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Marco che aveva visto la scena mi guardò con un velo di disapprovazione.

Stavo vivendo a scrocco da lui, trattando casa sua come un albergo, in due sere avevo dormito nel suo letto assieme a due ragazze diverse, riducendolo al divano e in tutto questo, non aveva obiettato minimamente nulla.

Da quando soggiornavo da lui, ero a sua insaputa la principale causa delle sue pene d'amore e neppure mi ero sforzato più di tanto per cercare di tirarlo su, l'abbandono di Matilde aveva preso alla sprovvista pure me.

Al tempo stesso devo riconoscere che non mi sbatteva fuori di casa e mi permetteva di tutto per paura di rimanere solo, ciò non sminuiva il suo atto di amicizia nei suoi confronti, comunque significava che mi voleva vicino in un momento difficile, esattamente come io avevo cercato lui e Matilde quando mi ero reso conto di aver smarrito la via.

Ma era momento per entrambi di ricostruire la nostra vita, penso che se avessi cercato proprio lui in quel periodo, fosse perché in un qualche modo rappresentava ciò che rimaneva dei miei anni di spensieratezza da liceale, gran parte della mia vita successiva, l’associavo a Bianca e dopo la rottura, avevo rotto i ponti con tutto ciò che mi avesse legato a lei.

Marco, aveva reagito in maniera diversa dalla mia.

Si era chiuso molto in se stesso e non usciva di casa, era diventato come un bambino e vedendo il mio apparente successo con le donne, mi aveva preso in riferimento, spesso mi imitava anche in piccoli gesti quotidiani, come pettinarsi i capelli, che aveva opportunamente tagliato.

Vedere però la sofferenza negli occhi di quelle ragazze, che una dopo l'altro lasciavano la sua soglia, lo portò fortunatamente a ricredersi, a capire che tutto ciò non sarebbe mai stato adatto a lui, e che non lo era neppure per me, almeno lui, riusciva a tenere una morale ancora salda nonostante la depressione e, a differenza mia, non la usava come maschera per i suoi errori.

Era passata un'altra settimana, quel giorno decisi di vedere la città per cercare ispirazione nell'arte e in quelle grandi opere che contornano la capitale , ero partito con l'intento di scrivere, ma da quando ero in città non avevo buttato giù più di qualche riga, ero troppo preso da ciò che stavo vivendo per soffermarmi a riflettere.

Provai a scrivere seduto nel giardino delle Terme di Caracalla, seppur dotato di grande immaginazione, non riuscivo a vederlo al suo massimo splendore, provai a immaginarlo pieno d'acqua, affollato di patrizi che cercavano ristoro e io con loro, ma mi persi nei miei pensieri e mi addormentai con il taccuino disegnato in mano, altre infruttuose ore buttate via, ma che almeno mi avevano permesso di allontanarmi da quel caos che era la mia vita in qualsiasi posto andassi.

Al ritorno passai oltre il ponte di Trastevere, c'era ancora luce in cielo e non mi resi conto di che ore fossero, tipico delle serate estive.

Passai davanti la chiesetta di Sant'Agata, la trovai relativamente spoglia, così diversa dalle grandi opere che avevo visto alla mattina, la porta aperte, seppur era all'apparenza vuota, entrai e mi guardai intorno, nessuna persona e un enorme crocifisso davanti a me.

Pur non essendo credente, gli affreschi sulle pareti o le vesti della santa, non riuscivano a catturare tanto la mia attenzione era come se mi guardasse esattamente come io guardavo lui.

“Che fai qui?”-Il sangue mi gelò nelle vene, quando mi resi conto che a parlare era stato un giovane prete dietro di me, mi girai senza rispondere, continuò-“Hai idea di che ore siano? Manca un quarto alle nove e devo chiudere!”

“Mi spiace padre, non sono mai stato una persona credente, ero entrato semplicemente per curiosità artistica, senza avere idea di che ore fossero.”

“Curiosità artistica?- Lo puoi vedere anche da fuori, questa non è di certo Santa Maria del Fiore, è solo una piccola chiesetta che ormai lascia spazio sempre a meno fedeli, principalmente poche anziane devote alla madonna e alla santa, che accorrono la domenica mattina e tutti i pomeriggi.- mi guardò fisso e continuò- penso in verità che la tua ricerca artistica, sia solo un modo per mascherare altri bisogno figliolo.”

