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Mesi dopo
Luke

La mia auto fa un rumore forte mentre entro nel parcheggio di casa con Adam Scott affianco. Siamo sempre stati amici grazie allo sport, è uno su cui puoi contare e ha sempre una valanga di ragazze che gli girano attorno ma è un menefreghista incredibile almeno che non si tratti di auto, della sua sorellina e degli amici stretti.
Vive appena fuori Seattle con la sua famiglia, e a soli dieci minuti da casa mia ma preferisce venire nella mia zona per fare le corse.

«Allora, Luke dimmi un po' chi è la ragazza del mistero» sorride beffardo ed esce dall'auto sbattendo una mano sul tettuccio.
«Che cazzo dici?» chiedo cercando di apparire disinteressato.
Sta sera Candice è entrata a casa di Jaime Prescot e come se non bastasse era vestita da dio. Ultimamente ha iniziato a vestire provocante ma sta sera lo era anche troppo.
«La biondina con quelle gambe da paura e che ti ha sorriso» dice e per essere uno che se ne fotte degli altri ha l'occhio attento.
«Ah Candice, è una mia amica, abita qui di fronte.» una mia amica è un eufemismo, è stata la mia migliore amica, la mia prima cotta e se la vedo mi scaldo tuttora dopo un secolo che non la tocco.
«Ah...amica» ride divertito dal doppio senso, che non c'è.
«No, siamo davvero solo amici» dico serio e cercando di non agitarmi.
«Come vuoi...» si passa una mano il viso.
«Sono distrutto, grazie per farmi stare qui Luke, lo apprezzo» mi sorride ed entra nella camera degli ospiti. Adam ha una situazione familiare penosa.
Sono quattro fratelli che vanno più o meno d'accordo ma il problema è il padre, per quanto ho capito è un vero pezzo di merda. Ogni tanto quando la sorellina più piccola dorme da amici lui va via di casa quindi gli permetto di stare qui. È un tipo tranquillo.

Quando entro in camera mia vedo che la luce della camera di Candice è spenta. Penso di arrampicarmi e in qualche modo entrare e aspettare che torni ma probabilmente il suo fidanzato non la prenderebbe molto bene.
Sta con un emerito testa di cazzo che io odio. Una lunga serie di teste di cazzo hanno fatto parte della vita di Candy negli ultimi mesi ma questo è proprio il massimo. Quelle rare volte che parliamo al telefono lei mi racconta che è gentile e che sta bene ma lo vedo come la tratta a scuola, quel coglione farà una brutta fine.

Mi butto sul letto e immagino Candice stesa affianco a me. Abbiamo dormito insieme varie volte da piccoli soprattutto perché era a casa con la babysitter. Ma da quando ci siamo divisi è successo solo una volta perché era sola tutta la notte, era stato incredibilmente eccitante; ero diventato matto nel controllare le mie mani.
Dopo il colossale rifiuto a quindici anni non ci siamo più baciati, sfortunatamente.

Dopo un po' il rombo di un motore che si ferma e riparte subito dopo mi fa alzare, la macchina di merda di quel tipo la riconoscerei ovunque. Dalla finestra vedo Candice traballare e arrivare fino alla porta di ingresso e poi accasciarsi per terra con la faccia tra le mani.

Senza pensarci due volte corro giù per le scale anche se è tardi e la raggiungo. Quando si accorge di me salta di paura.
«Dio, Luke mi hai spaventato a morte» si asciuga le lacrime e mi sorride, o ci prova.
Tanto ho visto che piangi.
Mi siedo affianco a lei e la stringo a me.
«Che succede Candy?» dico, si irrigidisce al mio tocco ma dopo un po' si rilassa sul mio fianco.
«Niente, sono solo stanca e tutto il resto» gesticola e io la guardo meravigliato. È bella anche quando ha pianto ed è triste. È semplicemente Candy.
«Cosa ha fatto?» sa a chi mi riferisco.
«Nulla» dice subito, le prendo il viso e la guardo negli occhi grigi.
«Sai...ho una voglia matta di baciarti» sussurro. I sui occhi brillano e capisco al volo che la cosa le piacerebbe molto.
Saranno le birra che ho bevuto, ma lo faccio, mi avvicino e finalmente le mie labbra trovano il sollievo che mancava da un po'.

