Il sole faticava ad attraversare le chiome verdi degli antichissimi abitanti immobili della foresta, sicché il giovane ospite in sella al suo cavallo - e talvolta a piedi seguito dell'animale per via della fitta vegetazione - era spesso costretto a stringersi nel mantello per proteggersi dal freddo.
Anche se non aveva praticamente chiuso occhio la notte prima, Viserys si sentiva piuttosto sveglio; non vedeva l'ora di uscire da quel bosco. Possibile che Essos si estendesse così tanto a nord di Vaes Dothrak? Dopo quasi tre settimane di viaggio iniziò a pensare che quel fiume non avesse una fine, che avrebbe dunque continuato a seguirne il corso per l'eternità.Certo, per la maggior parte di quelle tre settimane era stato solo o al più con Vento della Prateria, in silenzio. Tuttavia ora gli mancava la seppur scarsa compagnia del fiume - benché questo fosse solo a qualche decina di metri - e lo scrosciare dell'acqua.
Il silenzio che quel giorno si creava di tanto in tanto nella foresta era diverso: aveva qualcosa di strano e misterioso, persino angosciante quando non vi erano animali nei paraggi. Le fronde degli alberi si arrestavano improvvisamente, al ragazzo pareva di sentire poi un boato soffocato dal silenzio stesso, qualcosa di indescrivibile che chiamò poeticamente "voce del silenzio". Seguivano altre stranezze simili, pianti, lamenti, grida e latrati, suoni percepibili ma inesistenti.
La voce del silenzio, così simile al lamento di un qualche spirito, doveva spaventare persino Vento della Prateria, che fu più volte sul punto di gettare il cavaliere a terra - era dunque da escludersi la loro natura psicologica. Questi strani silenzi peraltro diventavano sempre più frequenti tanto più ci si addentrava nel bosco, rendendo il viaggio piuttosto pesante.I silenzi improvvisi cessarono solo quando Viserys vide di nuovo il grande fiume, stavolta davanti a sé. Bevve di nuovo l'acqua che un tempo odiava, ma a cui ormai si era abituato - e senz'altro era più buona di quel ciarpame fangoso dei ruscelli che deviavano dal fiume stesso verso la foresta - e potè togliere il mantello, poiché la temperatura lì era più alta.
Vide di nuovo la forte luce del sole, nel cielo azzurro coperto solo da due o tre nuvole. Sotto, l'acqua scorreva ad una velocità moderata, come nella prateria, su un letto di sassi che formava due spiagge ai lati e alcuni isolotti sui quali non crescevano piante. Oltre al corso principale, dove l'acqua pareva piuttosto profonda, vi erano diverse deviazioni naturali e ruscelli attraversabili facilmente a piedi o a cavallo.
Era un'immagine del fiume decisamente diversa rispetto a quella alla fine del Mare Dothraki, molto più simile al Ser Jorah - nome che il giovane aveva scherzosamente dato al corso d'acqua - che lo aveva accompagnato nel cuore di quel Mare. Eppure aveva qualcosa di insolito, di strano, e non solo per gli alberi sulla sponda opposta.
Ma certo, proprio la sponda! Viserys aveva camminato e cavalcato sempre nel verso della corrente con il fiume alla sua sinistra, ora invece l'acqua scorreva dalla parte sbagliata.
Era sicuro di non aver mai attraversato il Ser Jorah - a meno che questo non fosse diventato un fiume sotterraneo per qualche tratto, cosa alquanto improbabile. Ma allora quello doveva per forza essere un altro fiume.
Viserys fu colto per qualche istante dal panico. Dove andava questo fiume? E che fine aveva fatto l'altro? Quanto ci sarebbe voluto per raggiungere una città e, di grazia, un bordello?
Poi recuperò la lucidità e si mise a riflettere. Il Ser Jorah non doveva essere molto lontano e le acque dei due fiumi dovevano convergere, o almeno era probabile che fosse così prima o poi, magari poco dopo l'ansa che gli precludeva la visuale.
Però in tal caso, seguendo il corso del nuovo fiume, il giovane si sarebbe presto trovato tra i due corsi d'acqua senza possibilità di proseguire. L'unica via sicura era attraversare il fiume e proseguire sull'altra riva.
Scese da cavallo e si avvicinò al corso principale, superando un paio di ruscelli. Nonostante l'acqua scorresse limpida tra i sassi, non si poteva vedere il fondo: impensabile l'idea di guadare il fiume a cavallo.L'attenzione del ragazzo però si rivolse rapidamente a monte del fiume. Prima dell'ansa, tra gli alberi della foresta, si intravedevano due casette di legno. Superfluo dire con che rapidità si strinse la cintura con la spada e l'oro, saltò in sella a Vento della Prateria e lo fece galoppare fino a quelle casette.
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Viserys non è morto: è alle Hawaii con Elvis (sospesa)
FanfictionViserys, come Elvis, non è morto ma vive alle Hawaii! Evidente, no? Mica tanto... Comunque il titolo inganna, in realtà questa è una storia d'avventura nel mondo della seria HBO, che vede protagonista forse il personaggio più dimenticato del fandom...