CAPITOLO 30 - COSE DA FARE PRIMA DI MORIRE

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AVVISO: Il capitolo è diviso in due parti, quindi occhio al cambio di scena. Buona lettura! :)

 C'era una cosa al mondo che io adoravo fare tanto quanto guardare serie tv e mangiare gelato, e quella cosa era dormire.

Dopo aver passato giorni interi incollata al mio pc, dormendo a malapena 4 ore a notte ed ingurgitando litri e litri di caffè, che mi avrebbero condotta sicuramente a dover rinnovare la mia iscrizione ai caffeinomani anonimi, finalmente avevo completato la mia tesi, inviandola anche per e-mail al mio relatore il giorno prima per un'ultima revisione.

Dopo tanta fatica mi potevo godere il mio sacrosanto e meritato riposo. Sfortunatamente, avevo tralasciato un dettaglio fondamentale, ovvero che in casa mia nulla poteva andare come avrei desiderato per una benedetta volta, ed infatti, il tonfo sordo della porta della mia stanza, che si andava a schiantare contro il muro, segnò la parola fine a quell' idillio tra calde e soffici lenzuola di flanella, facendomi scattare in piedi.

«BUON COMPLEANNO OLLIEEEE!» sentii urlare a squarciagola da due voci a me familiari. Ma il mio classico stato di intontimento da sonno profondo, unito anche al battito del mio cuore che sembrava starmi per scoppiare da dietro le costole per lo spavento preso, non mi diedero modo di capire all'istante che diamine stesse accadendo.

Iniziai a sbattere ripetutamente le palpebre, per riacquistare la vista ancora appannata e, quando finalmente quel leggero strato di confusione venne sollevato del tutto, ciò che mi trovai davanti mi fece dubitare di essere ancora nel mondo dei sogni: Henry alle spalle di Meg con le braccia alzate e le mani piene di palloncini colorati che lasciarono poi disperdersi in tutta la camera.

«Ma che... ma tu... tu che... », cercai inutilmente di formulare una frase di senso compiuto che purtroppo non arrivò.

«Se stai cercando di chiederci come mai lei sia qui, allora sappi che è il mio regalo di compleanno per te. Quest'anno non sapevo proprio cosa prenderti e così ho pensato: "Prendo Meg", o per essere più precisi, "un biglietto andata e ritorno per Meg". Non serve che tu dica nulla, dolcezza, lo so che sono un genio. Avevo anche pensato di infiocchettartela tutta da capo a piedi, ma ha opposto un po' di resistenza, anche se non ne capisco ancora il motivo, il rosso le dona moltissimo», mi spiegò, con un enorme sorriso che gli andava da guancia a guancia quel pazzo, folle, dolce e stupendo ragazzo del mio coinquilino.

Presa dallo slancio del momento, scesi dal letto, fiondandomi di corsa verso di loro per uno dei nostri ormai consueti abbracci di gruppo. Avevo le lacrime agli occhi mentre, con il capo chino poggiato sul punto di congiunzione delle loro spalle, tenevo stretta a me Meg con un braccio ed Henry con l'altro.

«Grazie, grazie davvero! Siete le due persone più belle che esistano a questo mondo!» dissi, staccandomi lentamente da loro per guardargli in faccia e rivolgergli un sorriso di riconoscenza.

Avevo perso il conto ormai di tutte le volte in cui quei due avevano fatto qualcosa per risollevarmi il morale, senza che io gli chiedessi nulla, ed anche in quella circostanza avevano capito da soli che sarebbe stato un compleanno diverso per me a poco più di due settimane dalla scomparsa di mia nonna.

«Allora, amore, sei pronta a festeggiare alla grande questi 23 anni?» mi chiese la mia migliore amica, con quei suoi occhi lucenti che sapevano rischiarare qualunque giornata.

«Ehm, Meg, sai che per farti contenta farei di tutto, ma io quest'anno non me la sento proprio di "festeggiare alla grande". Possiamo fare una cosa tra di noi: ci prendiamo una pizza, un dolce, due chiacchiere ed un film. E fidati che per me già avere voi due qui è il miglior compleanno di sempre!»

Non avrei voluto non assecondare la sua richiesta, però quello per me era davvero un compleanno in cui non mi sentivo in grado di fare nulla di particolare. Mi sarebbe sembrato di mancare di rispetto alla memoria di mia nonna. Il solo pensiero di non ricevere la sua classica chiamata del mattino per farmi gli auguri e dirmi che mi avrebbe preparato il tiramisù, come ogni anno da quando ero una bambina, non appena la fossi andata a trovare il fine settimana seguente, mi spezzava il cuore. Quel giorno non avevo proprio le forze per far finta che andasse tutto bene, come invece facevo di solito.

RICOMINCIAMO DA NOI (VOL.2 - COMPLETATA)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora