Ricordo numero tre
(tre anni prima)
Un'emergenza aveva detto, un'emergenza ed era andata via con il volto preoccupato e la disperazione che si intravedeva attraverso i suoi occhi. Mi sarei dovuta arrangiare da sola, bensì non era quello il problema più grande, ma il fatto che lei nemmeno rispondesse alle mie telefonate.
Dopo aver finito di lavorare, ero uscita fuori e mi ero guardata intorno per diverso tempo, come era successo anche quando ero scesa dal tram senza pensare alle conseguenze delle mie azioni.
Ero preoccupata, non solo per me o per quello che avrei fatto, ma anche per la mia migliore amica. Mi chiedevo cosa fosse successo di tanto urgente da farla schizzare via così velocemente. Speravo solo che non fosse niente di troppo grave.
«Ehi dove credi di andare a quest'ora?» Il suono della voce di Mattia arrivò fino a me, provocandomi fastidio e sollievo contemporaneamente.
«Cerco una fermata dell'autobus, così me ne posso tornare a casa» replicai spazientita per quella domanda sciocca.
«A quest'ora è difficile trovare un autobus ancora in servizio, e poi mi sembra chiaro che non hai la minima idea di dove andare.»
«Allora cosa dovrei fare? Aspettare qui?» sbottai sperando che si sarebbe arreso e mi avrebbe finalmente lasciata in pace.
Era entrato nella mia vita per sbaglio, come quelle cose che succedono e non sai nemmeno in che modo esattamente siano avvenute. Con passi attenti ma decisi, si stava facendo spazio nella mia mente, creando istanti e ricordi a cui un giorno avrei ripensato con efferata nostalgia.
Si stava insinuando nella mia vita senza che io me ne accorgessi, con i piccoli gesti, con quello scambio di battute distratto. Così, come se fosse tutto un caso, come se io potessi veramente credere che quella fosse davvero tutta una coincidenza.
Si era fatto spazio nei miei pensieri, calcolando ogni cosa, sapendo con certezza che non gli avrei detto di no. Approfittando di quella debolezza che non rivelavo mai a nessuno, che pensavo di poter mascherare sotto uno strato di bei sorrisi e quella naturalezza che si bacia perfettamente con una radiosa gioia di vivere.
«Naturalmente no, ti accompagno io, ma prima ho bisogno di fare colazione.»
«Fai colazione alle due di notte?» gli feci notare ormai in preda alla stanchezza.
«Hai mai sentito parlare dello spuntino di mezzanotte? Io non riesco a dormire se prima non mangio qualcosa di buono.»
«D'accordo, allora andiamo a fare questa strana "colazione" notturna» risposi rassegnata.
Non potevo fare altro che aspettarlo, visto che era l'unico disposto ad accompagnarmi a casa. Così arretrai e gli andai incontro, mentre mi sorrideva compiaciuto per quel piccolo successo.
Era proprio un mascalzone, ogni sguardo, ogni gesto di cortesia era attentamente pensato per far breccia nel cuore delle persone che gli stavano intorno. Eppure non potevo fare a meno di osservarlo e di trovare interessante tutto ciò che diceva.
Mi dava la sensazione di essere un uomo tutto da scoprire, con un fascino fuori dal comune. Sapeva come stuzzicare la curiosità, ma i tipi come lui già li conoscevo.
Non ero più una ragazzina, non avevo bisogno dei consigli di Sara per capire dove rischiavo di finire.
Entrammo nel locale e mise due cornetti nel piccolo forno che si trovava su uno dei ripiani. Poi prese due tazze e cominciò a preparare due cappuccini ciascuno, la luce soffusa si mischiava perfettamente con quell'atmosfera notturna.
Era strano trovarmi in quel posto, che solitamente era pieno di gente rumorosa. Ero da sola e con un tipo di cui non conoscevo niente se non il nome. Tutto taceva, il silenzio ricopriva ogni cosa, ogni emozione appena percepita.
Mi ritornò in mente una scena del mio passato.
Rividi mia madre, mentre cercava di svegliarmi per dirmi che era pronta la colazione Non avevo più di cinque anni all'epoca.
"Mamma cosa mi hai fatto di buono?" le dicevo con la voce impastata dal sonno.
Lei mi guardava in un modo così dolce, così pieno di amore, che avevo continuato a sperare che prima o poi qualcun altro mi avrebbe guardata allo stesso modo.
Ma forse l'amore incondizionato, l'amore più sincero, quello genuino si può ricevere solo da una persona nella vita e che chiedere di più era veramente pretendere troppo.
Poi mi sedevo al tavolo e davanti a me c'era sempre una fetta di pancarré con la Nutella e un bicchiere enorme di spremuta d'arancia.
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Angoli di cuore
Literatura KobiecaAllie e Manuel sono vicini di casa da diversi anni e tra loro scorre da sempre una certa antipatia, qualcosa di talmente viscerale che l'unico modo che conoscono per andare d'accordo è quello di evitarsi. Allie è una ragazza come le altre, se non...