1. [Prologo] Vaes Dothrak

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Quattro del mattino, la prateria all'orizzonte era buia, come buio era pure il cielo, illuminato solo dalla luna e poche stelle. I dothraki dovevano essersi addormentati da poco insieme ai loro cavalli, secondo l'usanza, mentre pochissimi fuochi erano rimasti accesi nella città.
Viserys uscì senza fare rumore dal baule in cui si era nascosto, in mezzo alla carne essiccata e tutto quel ciarpame che i selvaggi chiamavano cibo. Sapeva di puzzare tremendamente ma sperava non così tanto da svegliare un uomo o un animale.
Si guardò intorno più volte per essere certo di non farsi vedere, finché non raggiunse la capanna delle cerimonie. Ivi c'era una forte puzza di carne bruciata - che se non altro copriva la sua - e sapeva benissimo il perché.
Guardò il corpo esanime dello schiavo che aveva mandato a morire al suo posto e rabbrividì: quanto prezioso oro sprecato! Per fortuna la faccia era rimasta quasi completamente coperta dal metallo ed era impossibile notare che lo schiavo indossava una maschera prima di morire. Il piano stava andando alla perfezione: tutti lo avrebbero creduto morto e sarebbe sparito di scena per sempre.

Da tempo ormai aveva capito che riconquistare il trono di suo padre, il re folle, non era la sua aspirazione di vita. Purtroppo l'onore della casata andava tenuto alto: cosa avrebbe pensato la gente dei Targaryen se egli avesse rinunciato alle pretese sul trono di spade? Se solo ci fosse stato un modo per lasciare questo compito noioso a Daenerys e andarsene...
Ma come? E dove? In verità non aveva la minima idea di cosa fare dopo né di quale fosse la sua vera aspirazione di vita.
Un giorno in un bordello in quel di Pentos poi: l'illuminazione! Aveva sentito la leggenda di un re che, stanco della corona, era fuggito chissà dove facendo credere a tutti di essere morto.
Dove fosse finito non lo sapeva nessuno, vi erano ipotesi disparate che andavano dalle terre a nord della Barriera alle Isole dell'Estate, tutti gli avventori però concordavano su una cosa: il re era ancora vivo, si vociferava persino che fosse diventato immortale.
Allora il giovane Viserys aveva deciso che avrebbe fatto come quel re, e che magari lo avrebbe persino cercato in giro per il mondo. Aveva poi costruito intenzionalmente un'immagine detestabile - benché non lontana dal vero tutto sommato - di sé presso la sorella e le persone che li circondavano.
Poi, con Daenerys incinta, era certo che Khal Drogo avrebbe ammazzato chiunque avesse osato minacciare la vita dell'erede e quindi aveva comprato uno schiavo, una maschera e una parrucca coi capelli d'argento da un poco raccomandabile mercante di Astapor in ritorno da Braavos. Non gli aveva dato alcun fastidio mandare un semplice schiavo poco sveglio a farsi uccidere dai dothraki per inscenare la sua morte. Ma sì, lo schiavo!

Viserys tornò di colpo nella realtà e sfilò silenziosamente la spada - la sua spada - al cadavere, per uscire altrettanto silenziosamente dalla capanna. Ora restavano solo due problemi.
Dove sarebbe andato? Avrebbe dovuto in ogni caso attraversare il Mare Dothraki; inoltre non eccelleva per senso dell'orientamento o competenze geografiche, ma era abbastanza convinto che la città più vicina fosse Meereen. O forse l'isola di Ib? Oppure Nido dell'Aquila? Ma no, Nido dell'Aquila era dall'altra parte del mondo... E dovunque fosse andato come avrebbero potuto non notarlo con quei capelli quasi bianchi da Targaryen? Li doveva almeno tagliare... Stop!
Il problema più immediato era un altro: come uscire da Vaes Dothrak?

Viserys non è morto: è alle Hawaii con Elvis (sospesa)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora