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Quel mattino il cielo era sereno, non una nuvola in cielo e il sole era alto sopra di me, stavo andando a far la spesa per Marco che mi aveva lasciato una lista precisa, con tanto di marca dei prodotti da lui rigorosamente richiesti e persino i supermercati in cui l'avrei trovati in sconto… Inutile dire che non persi molto tempo a cercarli, dirigendomi frettolosamente al discount sotto casa dove avrei risparmiato qualche soldo prendendo una qualche sottomarca scadente prodotta chissà dove.

Ma all'uscita, mi pentii vivamente di questa scelta, lasciai cadere le borse, le uova si ruppero, frantumandosi al suolo, e anche il mio umore andò con loro in frantumi, davanti a me c'era Marta, e non era sola.

La vidi dall'altra parte della strada, pensare che fosse lì con lui e non con me, mi fece partire un moto di gelosia e rabbia , che mi salì dallo stomaco fino a arrivare al petto.

D’improvviso il cielo si fece più cupo, chi era costui? Forse Luca ,chiaramente era lui, chi altri poteva essere?

Non si presentava affatto come nelle sue descrizioni, era tozzo, non particolarmente alto e ricciolo di capelli, dall'aspetto sporco e a vederlo solo, mi sarebbe sembrato un grezzo orco, eppure, di fianco a lei mi pareva un Adone.

Dentro di me stavo gridando violentemente, ma esternamente la lingua si era fatta pesante, rendendomi incapace di proferir parola, mentre il sangue mi bolliva nelle vene, sentii un freddo sudore lungo le mie ascelle e brividi lungo la mia schiena.

Speravo solo che non mi avessero visto, anzi pregavo che non mi avessero visto.

Feci per dirermi verso il vicolo più vicino, che si trovava proprio di fianco quel market, ma ecco che incontrai il suo sguardo, mi resi subito conto che pure lei sta cercando di guardare altrove, sperai che lui non  si fosse reso conto dei nostri piccoli gesti d'intesa, ma dannazione eccolo attraversare mano nella mano con lei quella stradina stretta e non trafficata dirigendosi proprio verso di me.

Lei fingendo di non conoscermi, mi chiese se volessi una mano, poi d'improvviso, finse di avermi riconosciuto e mi spacciò con il suo ragazzo per un amico di vecchia data, che non vedeva da tempo, era talmente brava a mentire da farmi dubitare di tutto ciò che mi aveva raccontato, da poter mettere in dubbio i nostri sentimenti.

La mia voce era tremolante e insicura, ed ecco che dopo Saffo e Catullo, ero io ad accusare di questi sintomi, e una sola domanda rimasta senza risposta: era l'amore o la gelosia a farmi questo effetto?

È sempre la gelosia o l'amore a rendere folle l'uomo, da Ariosto a me?

E quante altre di queste domande rimangono senza risposta in chi se le pone, una cosa era però certa, sentivo una forte mancanza dal suo sguardo, e seppur come si la gelosia muore sempre dopo l'amore, l'amore tra noi non era affatto finito, anzi lo sentivo più vivo che mai in quelle intense fitte al petto.

Per non parlare di quel sentimento che non mi era mai appartenuto, quel desiderio di possesso fisico, di essere nuovamente su un letto o contro un muro a morderci le labbra e amarsi nelle più piccole ore della notte.

Ma ora quel momento era lontano e intangibile per me, se non nel ricordo, forse il destino mi avrebbe dato un'altra possibilità di giacere con lei, ora che, facendoci rincontrare, aveva risvegliato i miei sentimenti, mi sarei potuto aspettare di tutto.

Sì, volevo tutto, volevo lei al mio fianco , ma con che diritto pensavo di volere tutto ciò? Io in questa storia ero stato solamente un amante abile che era riuscito a starle a fianco in un momento di assenza del suo fidanzato, ma ora che lui era in città, mi sentivo impotente, come i proci debellati da Ulisse, e per quanto fosse contraddittorio, ironico e paradossale, mi ritrovavo a essere io, con i sentimenti in un perenne naufragio, senza più una Itaca, dentro questo immenso nubifragio emotivo.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Nov 15, 2017 ⏰

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