La melodia mi era familiare,ma non riuscii a riconoscerla.La musica proveniva dalla casa.Seguii la sua traccia ipnotica.Lame di luce vaporosa filtravano dalla porta socchiusa di una veranda a vetrate.....
Riconobbi gli occhi del gatto,fissi su di me dal davanzale di un finestrone del primo piano.Mi avvicinai alla veranda illuminata da cui proveniva quel suono indescrivibile.La voce di una donna.Il tenue alone di cento candele palpitava all'interno.Intravidi il trombone dorato di un vecchio grammofono su cui girava un disco.Senza pensare a quello che facevo,mi sorpresi a entrare nella stanza,soggiogato dalla voce di quella sirena prigioniera del grammofono.
Sopra al tavolo su cui era appoggiato l'appparecchio,notai un oggetto brillante e rotondo.Era un orologio da taschino.Lo presi e lo esaminai alla luce delle candele.Le lancette erano ferme e il quadrante scheggiato.Mi sembrò d'oro e vecchio almeno quanto la casa in cui mi trovavo.Un po' più in là c'era una vecchia poltrona rivolta verso un camino sopra il quale era appeso un ritratto a olio di una donna vestita di bianco.I suoi grandi occhi grigi,tristi e senza fondo,dominavano la sala.
Improvvisamente l'incantesimo andò in pezzi.Una sagoma si alzò dalla poltrona e si girò verso di me.Lunghi capelli bianchi e due occhi ardenti come braci luccicarono nell'oscurità.Riuscii solo a vedere due enormi mani bianche che si allungavano verso di me.In preda al panico,mi misi a correre verso la porta,inciampai nel grammofono e lo feci cadere a terra.
Sentii la puntina che lacerava il disco.La voce celestiale si spezzò con un gemito infernale.Mi precipitai in giardino,sentendo quelle mani che mi sfioravano la camicia,e lo attraversai con le ali ai piedi e il terrore che mi bruciava in ogni poro........
Non mi fermai nemmeno per un attimo.Corsi e corsi senza mai voltarmi indietro,fin quando una fitta di dolore mi trapanò il fianco e capii che a stento riuscivo a respirare.A quel punto ero zuppo di sudore e le luci del collegio brillavano a trenta metri da me.Mi intrufolai da una porta vicina alle cucine che non era mai sorvegliata e mi trascinai fino alla mia stanza.Gli altri dovevano essere in refettorio da un bel pezzo.Mi asciugai il sudore dalla fronte,e a poco a poco il cuore recuperò il suo ritmo naturale.Iniziavo a calmarmi quando qualcuno bussò alla porta..<Oscar,è ora di scendere a cena>,mi avvertì uno dei miei tutori,padre Segui,un gesuita razionalista che detestava dover fare il poliziotto..<Vengo subito,padre>,risposi..<Un secondo>.
Mi infilai velocemente la giacca di rigore e spensi la luce della stanza.Dalla finestra si vedeva lo spettro della luna che sorgeva su Barcellona.Solo allora mi accorsi che nella mano stringevo ancora l'orologio d'oro.
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marina
Mystery / ThrillerBarcellona,fine degli anni Settanta.Oscar Drai e un giovane studente che trascorre i faticosi anni della sua adolescenza in un cupo collegio della città catalana.Colmo di quella dolorosa energia cosi tipica dell età,fatta in parti uguali di sogno e...