6. Il bosco senza nome

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Un passo e Viserys fu nel sottobosco ombroso. L'ambiente era decisamente più freddo e umido rispetto al Mare Dothraki, tanto da fargli pensare che i vestiti portati da Vaes Dothrak - gli unici che aveva con sé in effetti, ma s'intende, li aveva lavati nel fiume più volte - non fossero sufficienti.

Sugli argini del fiume vi erano piante e alberi cresciuti nei modi più strani, con le radici metà in acqua e metà fuori, oppure a ponte sulle piccole deviazioni dell'acqua dal corso principale, o altri ancora con il tronco circondato da arbusti e rampicanti. Divenne dunque sempre più difficile seguire il corso del fiume, per cui il giovane finì per addentrarsi nel fitto della foresta.
Anche nella vegetazione si procedeva a rilento, giacché Vento della Prateria non poteva correre nemmeno sui tratti che molti anni prima dovevano essere stati sentieri.
Per di più, nonostante la foresta sembrasse un luogo ormai abbandonato dagli uomini, non mancavano certo le minacce dal mondo animale, dalle volpi affamate ai cinghiali, dagli orsi alle vipere velenose.
Più volte il giovane si trovò a lottare a colpi di spada - che dovette affilare molte più volte rispetto a quando stava attraversando le praterie - con queste bestie e una volta persino con un lupo. O riusciva ad ucciderle - una volta fu Vento della Prateria, con un calcio, a mettere a tappeto una volpe - o era meglio scappare.
Spesso riusciva a spaventarle anche solo con il fuoco, dato che il loro momento preferito per attaccare erano le fredde notti insonni del re mendicante.
In effetti dormiva veramente poco, tre o quattro ore a notte, non di più. L'ambiente del bosco era troppo ostile, sia per le basse temperature, sia appunto per le bestie, ma anche per la tristezza della quasi eterna penombra.

E quindi aveva ancora più tempo per pensare. Una notte, forse la sesta o la settima nella foresta, pensò per tutto il tempo, dopo ad aver dormito poco più di mezz'ora.
Pensò dapprima a quanto fosse bello non sentire più male al polso, anche se alcuni segni dell'ustione decoravano ancora il braccio. Forse sarebbero rimasti per sempre, ma non gli importava.
Si chiese come se la passasse Daenerys con Khal Drogo. Chissà se i misteriosi presagi dei superstiziosi sacerdoti dothraki avevano finalmente dato il via libera per andare a conquistare Westeros.
Ma c'erano veramente speranze di successo? Come avrebbero potuto i dothraki attraversare il Mare Stretto? Re Robert non avrebbe mobilitato subito l'esercito, distruggendo le navi - che peraltro non avevano - nelle Acque Nere?
A tutto questo andava aggiunto che il popolo, in attesa di vedere lui, Viserys Targaryen, sul trono di spade, avrebbe reagito male trovandosi la sorella con un barbaro straniero.
Egli però non voleva assolutamente diventare re, per cui questi erano problemi di Daenerys, Khal Drogo e il figlio. E poi il bambino era già nato?
Neanche ricordava da quanto la sorella forse incinta, né tantomeno come volesse chiamarlo. Forse era un nome in onore del defunto fratello maggiore, Rhaegar? Rhae... Rhaegor? Rhaego! Sì, era proprio Rhaego.
Rhaego non avrebbe mai conosciuto "zio Viserys", anzi, gli avrebbero detto persino che suo zio era un folle, un assassino che aveva cercato di uccidere sia lui sia la madre. Una brutta immagine, ma necessaria per uscire di scena con la morte dello schiavo.
Di nuovo quello schiavo. Viserys odiava pensare a quanto oro fosse stato sprecato, ne sarebbe bastato molto meno! Aveva sempre apprezzato l'oro, molto più di quanto ci si possa aspettare da chi ne ha molto.
Ma oramai non ne aveva più molto di oro. Lì, in quella foresta, in quel momento, aveva solo un sacchetto pieno di monete e qualche gioiello che portava con sé da quando era partito. In mezzo alla natura l'oro serviva poco, ma sapeva di dover stare attento alle spese qualora fosse giunto in un villaggio o una città.

Le prime luci del mattino tardarono a farsi vedere nel sottobosco a causa della fitta vegetazione.
Il giovane si alzò dal tronco su cui era seduto solo quando vide Vento della Prateria svegliarsi. Poco dopo furono pronti per rimettersi in cammino.

Viserys non è morto: è alle Hawaii con Elvis (sospesa)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora