<Macchine cosi non se ne fanno più,caro Oscar.>
<Partirà?>chiesi,osservando quello che mi sembrava un pezzo da museo.
<Ha di fronte a sè una Tucker,Oscar.Una macchina che non parte,decolla.>
Un'ora dopo pennellavamo le curve della litoranea.German era al volante,equipaggiato con la sua tenuta da pioniere dell'automobilismo e un sorriso da lotteria.Io e Marina viaggiavamo accanto a lui sul sedile anteriore,mentre Kafka dormiva placidamente su quello posteriore,tutto per lui.Tutte le auto ci superavano,ma i loro occupanti si voltavano a guardare la Tucker con un misto di stupore e ammirazione.
<Quando c'è la classe,la velocità è secondaria>spiegava German.
Eravamo già nei pressi di Blanes e io non sapevo ancora dove eravamo diretti.German era talmente assorto dal volante che non volli disturbare la sua concentrazione.Guidava con la stessa galanteria con cui faceva ogni cosa,dandola precedenza perfino alle formiche e salutando ciclisti,passanti e motociclisti della Guardia Civil. Superata Blanes,un cartello stradale annunciò la cittadina costiera di Tossa De Mar.Mi voltai verso Marina che mi fece l'occhiolino.Immaginai che forse andavamo al Castello di Tossa,invece la Tucker non entrò in paese,ma imboccò la stretta strada che,seguendo la costa,proseguiva verso nord.Più che una strada,era una striscia d'asfalto sospesa tra il cielo e le scogliere a strapiombo,che serpeggiava in un susseguirsi di curve a gomito.Tra i rami dei pini abbarbicanti ai dirupi scoscesi si scorgeva l'incandescente distesa azzurra del mare.Un centinaio di metri sotto di noi decine di calette e anse inaccessibili tracciavano un itinerario segreto fra Tossa De Mar e Punta Prima,accanto al porto di Sant Feliu De Guìxols,a una ventina di chilometri.
Venti minuti dopo German parcheggiò la Tucker sul ciglio della carreggiata.Marina mi guardò,facendomi segno che eravamo arrivati.Scendemmo dall'auto e Kafka scomparve tra i pini,come se conoscesse la strada.Mentre German si accertava che il freno a mano fosse ben inserito e che la Tucker non scivolasse giù per il dirupo,Marina si avvicinò allo strapiombo sul mare.La aggiunsi e contemplai il panorama.
Ai nostri piedi una caletta a forma di mezzaluna abbracciava una lingua di mare verde cristallino.Più in là,un avvicendarsi di spiagge e scogliere disegnava un arco fino a Punta Prima,sulla cui cima,come una sentinella,svettava l'eremo di Sant Elm.
<Su,andiamo>mi incitò Marina.
La seguii nella pineta.Il sentiero attraversava la proprietà di un'antica casa abbandonata,invasa dagli arbusti.Da lì,alcuni gradini scavati nella roccia conducevano a una spiaggia di sassolini dorati.Al nostro passaggio uno stormo di gabbiani si alzò in volo,cercando rifugio sulle scogliere che coronavano la spiaggia,formando una specie di basilica di roccia,mare e luce.
L'acqua era così cristallina da poter scorgere,sotto la superficie,ogni rugosità della sabbia.Un faraglione spuntava nel bel mezzo della baia,simile alla prua di una nave arenata.Il profumo del mare era intenso e una brezza salmastra accarezzava la costa.Lo sguardo di Marina si perse nell'orizzonte d'argento e di bruma.
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marina
Mystery / ThrillerBarcellona,fine degli anni Settanta.Oscar Drai e un giovane studente che trascorre i faticosi anni della sua adolescenza in un cupo collegio della città catalana.Colmo di quella dolorosa energia cosi tipica dell età,fatta in parti uguali di sogno e...