Parte 18

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<Intuisco in lei una certa inclinazione  filosofica,Oscar.Ha letto Schopenhauer?>  Un'occhiata di Marina mi suggerì di dare corda al padre.  <Superficialmente>improvvisai.  Sorbimmo la minestra in silenzio.Ogni tanto Germàn mi sorrideva amabile e guardava con affetto la figlia.

Qualcosa mi diceva che Marina non aveva molti amici e che il padre vedeva di buon occhio la mia presenza in quella casa,anche se non sapevo distinguere tra Schopenhauer e una marca  di prodotti ortopedici.

<Mi dica,Oscar,che si dice nel mondo ultimamente?>   Formulò la domanda in modo da farmi sospettare che,se avessi annunciato la fine della Seconda Guerra Mondiale,avrei causato grande agitazione.  <Non molto,in verità> risposi,sotto lo sguardo vigile di Marina.  <Ci saranno le elezioni...>

La notizia risvegliò l'interesse di Germàn,che fermò la danza del suo cucchiaio e ponderò la questione.   <E lei,Oscar,è di destra o di sinistra?>   <Oscar è anarchico,papà> tagliò corto Marina.   Il pezzo di pane che stavo ingoiando mi andò di traverso per la sorpresa.Germàn mi scrutò a lungo,incuriosito.

<L'idealismo della gioventù....> mormorò.  <La capisco,la capisco...Alla sua età anch'io ho letto Bakunin.E come il morbillo;una volta bisogna prenderlo...>   Fulminai con un'occhiata Marina,che si leccava le labbra come un gatto.Mi fece l'occhiolino e distolse lo sguardo.Germàn mi osservò condiscendente, io lo ricambiai con un cortese cenno del capo e mi portai il cucchiaio alla bocca..Così,almeno,avrei evitato di parlare e fare altre figuracce.

Continuammo il pranzo in silenzio.Non tardai ad accorgermi che Germàn,all'altro capo della tavola,si stava appisolando.Quando alla fine il cucchiaio gli scivolò dalle dita,Marina si alzò per allentargli il cravattino di seta argentato.Germàn sospirò.Gli tremava leggermente la mano.Marina prese il padre per un braccio e lo aiutò ad alzarsi.Germàn annuì,avvilito,e mi sorrise imbarazzato.Mi parve che fosse invecchiato di una quindicina d'anni in un soffio.

<Le chiedo scusa,Oscar...>disse con un filo di voce.  <Purtroppo l'età..>   Mi alzai anch'io,offrendo aiuto a Marina con un'occhiata.Lei rifiutò,pregandomi di restare in salone.L'uomo si appoggiò al braccio della figlia e li vidi lasciare la stanza.  <E stato un piacere,Oscar...> sussurrò la voce affaticata di Germàn,perdendosi nel corridoio buoi.    <Torni a trovarci,torni a trovarci...>

Sentii i loro passi svanire e attesi il ritorno di Marina alla luce delle candele per quasi mezz'ora,sempre più immerso nell'atmosfera della casa.Quando ebbi la certezza che non sarebbe tornata,cominciai a preoccuparmi.Pensai di lasciarle un messaggio,ma non avevo nulla con cui scrivere.

Stava calando la sera ed era meglio andarmene.Sarei ripassato il giorno dopo,finite le lezioni,per controllare che fosse tutto a posto.Mi sorprese rendermi conto che non vedevo Marina da appena mezz'ora e stavo già cercando delle scuse per tornare.Uscii dalla porta della cucina,sul retro della casa,attraversai il giardino e raggiunsi il cancello.Il cielo si spegneva sulla città,solcato da nuvole di passaggio.

Mentre rientravo in collegio a passi lenti,gli avvenimenti della giornata mi ripassarono davanti agli occhi.Sulle scale,a pochi passi dalla mia stanza al quarto piano,ero convinto di aver  vissuto il giorno più strano della mia vita.Ma se avessi potuto comprare un bigliettp per riviverlo,l'avrei fatto senza pensarci due volte.

marinaWhere stories live. Discover now