CAPITOLO 24 - TEMPESTA ED IMPETO

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«Un altro!» urlai, per farmi sentire da Alessio al di là del bancone. Il mio amico mi guardò in malo modo ma, sospirando esasperato, fece ugualmente quanto gli avevo chiesto.

«Non ti pare di aver bevuto abbastanza per questa sera?» la voce di Matt, seduto al mio fianco, mi giunse ovatta, a causa del troppo alcool in circolo e la musica sparata a tutto volume dalle casse della band che stava suonando sul palco.

“L’avevo portato all’Ascensore con me per farmi da cane da guardia e tenere alla larga le arpie di Caterina, non per starmi a fare la parte della madre apprensiva!”

Dopo la disastrosa notte con quella stronza, avevo ovviamente preso le distanza ma, come era scontato, la sanguisuga non aveva abbandonato i suoi intenti. Così, dopo molti miei rifiuti, aveva iniziato a sguinzagliare le sue amichette per cercare di farmi cadere in errore un’altra volta, sperando probabilmente che cedendo con una di loro, alla fine sarei ritornato nel suo letto.

Peccato per lei che la sera in cui una delle sue scagnozze mi stava praticamente saltando addosso, mentre bevevo come se non ci fosse un domani alla mia solita postazione, Alessio l’avesse riconosciuta e mi avesse avvisato per tempo. Da quel giorno mi portavo sempre dietro uno dei miei coinquilini quando volevo bere fino a non ricordarmi neppure quale fosse il mio nome, cosa che tra l’altro capitava spesso, e quel giorno era toccato a Matt, che stranamente era quello che si offriva più spesso di tenermi d’occhio.

«Non sei mia madre, che tra l’altro neanche ho, quindi vedi di piantartela di fare il moralista del cazzo!» sapevo che lui in fondo voleva solo aiutarmi, ma in quel momento la mia mente non era propriamente lucida, ed il nervosismo che mi ronzava costantemente sotto pelle da quel pomeriggio di certo non aiutava.

Sbuffò esasperato dal mio atteggiamento, ma non ebbe tempo di rimproverarmi ancora, perché l’oggetto del mio desiderio giunse a destinazione sotto forma di un altro bicchiere di wisky, che il mio amico barman poggiò sul sottobicchiere nero posto davanti a me. Matt lo guardò in malo modo, facendogli intendere chiaramente che non doveva assecondare le mie richieste. Peccato per lui che Alessio non avesse colpe. Lui ci aveva provato un’infinità di volte in passato a fermarmi, ma dopo che mi aveva visto saltare oltre il bancone per prendermi da solo ciò che volevo, aveva finalmente capito che era fiato sprecato.

Afferrai il bicchiere pregustando già il bruciore che quel liquido ambrato avrebbe procurato alla mia gola ed il senso d’intontimento che ne sarebbe seguito. Purtroppo però, a metà percorso dalle mie labbra, la mano del ragazzo seduto sullo sgabello imbottito al mio fianco bloccò il mio braccio con una presa salda.

Mi voltai di scatto nella sua direzione intimandogli in silenzio di mollare la presa immediatamente, ma lui non si fece intimorire e provò a farmi ragionare: «Luke, so che stai da schifo perché non tornerà a breve come pensavi, ma di certo questo non ti aiuterà per niente! Lei comunque ritornerà, non ora, ma lo farà tra qualche mese, e tu vuoi davvero che ti trovi in queste condizioni?»

Quelle parole andarono a toccare proprio il nervo scoperto che mi aveva condotto in quel luogo quella sera, procurando però esattamente l’effetto contrario sperato dal mio coinquilino. Strattonai il braccio liberandomi così della sua mano, e con un gesto rapido mi scolai il contenuto del bicchiere in un solo sorso.

Come da programma il liquore mi bruciò, mentre percorreva le pareti della gola, rilasciando al suo passaggio quella piacevole sensazione di calore e poi svuotamento che tanto agognavo. Posai il bicchiere sulla lastra in quarzo scuro con un tonfo secco, liberando in quel gesto la rabbia e la  frustrazione che provavo dal pomeriggio.

Eravamo ormai a luglio, e per la prima volta dopo mesi di agonia avevo iniziato a rilassarmi, con la consapevolezza che lei sarebbe tornata a breve. Peccato che quel mio periodo di quiete, ritrovata grazie a quel confortante pensiero, non fosse evaporata in un attimo quando, rientrando da lavoro, avevo sentito i ragazzi parlare di Ollie e della notizia datagli poco prima: ovvero che si sarebbe trattenuta più del previsto a Londra, rimandando il suo ritorno entro la fine di settembre.

RICOMINCIAMO DA NOI (VOL.2 - COMPLETATA)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora