Capitolo 12: Il Reame Boscoso

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Quando raggiunsero gli altri era ormai troppo tardi, gli elfi silvani stavano già scendendo dagli alberi, circondandoli. Ma almeno quel fastidioso grumolo di ragni sarebbe stato disinfestato in breve tempo.

-Sta giù!- Ringil spinse Bilbo tra i cespugli prima che si accorgessero di loro.
- che cosa facciamo, adesso?-
-Non nè ho la minima idea.- lentamente, spostò alcune foglie dal cespuglio di fronte a sè per riuscire ad intravedere che cosa stesse succedendo.
Da quell'angolazione riusciva a scorgere un elfo in particolare, che si distingueva senza dubbio dagli altri: era alto, con i capelli candidi come la neve e gli occhi di color azzurro brillante, ma non della stessa tonalità dei suoi o di quelli di suo padre. Gli occhi dei Durin emanavano calore, tra le loro striature di celeste si potevano scorgere le fiamme dei braceri ardenti sotto la Montagna Solitaria; mentre quelli di quell'elfo emanavano una luce fredda, quasi come se fosse distaccata. Un po' come il bagliore delle stelle. Ecco! Erano esattamente questo! Due glaciali e brillanti stelle incastonati perfettamente su quel viso dalla morbidezza tipica di quella di un bambino.
Inoltre, la sua postura regale e composta, mescolata al suo tono sprezzante e scettico, rendeva evidente la sua posizione tra i suoi simili: di sicuro era di sangue nobile, forse persino il figlio di Thranduil.

"Hai finito di adulare quel pricipino orecchie a punta? Mi sta venendo la nausea a sentire la tua vena poetica."
L'ibrida roteò gli occhi annoiata. - Non lo sto adulando! Lo sto analizzando! Prima capisco come si muovono prima riuscirò a metterli al tappeto!-

 - Non lo sto adulando! Lo sto analizzando! Prima capisco come si muovono prima riuscirò a metterli al tappeto!-

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"Mmm... una buona idea. Anche se un po' troppo sconsiderata. Rischieresti di esporti troppo e, per quanto l'idea mi alletti, la tua piccola combriccola scoprirebbe tutto."

- Divertente... visto che sei stato tu a spingermi a trasformarmi più volte affinchè potessero scoprire tutto.- ghignò la corvina alzando le sopracciglia con aria altezzosa. Adorava litigare, specialmente con gli sbruffoni: riuscire a sconfiggere i propri nemici con le parole invece che con i pugni era molto più gratificante.

" Diciamo che ho cambiato approccio." Sogghignò a sua volta avvertendo gli stuzzicanti pensieri della sua discendete.

- E quale sarebbe questo nuovo approccio?-

" Se te lo dicessi non riuscirei più a placare la mia noia. Vedila più come un regalo di compleanno."

-Smettila di frugare nella mia testa, Saeros! Se hai qualcosa di utile da dire fallo o chiudi il becco!- ringhiò leggermente facendo spaventare il mezz'uomo al suo fianco, che si voltò verso di lei con aria confusa.

"Attenta mia cara, o rischi di aggredire il tuo amichetto appassionato di anelli." La sua risata sadica si perturbò per tutta la sua mente facendole strizzare gli occhi. Saeros era uno dei peggiori manipolatori che avessero mai camminato sulla Terra di Mezzo e lei era caduta nella sua trappola come una ragazzina ingenua.

 Saeros era uno dei peggiori manipolatori che avessero mai camminato sulla Terra di Mezzo e lei era caduta nella sua trappola come una ragazzina ingenua

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