“Probabilmente ha ragione, sono in un periodo di più completo smarrimento morale,e non sapevo più a chi rivolgermi, li ha cinque minuti?”

“Io qui ormai devo chiudere, però, se ti va, puoi seguirmi, parleremo qui fuori.”

Accettai e lo seguii fuori dalla chiesa e ci sedemmo su quei pochi scalini, avevo sempre avuto a noia gli uomini di fede, ma questo giovane prete, con questa folta chioma ricciola e bionda aveva in sé qualcosa di diverso, non avendone mai avuta una, non avevo intenzione di parlare di fede con lui, semplicemente avevo voglia di confrontarmi, di poter entrare a contatto con un mondo completamente opposto rispetto al mio.

Mi chiese se studiassi, gli risposi di essere all'ultimo anno di filosofia, lui mi guardò con una goccia di nostalgia e mi raccontò di aver frequentato l'università Europea di filosofia a Roma prima di passare a teologia.

“Cosa ti ha portato a cambiare corso di studi e a farti prete?” gli chiesi

“Sentivo come un grande fuoco dentro di me e avevo voglia di alimentarlo avvicinandomi a Dio, per la maggior parte dei miei coetanei ero parso un marziano quando dissi di voler entrare in seminario.”-Poi si rivolse a me- "Tu saresti stato tra loro, vero?”

“Mi sono sempre visto come una persona atea e materialista, probabilmente perché non ho mai sentito dentro me questo bisogno, l'ho sempre reputato appartenente a un'altra epoca, ma probabilmente penso sia un discorso più complicato rispetto a come lo avevo ridotto.”

Mi guardò sorridendo e mi disse:

“Voi figli del ‘900, pensavate di arrivare a una realtà più certa eliminando Dio dalle vostre vite, ma io vi vedo, continuamente persi nel nulla.”

“Ammetta però che possa esistere più di una strada.” Replicai io nella speranza di trovare un’apologia per la mia generazione e per il secolo di cui ero figlio.

“Certo, gestisco una piccola attività di volontariato e spesso mi confronto con giovani che pur non credendo vengono con me per far del bene, e penso che quella, anche senza una fede esatta e triliardi di dubbi, possa essere quella giusta per loro.-Prese fiato- Ma perdersi è facile su strade non battute, non avete più certezze e molti di voi sono scettici pure verso il mondo, gli uomini di oggi, sono troppo impegnati, presi dalle loro vite per dedicarsi alle grandi opere, senza più valori a guidarli, e a cosa ha portato tutto ciò? Rivoluzionate tradizioni, buttando a rotoli persino la famiglia, ma non siete più capaci di produrre niente di alternativo che sia accettabile, solo opere aperte senza un vero finale, troppe interpretazioni a riguardo, e arte che che non sa più di nulla.- Mi trovai in completo disaccordo con parte delle sue parole ma lo lascia continuare, eravamo agli antipodi della ragione umana, due mondi contrapposti, forse senza un'eccessiva differenza di età, ma comunque frutti di epoche differenti- Spesso accusate noi di credere ciecamente a tutto come bambini, ma voi altro non siete che adolescenti irrequieti.”

Al che presi coraggio e risposi:

“Caro mio, siamo entrambi da rottamare, ma ne sono felice se ciò possa garantire un modo migliore, questa, come hai riconosciuto anche tu, è solo una fase di transizione, però sono fiducioso verso questo nuovo millennio, e spero che il mondo possa arrivare a una sua fase matura, non m'importa se ci arrivi con o senza di me, di te , o di Dio, spero solo che presto si raggiunga qualcosa di nuovo e concreto perché trovo davvero molto insignificante vivere in un'epoca incapace di produrre qualcosa di senso che sia completamente suo, anziché vivere per commentare il passato o produrre il nulla nel presente.”

Tornai a casa che era già buio, Marco stava dormendo con il televisore acceso sul divano, lo spensi e andai a dormire.  Ma dentro, avevo ancora voglia di esprimermi, volevo riversare tutto nella scrittura, finalmente avevo un'idea, sentivo che dovevo vomitare i miei pensieri contrastanti circa questa adolescenza del mondo, e magari farlo in un romanzo che sapesse comunicare con la mia epoca e trovare una risposta a questo senso di incompletezza verso il passato.

Io Forse PartiròDove le storie prendono vita. Scoprilo ora