fin qui tutto benissimo, doveva essere una serata tranquilla con il variegato e strampalato gruppo di amici stranieri. Il problema era che poi la situazioni era un filino andata fuori controllo, tramutando la serata sangria e paella nella serata sangria-paella-vino-vodka-champagne e qualunque altro genere di alcolico proveniente dall'Europa. Ognuno di noi, da bravo ospite, aveva portato qualcosa da bere tipico della sua nazione, ritrovandoci così con un quantitativo d'alcool che avrebbe fatto invidia al peggiore bar di Karakas. Non contenti del tutto però, essendo dei dannati masochisti, avevamo fatto partire anche una guerra: la nazione che beveva di più vinceva e a quel punto era stato lo sfacelo!

Bicchiere dopo bicchiere avevo visto cadere numerose nazioni, gli unici che avevano retto fino all'ultimo eravamo stati: io (l'Italia), Marcel (la Spagna) con cui avevo stretto un' alleanza molto vantaggiosa per entrambi gli schieramenti, Ale (la Francia) e Nina e la sua dannata vodka polacca, che tuttavia aveva abbandonato la battaglia dell'alcool poco prima per passare alla battaglia del letto con il suo ragazzo; beata lei, un cambio di guerra decisamente vantaggioso! Io preferivo non pensare ai futuri anni di castità che mi attendevano, ormai vivevo il sesso tramite la mia amica straniera ed i suoi racconti a luci rosse. Vai Nina sei tutti noi!

La serata ci era talmente sfuggita di mano che ad un certo punto Marcel era salito sul tavolo della sala alzando il bicchiere pieno di vino ed urlando, in una sua personale rivisitazione di "300", un: «QUESTA E' SPAGNA.

Io avevo decisamente qualche problema nello scegliermi gli amici! E pensare che questo ragazzaccio latino moro, riccio, con gli occhi color cioccolato fuso ed un fisico da matador era anche un laureando in psicologia! Non volevo neppure immaginare una seduta con uno dei suoi futuri pazienti, a mio avviso uno davvero bravo da cui farsi vedere serviva a lui!

Per certi aspetti mi ricordava il mio ragazzone, Matt! Non solo per l'innegabile bellezza, anche se avevano un fascino del tutto diverso, ma anche per i modi di fare da latin lover, anche se il qui presente torero, per quanto facesse battute allusive a tutte le ragazze, era assolutamente fedele ed innamorato perso della sua dolce metà che lo attendeva in patria. A quanto pare qualcuno sapeva come far durare una relazione a distanza e non aveva paura di affrontarla.

E quindi eccoci qui alla resa dei conti di questo Risico alcolico. Ormai molti avversari erano caduti a colpi di shottini stramazzando sui letti delle varie stanze o addirittura sul divano letto che si trovava alle mie spalle. La casa del mio amico era parecchio grande per essere quella di un tipico studente in scambio, ma lui aveva la fortuna di avere dei genitori proprietari di un appartamento londinese ed ecco spiegate le 5 camere e l'enorme cucina open space in cui ci trovavamo seduti intorno ad un enorme tavolo laccato di nero; per fortuna nessuno di noi aveva danneggiato i quadri o i complementi di arredo della madre di Marcel, altrimenti il mio amico da torero si sarebbe trovato a fare la parte del toro infilzato.

«Dai Marci, non abbandonarmi così!» dissi mettendo su un broncio per intenerirlo, ma purtroppo non ebbi l'effetto da me sperato.

«Mi vida, lo sai che io per te farei di tutto, ma martedì ho un convegno su Freud e vorrei riuscire a riprendermi per quel giorno e non scrivere che le 5 fasi dello sviluppo psicologico sessuale sono: prendere il bicchiere, riempirlo di vodka, bere, sbornia e post-sbornia. Sicuramente non ci farei un figurone con il mio docente!» risi per la solita innata capacità di fare battute in ogni condizione di quel ragazzo.

RICOMINCIAMO DA NOI (VOL.2 - COMPLETATA)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora