2. Il Grembo del Mondo

179 19 2
                                    

Un taglio deciso e anche l'ultima ciocca d'argento cadde a terra. Un po' a Viserys dispiaceva aver perso quel tratto tipico dei suoi antenati, ma sapeva bene che se non lo avesse fatto chiunque lo avrebbe potuto riconoscere, persino in quegli angoli sperduti di Essos.
Già era un miracolo che nessuno lo avesse visto uscire da Vaes Dothrak. In realtà era stato tutto sommato abbastanza semplice: la città, oltre che priva di mura, era vasta e poco affollata. L'unica difficoltà era stata uscire dal centro, però vista l'ora molti dormivano e gli altri erano impegnati con le schiave, mentre i pochi - per così dire - in pausa non volevano certo dar retta a un mendicante con un buffo mantello in testa. Inizialmente non sapeva bene come nascondere la spada, oggetto proibito nella città dei dothraki, ma alla fine era riuscito comunque a legarsela sotto il mantello.
Quindi aveva proseguito a piedi attraverso le vie desolate dell'immensa periferia fino all'aurora, poi ancora qualche miglio fino ad essere troppo stanco per proseguire - d'altronde non dormiva da quasi due giorni e il sole del mattino era già troppo caldo.

Ormai il destino di casa Targaryen era in mano a Daenerys, mentre egli poteva finalmente pensare al proprio. A questo pensava mentre si recideva i capelli, seduto dietro un masso ai piedi della Madre delle Montagne.
Nutriva seri dubbi sul dove sarebbe potuto andare, ma soprattutto di come ci sarebbe arrivato. Senz'altro doveva tenersi ben lontano dal khalazar di Drogo, ma come poteva sapere dove fossero diretti? Avrebbe fatto bene a cercare innanzitutto una città senza dothraki, poi si sarebbe potuto tranquillamente mettere sulle tracce del re leggendario, ovunque costui fosse. Il suo corpo gli fu consigliere: aveva estremamente sete.
Si guardò intorno più volte. Non c'era nessuno. Corse verso la sponda del Grembo del Mondo, il lago sacro dei dothraki da cui, secondo la leggenda, sarebbero emersi il primo uomo e il primo cavallo mai esistiti - è superfluo sottolineare la mancanza di un fondo in questa mistica pozza d'acqua.
Viserys si chinò e bevve più che poté. Il sapore gli parve orribile, lontanissimo dal pregiato vino di Dorne a cui era abituato, ma sapeva che si sarebbe dovuto accontentare di quella misera acqua, il vino delle bestie.
Era evidente che per proseguire avrebbe avuto bisogno di abbeverarsi più volte - il che non lo entusiasmava affatto - per cui, sapendo che dal Grembo del Mondo usciva un fiume, capì che seguendo l'acqua avrebbe raggiunto prima o poi una città. Su tutti i fiumi nasce almeno una città, e in ogni città la gente beve vino. Per quanto questa potesse essere lontana, il fiume gli avrebbe fornito la sua acqua disgustosa e la possibilità di uccidere qualche animale intento ad abbeverarsi - ammesso che qualche dothraki non uccidesse lui prima - perché era evidente che l'immangiabile carne essiccata che aveva nella bisacca non sarebbe bastata per arrivare da nessuna parte.
Però era ancora stanco. Pensò di riposare un po' dietro il masso, dove si era nascosto prima di bere. Al contempo tuttavia era consapevole di non poter restare molto: avrebbe dovuto sfruttare tutta la giornata dalle prime luci del mattino fino alla fine del crepuscolo per uscire al più presto dal Mare Dothraki.
Era stata una buona idea attuare il piano per la fuga a Vaes Dothrak? Persino le sue scarse abilità da geografo gli suggerivano che non ci fosse nulla nel raggio di centinaia di miglia. Forse era il caso di continuare a camminare, ci sarebbe stato del tempo per dormire durante la notte.
Alla fine più che la buona volontà poté il sonno, sicché il giovane si trovò nel mondo onirico in un batter di ciglia.

Un mondo strano, indescrivibile, ai limiti dell'ineffabile, quello dei sogni. Ivi le cose più bizzarre appaiono più normali e logiche del reale, tanto da aver lasciato perplessi i più importanti filosofi e Maestri delle Cittadella. Il sogno del re mendicante non intendeva certo dare eccezione.
Si trovava ad un banchetto nel palazzo di Illyrio, con la solita gente, che forse discuteva del matrimonio tra Daenerys e Khal Drogo. Viserys stesso invece era seduto verso la fine del tavolo, di fronte a un lupo o un metalupo che lo fissava in silenzio mettendolo in imbarazzo.
Per la maggior parte del banchetto il lupo continuò a guardarlo in silenzio e condire il cibo nel proprio piatto. Solo verso la fine gli rivolse la parola, un po' scocciato. "L'inverno sta arrivando. Cerca lontano." E finì il suo boccale di birra picchiandolo poi sul tavolo prima di andarsene sulle note di un canzone mai sentita, ma che suonava molto rockabilly - qualunque cosa significasse questa parola.
Naturalmente successero molte altre cose strane, che tuttavia Viserys non riuscì a ricordare quando si svegliò.

Viserys non è morto: è alle Hawaii con Elvis (sospesa)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora