Capitolo 18: Fuori Controllo

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Bilbo Baggins era ormai scomparso da molti minuti tra le vaste sale di Erebor alla ricerca della sommità del tesoro del Re mentre il resto dei nani era rimasto fuori ad attendere.

Tra i nani non vi era alcun segno di movimento: erano immobili, fin troppo taciturni, in attesa di quella fatidica parola che gli avrebbe confermato la presenza del Drago. Forse tutti speravano che Bilbo fosse uscito illeso da quella apertura con l'archengemma stretta tra le mani, ma era altrettanto ovvio che nulla dei tutto ciò sarebbe mai accaduto. Smaug era una realtà indiscutibile e a breve avrebbero dovuto farci i conti.
Ringil,al contrario, non riusciva a stare ferma. Si sentiva stranamente euforica, forse fin troppo.
Da quando l'anima di Saeros era sparita inspiegabilmente dalla sua mente, il suo lato di Drago non la smetteva di muoversi: voleva uscire, prendere il controllo, dimostrare che finalmente i figli della stirpe maledetta erano ancora vivi. Maledetto il giorno in cui si era fatta ambidolare da quel verme sussurrante! Adesso il suo lato animale non la smetteva di ripetere tutte quelle paturnie e tutti quei ideali estremesti che Saeros gli aveva impiantato nel cervello.

 Maledetto il giorno in cui si era fatta ambidolare da quel verme sussurrante! Adesso il suo lato animale non la smetteva di ripetere tutte quelle paturnie e tutti quei ideali estremesti che Saeros gli aveva impiantato nel cervello

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Abbassò lo sguardo sulle sue mani e per sua incredibile sfortuna vide i primi segni della mutazione comparire sul suo corpo. Ovviamente senza che lei avesse fatto niente! A quanto pare in quest'ultimo periodo i Valar avevano deciso di punirla duramente.

Ma non l'avrebbe passata liscia, no signore! Gandalf doveva preparasi psicologicamente ad una ramanzina coi fiocchi e senza mezzi termini!
- Ringil.- la giovane alzò la testa di scatto ritrovandosi Dwalin a pochi centimentri da sè.- Ti senti bene?-

La corvina scosse la testa bruscamente scaggiamdo via il desiderio di mostrare le proprie zanne, e cercò di sorridere il più sinceramente possibile.
-Sì! Perchè me lo domandi?- cercò di trattenere il tremolio che si stava propagando lungo le sue gambe ma peggiorò soltanto la situazione. Di questo passo i nani avrebbero pensato che fosse stata ubriaca.

- Sembri nervosa. Forse l'idea di invontrare Smaug ti intimorisce?-
"Oh... magari fosse solo questo Dwalin. Magari lo fosse."

- Sono solo preoccupata per Bilbo, tutto qui.- tentò di rassicurarlo anche se con scarsi risultati.
A quel punto Balin vide la magia farsi strada sul corpo di Ringil, così decise di intervenire. Sapeva che prima o poi lei si sarebbe rivelata a suo padre. Avevano stretto un'accordo per questo. Ma quello non era nè il momento nè il posto adatto.
-Fratello. Lasciala tranquilla, non lo vedi che è esausta. Ormai lo siamo tutti. Un po' di pace farà bene al nostro corpo.- Dwalin guardò per un'ultima volta la giovane nana con aria circospetta e, alla fine, si fece convincere.

Thorin, al contrario, che aveva seguito tutta la scena dall'inizio non si era fatto convicere dalle parole di Balin. Aveva notato uno strano comportamento in sua figlia, fin da quando avevano lasciato la Contea; e per quanto prima non ci avesse dato peso, ora nè voleva sapere di più. Dopottutto il loro rapporto si era ricucito alla perfezione, e pertanto era arrivato il momento che si prendesse le responsabilità di padre che gli spettavano di diritto.
Con passo deciso si avvicinò a a Ringil spostando su di sè l'attenzione di tutti, e le si parò davanti, come per non volerle lasciare nessun margine di scuse o di via d'uscita. Voleva la verità e l'avrebbe pretesa a tutti i costi.
- Ringil.-la richiamò con voce ferma ma la corvina strizzò gli occhi e si rifiutò di alzare lo sguardo.
- Ringil!- questa volta alzò il tono di voce.- Voglio la verità. Sì sincera per una volta.-

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