Arrivò presto la sera e noi tre eravamo pronti per uscire, di nuovo insieme come ai vecchi tempi, o quasi...

Marco mi aveva confidato di aver notato qualcosa di strano in Matilde, che sembrava più taciturna e sgarbata del solito, con lui, ma specialmente con me, gli dissi di non farci caso, anche se sapevo benissimo cosa stesse provando.

Il locale era un pub di piccole dimensioni in stile inglese in zona San Lorenzo, credo si chiamasse ‘Il Serpente’, lui lo conosceva perché non era troppo distante dalla sua università, la Sapienza.
Il posto aveva tutta l'aria di essere uno di quei locali frequentati sempre dagli stessi gruppi e era mediamente tranquillo.

Dopo mezza pinta di birra, Matilde mi lanciò un'occhiata provocatoria e saltò addosso a Marco e seduta sulle sue gambe continuò a baciarlo come fosse un dispetto nei miei confronti. Al contrario, io mi sentii quasi sollevato a vedere che tra loro ci fosse ancora quell'apparente briciolo di passione.

Pensai di lasciarli soli e mi avvicinai a un gruppo di ragazze sedute a un angolo del locale poiché riconobbi tra loro Lucrezia, una mia vecchia conoscente del liceo, anche se non fu di certo lei a colpirmi nel gruppo, ma un'altra ragazza.

Appena la vidi, rimasi folgorato. Era come se, dentro me sapessi di essere a una svolta, come se nella mia testa fossimo solo io e quella ragazza in una qualche sperduta zona dell'universo, era assurdo pensare che ancora non ne sapessi neanche il nome.
Lei era lì, seduta in fondo al tavolo, sola in mezzo agli altri, aveva un’aria forse un po’ tetra, vestita rigorosamente di nero, con addosso molte collane metalliche con appese delle targhette o altri piccoli oggetti, apparentemente di poco valore, ma dentro ognuno di essi, era racchiusa una storia per me ancora ignota e da scoprire.

Notai subito che aveva una felpa nera con il cappuccio, identica a quelle che indossava sempre Bianca; Poi notai lo smalto nero e il trucco scuro sotto gli occhi in parte coperti da un ciuffo di capelli, fisico magro e la pelle completamente pallida. Forse non era la più bella del gruppo, in cui erano presenti anche altre due ragazze, che io neppure notai, ma di sicuro, era quella che maggiormente aveva rapito la mia attenzione.

Mi avvicinai a loro con la scusa di salutare la sua amica, probabilmente più nuda che vestita, la quale aveva indosso un top fin troppo stretto e scollato, che metteva in mostra un ingannevole paio di tette palesemente tenute da un push up.

Su di lei giravano le peggio voci al tempo del liceo, io esterno a quel mondo le ignoravo, scambiavamo a volte due chiacchiere nei corridoi, ma nulla di più.
Ammetto che come ragazza dava l'aria di essere una piuttosto leggera e spinta, capace di smuovere le fantasie erotiche di tutti quanti noi, beoti adolescenti in piena fase ormonale, ma ormai quegli anni erano finiti da molto e non la consideravo il mio tipo di ragazza ideale. Ero già stato con ragazze di quel genere in precedenza, qualche d'una per giunta sua conoscente, e nulla avevo trovato dietro quelle maschere di bellezza, solo una montagna di insicurezze, messa in secondo piano da una montagna ancor più grande di apparenza necessaria per sentirsi accettate, dando al mondo dei piccoli contentini , come una maglietta scollata, ma tenendosi sempre nel mezzo, in modo che nessuno potesse darle né della troie, né delle insicure, Quando in realtà dentro di loro spesso si sentivano entrambe le cose.
Essere sempre le prime della lista era il loro chiodo fisso, fino a raggiungere spesso l'instabilità mentale, magari a non toccare cibo per qualche chilo di troppo, o a sclerare per nulla, giusto per il gusto di essere al centro dell'attenzione.
Nulla di più volevo sapere da lei, al contrario, tutto volevo sapere della sua amica, seduta in disparte come isolata dal resto del mondo.

Feci per salutarla, ma non ricordavo neppure il suo nome, fortunatamente lei ricordava il mio, chiesi se potessi sedermi con loro e presi posto nell'unica sedia vuota rimasta, proprio lì davanti a quella ragazza che tanto aveva catturato la mia attenzione.

Io Forse PartiròDove le storie prendono vita. Scoprilo ora