Capitolo 13: Padre e Figlia

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Quell'intreccio di rami e mangrovie faceva da casa al Re, ai suoi sudditi, da forziere al suo tesoro e soprattutto da fortezza contro i suoi nemici. Essi servivano anche da prigione per i suoi prigionieri; così vi trascinarono Ringil e tutta la compagnia utilizzando persino dei modi del tutto sgradevoli, poichè non amavano molto i nani e le loro usanze.
In tempi passati erano stati in guerra contro alcuni nani, di certo non con la stirpe di Durin! Ma i dissapori erano ugualmente evidenti, specialmente dopo gli eventi accaduti con l'arrivo di Smaug. Thorin accusava Thranduil di condardia. Nessun Re o principe poteva ritenersi un'uomo d'onore dopo aver voltato le spalle ad un popolo in cerca di bisgno, solo per non aver ricevuto in dono una manciata di gemme bianche; ma questa era un'altra storia.
Tuttavia il Re di Bosco Atro non vedeva l'ora di far emergere i vecchi rancori in una piacevole conversazione con il nipote di Thror, così lo fece portare al suo cospetto, lontano dalle lamentele e dai borbottì degli altri nani. Attese con impazienza il suo arrivo, pregustandosi con ardore la sua piccola rivingita, come se fosse il più ambito tesoro al quale potesse ambire; e infatti lo era. Thorin Scudodiquercia era la chiave per riavere ciò che gli era stato negato: le bianche gemme di pura luce stellare. Una volta ucciso il drago sarebbe stato semplice riavere il patrimonio del suo popolo senza nessuna opposizione. Ma questa era solo un'ipotesi...
Nel momento in cui Thorin venne scortato ai piedi del suo trono, Thranduil lo scutò dall'alto in basso, analizzando minuziosamente ogni suo particolare mentre nella sua mente scegliava accuratamente le parole da dire. Era invecchiato, proprio come ogni altra creatura della sua specie: i suoi occhi erano stanchi, i capelli avevano delle ciocche bianche e il pallore sulla sua pelle era chiaro ai suoi occhi da elfo. Dopotutto tutte le creature della terra di mezzo erano schiave del tempo. Eccetto gli Elfi ovviamente.

- Qualcuno immaginerebbe che una nobile impresa sia imminente, un'impresa per riavere una terra natia e annientare un drago. Personalmente sospetto un motivo molto più prosaico.- camminò lentamente avvicinandosi al suo prigioniero come un serpente ansioso di stritolarlo tra le sue spire. - Un tentativo di furto o qualcosa del genere.-
Si sporse leggermente in modo da poterlo osservare in volto. Era invecchiato dall'ultima volta che l'aveva visto.
- Hai trovato una via d'entrata. Cerchi quello che farebbe convergere su di te il diritto di regnare: il gioiello del Re, l'Archengemma.-
L'inespressività di Thorin vacillò per un momento, ma solo per un momento. Non doveva farsi corrompere dalle sue parole avvelenate. Alla sua reazione l'Elfo sorrise soddisfatto.
- È preziosa per te oltre ogni misura, lo capisco questo. Ci sono gemme nella montagna che anch'io desidero... Gemme bianche di pura luce stellare. - a quel punto chinò il capo in segno di rispetto, anche se era solo uno dei suoi soliti trucchetti.- Io ti offro il mio aiuto.-
Thorin ghignò a quel gesto di finta benevolenza, sapeva benissimo che non poteva fidarsi di Thranduil, non dopo quello che gli aveva fatto; ma nonostante questo decise di reggerli il gioco. - ti ascolto.-

-Ti lascerò andare, solamente se restituisci quello che è mio.-
Il nano gli voltò le spalle. - Favore per favore...-
-Hai la mia parola. Da un Re ad un'altro.-  Quello era uno scherzo bello e buono! Come poteva dire certe parole con tanta leggerenza, nonostante fosse consapevole dei suoi trascorsi?!- Io non mi fiderei... Che Thranduil, il grande Re onori la sua parola. Dovesse la fine dei giorni incombere su di noi!- la pazienza per il nano ormai era solo un lontano ricordo. Questo era troppo!

-Tu!- gli puntò il dito contro in segno d'accusa. - Sei privo di ogni onore! Ho visto come tratti tuoi amici! Siamo venuti da te una volta: affamati, senza dimora, a cercare il tuo aiuto. Ma tu ci hai voltato le spalle! Tu ti sei allontanato dalla sofferenza del mio popolo e dall'inferno che ci ha distrutti! Imril damral Dursul! -

 Ma tu ci hai voltato le spalle! Tu ti sei allontanato dalla sofferenza del mio popolo e dall'inferno che ci ha distrutti! Imril damral Dursul! -

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