Mi trascina dentro e fino a camera sua. La ragazza corre.
Mi bacia appassionatamente, lo vuole davvero. Dopo un po' i vestiti volano via e tutto quello che he ho sempre voluto si avvera.
So che i suoi non ci sono perché è venerdì e di solito vanno a Seattle a cena con amici e dormono anche fuori.
Mi prendo tutto il tempo per farla stare bene, per fare sparire le lacrime. Mi prendo cura di lei come ormai faccio da anni.

Quando succedeva qualcosa di brutto io le paravo le spalle. Lei non lo sapeva ma ogni volta che veniva salvata ero stato io. Ero rimasto nella sua vita ma non abbastanza da poterla proteggere in prima persona così mi ero assicurato che si circondasse delle persone giuste. Sapevo sempre come stava e in caso di bisogno intervenivo. Quel pezzo di merda di Jordan è riuscito comunque a intrufolarsi nella sua vita.
La proteggo com'è giusto che sia e spero di poterlo fare per sempre.
Faccio l'amore come lei più volte quella notte e non basta mai.

Candice

Mi giro verso il guidatore. Dal giorno che sono tornata dalle vacanze estive ho frequentato tanti ragazzi, tanti da non sapere dire un numero preciso ma ultimamente mi vedo sempre con Jordan, è un tipo alternativo e se mio padre lo vedesse probabilmente mi spedirebbe da qualche parte nel Pacifico.
È un tipo simpatico quando non è impegnato a fare il possessivo, geloso e manesco, e passa il suo tempo a controllarmi quando non scopiamo.

Ogni tanto io e Luke a qualche festa ci vediamo e ci salutiamo, massimo con la mano e a scuola abbiamo in comune solo il corso di igiene che uno dei due salta sempre. La mia migliore amica Jane ogni tanto mi racconta qualcosa su di lui senza che le chieda nulla e le sono segretamente grata, è brutto essere fuori dalla sua vita a tal punto di non sapere le cose più importanti... quando ha deciso che non voleva più saperne nulla delle mie frequentazioni me la sono presa ma poi col passare del tempo è divento quasi normale ignorarsi.
Una delle poche cose che so di lui è che esce sempre con un nuovo amico di Seattle che fa impazzire le ragazze.

Mi rigiro nervosamente le chiavi di casa tra le mani mentre guardo la strada. Questa sera ci siamo intravisti alla festa Jaime e lo ho salutato, sembrava infastidito per qualcosa ma ho lasciato perdere.
Jordan ora è incazzato inutilmente come al solito e mi fa un po' di paura. Credo seriamente di meritare uno così dopo aver fatto a vedere Luke che c'è la faccio anche senza di lui.

Cerco di respirare, mi viene la nausea, ho bevuto troppo ma se vomito ora Jordan mi ucciderà. Non vedo l'ora di arrivare a casa.
Quando finalmente scendo e barcollo fino a casa le lacrime mi scendono silenziose sulle guance. Poco dopo dei passi mi fanno saltare per la paura. «Dio, Luke mi hai spaventato a morte.» Mi guarda con uno sguardo preoccupato e subito caccio via le lacrime.
Si siede affianco a me «Che succede Candy?» mi irrigidisco leggermente nel sentirmi chiamare così ma poi mi ricordo che è solo Luke.
«Niente, sono solo stanca e tutto il resto» Cerco di sembrare convincente ma non ci casca. Odia sicuramente Jordan, ma non ha capito che persona di merda può diventare a volte, o quel tipo non camminerebbe più con le sue gambe.

Rimaniamo un po' in silenzio e poi all'improvviso parla.
«Sai...ho una voglia matta di baciarti» La cosa mi prende leggermente alla sprovvista poi però l'idea mi piace. Quando lo fa sento i fiochi d'artificio che esplodono nella mia pancia. Mi sorprendo da sola quando lo trascino in camera mia e mi dimentico completamente di Jordan o dei ragazzi sbagliati. Ci siamo solo io e lui, finalmente.

<<mine story>>

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